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20 dicembre 2014 - Interni - India - Il Giornale
"Potevo fare tornare i marò ma il ministro mi ha fermato”
Il governo indiano, per gettare acqua sul fuoco, annuncia che sta valutando «con spirito positivo» una proposta dell'Italia di soluzione consensuale del caso marò. Peccato che non sia una novità. La proposta è sul tavolo dell'esecutivo di Delhi fin dallo scorso ottobre e non ha ancora ricevuto risposta.
Il governo italiano, invece, con il ministro della Difesa Giampaolo di Paola prima e l'ex responsabile degli Esteri del premier Renzi, Federica Mogherini, poi, ha gettato alle ortiche una via di uscita extragiudiziale. Il tentativo era stato portato avanti da Vinod Sahai, rappresentante degli oltre 200mila indiani che vivono in Italia e vorrebbero chiudere il prima possibile il caso marò. «Lo spazio c'è ancora - spiega al Giornale - ma vanno lasciati da parte i politici. Ci vorrebbe un incontro fra il capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, ed il suo omologo indiano, che posso favorire. È meglio che in questa fase si parlino i militari per poi arrivare alla Corte suprema di Delhi».
L'8 maggio, Sahai, conosciuto come l'uomo che in India apre tutte le porte, inviava un messaggio di posta elettronica all'allora ministro Mogherini. «Le scrivo (…) in veste di Presidente dell'Indian Business Forum di Italia, nonchè Presidente fondatore della Indian Association of North Italy» che rappresenta i 200mila indiani nel nostro Paese. Nella mail si racconta come avevano già «dato supporto al governo Monti per liberare i due Marò ed offerto la nostra collaborazione in tal senso. Il Presidente della Provincia di Milano aveva informato di questa mia volontà anche il Presidente Giorgio Napolitano».
In pratica Sahai aveva preparato un'istanza alla Corte suprema indiana per autorizzare una soluzione extragiudiziale che riportasse a casa Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Il tutto basato sulla preoccupazione degli indiani di casa nostra per le ripercussioni del caso in Italia. Per tre volte Sahai era andato in India, «sempre in accordo con il ministero della Difesa» italiano a preparare il terreno e aveva pure incontrato i marò. «Purtroppo, all'ultimo momento, sono stato chiamato dal Ministro della Difesa che mi ha pregato di non presentare questa Istanza, senza darmi alcuna motivazione» si legge nella mail.
L'ammiraglio Di Paola e il governo Monti temevano di fare brutta figura se il caso fosse risolto con l'aiuto degli indiani d'Italia. Sahai non si dà per vinto e offre al governo Renzi di mettersi di nuovo in pista: «Credo si possa ancora fare molto per accelerare la liberazione dei Marò e trovare la soluzione migliore per tutti. Sono sempre disponibile a collaborare (…) e, se mi autorizza, potrei andare in India per verificare (…) quale possibilità ci siano per poter liberare i Marò». Dalla Farnesina, il ministro degli Esteri Mogherini, che poi è stata promossa all'Unione Europea, non ha mai risposto.
Ieri il governo indiano ha ammesso, in seguito ad un'interrogazione parlamentare, che esiste una «proposta del governo italiano all'esame» per un soluzione consensuale del caso marò. In passato, l'ex inviato Staffan De Mistura, aveva più volte sondato questo terreno senza fare breccia. Il governo Renzi ad ottobre aveva avanzato una misteriosa proposta di soluzione consensuale. «I due Paesi si parlano per trovare un soluzione», annunciava una fonte italiana all'agenzia Ansa il 14 ottobre. Ieri il ministro degli Esteri, Sushma Swaraj, ha detto che nel valutare la proposta italiana «lo spirito non può essere negativo, ma positivo». Ben poco, dopo quasi tre anni di melina. La proposta italiana potrebbe prevedere di far rientrare i marò in patria in attesa del processo a Delhi. Un giudizio in un Paese terzo oppure il processo immediato con relativa condanna da scontare in patria.
In parte soluzioni già suggerite dall'istanza degli indiani d'Italia, che non è mai stata presentata per il niet o il disinteresse di Roma. Lunedì, Sahai torna a Delhi per la riunione annuale delle comunità indiane all'estero, che prevede un incontro con il primo ministro Narendra Modi.
www.gliocchidellaguerra.it
[continua]

video
18 marzo 2013 | TG5 | reportage
Caso marò: documento esclusivo pubblicato dal Giornale
Il 15 marzo con la nota verbale 100/685, l’ambasciata italiana ricordava al “ministero degli Esteri indiano gli obblighi alla protezione dei diplomatici derivanti dalla Convenzione di Vienna”. Nella nota si chiede al governo di Delhi di “riassicurare che nessuna autorità indiana possa applicare misure restrittive alla libertà di Sua Eccellenza l’ambasciatore”. Alla fine si invita pure a garantire la “personale sicurezza” di Mancini e tutti i nostri diplomatici in India.

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08 marzo 2012 | Uno Mattina | reportage
Il caso dei marò "ostaggi" degli indiani


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20 marzo 2013 | TG5 | reportage
"I nostri marò" l'e book di Giornale.it
La storia di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone i fucilieri di Marina trattenuti in India per un anno con l'accusa di aver ucciso due pescatori scambiati per pirati. "I NOSTRI MARO'" è un e book di Fausto Biloslavo e Riccardo Pelliccetti, che ripercorre la vicenda attraverso documenti esclusivi, testimonianze, foto e video inediti. Un anno di sgarbi diplomatici, interpretazioni arbitrarie del diritto e umiliazioni, ma anche un anno di retroscena e di battaglie per riportarli a casa. Latorre e Girone restano in Italia, ma la storia non è finita. Ora è sotto tiro il nostro ambasciatore in India, Daniele Mancini, per il mancato rientro a Delhi dei marò.

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radio

18 febbraio 2014 | Radio Radio | intervento
India
Unità e Giornale d'accordo sui marò


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21 gennaio 2014 | Radio24 Melog cronache meridiane | intervento
India
I marò rischiano la pena di morte?


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15 gennaio 2014 | Zapping | intervento
India
I marò e la solita Italietta
I marò forse eviteranno la spada di Damocle della legge che prevede la pena di morte, ma in questo caso po­trebbero rischiare di tornare fra le grinfie del Kerala per venir giudicati. Lo scrive l’agenzia indiana Press Trust, mentre l’Italia ha chiesto alla Corte suprema di rimandare a casa i marò «in attesa del processo». Nel frattempo a Milano si festegge­rà con un galà la 65 ª Giornata naziona­le della Repubblica dell'India. Ed il 26 gennaio, il consolato di Delhi e l’or­chestra sinfonica Giuseppe Verdi hanno organizzato un concerto «de­dicato all’India in occasione della Fe­sta nazionale »all’auditorio della Fon­dazione Cariplo. Pecunia non olet, ma in pratica suoneremo per gli india­ni c­he da due anni trattengono Massi­miliano Latorre e Salvatore Girone.

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