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08 giugno 2017 - Attualità - Italia - Il Giornale
Al Reporter day 165 progetti giuni in finale
Fausto Biloslavo
Il conto alla rovescia per il «Reporter day» è iniziato. La grande iniziativa degli Occhi della guerra e del giornale.it per gli aspiranti giornalisti in prima linea sta entrando nella fase finale. Dei 650 progetti di reportage presentati sono stati selezionati 165 (vedi la lista dei candidati pubblicata sul sito). Il 22 giugno a Milano, nella sede del Giornale, quattro commissioni passeranno al setaccio le proposte per individuare le più belle ed originali. Il giorno dopo verranno annunciati i due progetti vincitori del «Reporter day». L\'evento si terrà nel pomeriggio del 23 giugno a Milano alla presenza di tutti i 165 finalisti, ma saranno invitati anche i lettori, cuore pulsante degli Occhi della guerra, che sostengono i reportage di qualità. Il premio in palio è il sogno di ogni reporter: realizzare il servizio sul campo con la copertura totale delle spese e vederlo pubblicato da una testata nazionale come il Giornale. «Mancano pochi giorni al Reporter Day e devo confessare che siamo tutti molto emozionati: oltre all\'annuncio dei vincitori il 23 giugno sarà un\'importante occasione per incontrare i veri protagonisti di questa bellissima avventura, i reporter e i lettori, grazie ai quali facciamo giornalismo innovativo e di qualità» sottolinea Laura Lesevre, anima degli Occhi della guerra.
I 165 candidati selezionati rispettano le proporzioni delle professionalità del totale delle domande: 67 giornalisti, 59 fotografi e 36 video maker. Il numero di uomini è superiore alle donne con un\'età media fra i 25 e 35 anni. I più giovani hanno 22 anni ed una grande passione per diventare reporter. In realtà c\'è chi si cimenta per la prima volta con un reportage e altri candidati che hanno già esperienze significative alle spalle. Qualcuno fa un altro lavoro, ma insegue il giornalismo sul campo e un candidato ha deciso di mettersi in gioco alla straordinaria età di 80 anni. La maggior parte degli aspiranti reporter selezionati sono italiani, ma non mancano gli stranieri provenienti da India, Turchia, Iran, Israele, Stati Uniti, Spagna, Algeria, Tunisia, Danimarca e connazionali che vivono all\'estero. 
I progetti di reportage sono fra i più vari. A cominciare dai servizi in prima linea con l\'obiettivo di diventare i nuovi Occhi della guerra. La maggioranza, però, si concentra sulle tematiche sociali, come l\'immigrazione, ambientali, nel campo sportivo, artistico sia in Italia che al di fuori dei confini nazionali. Il Giornale ha sempre creduto nei giovani fin dai tempi di Indro Montanelli. Nel 1988, quando chi scrive era tornato a casa dopo sette mesi di galera a Kabul ai tempi dell\'invasione sovietica per un reportage finito dietro le sbarre, il fondatore del Giornale mi aveva fatto pervenire una lettera di suo pugno. Caro giovane collega vorrei ospitare i suoi diari di prigionia a puntate sul nostro Giornale era il senso della missiva. A 26 anni Indro mi invitò a colazione a Milano per ascoltare, davanti ad un piatto di fettuccine, le disavventure afghane di un free lance poi pubblicate in 11 puntate sul Giornale. E alla fine aveva paragonato i miei racconti ai suoi ricordi di inviato di guerra: «Quella volta in Finlandia nel 1941 durante l\'avanzata verso Leningrado...».
www.gliocchidellaguerra.it

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06 giugno 2017 | Sky TG 24 | reportage
Terrorismo da Bologna a Londra
Fausto Biloslavo "Vado a fare il terrorista” è l’incredibile affermazione di Youssef Zaghba, il terzo killer jihadista del ponte di Londra, quando era stato fermato il 15 marzo dello scorso anno all’aeroporto Marconi di Bologna. Il ragazzo nato nel 1995 a Fez, in Marocco, ma con il passaporto italiano grazie alla madre Khadija (Valeria) Collina, aveva in tasca un biglietto di sola andata per Istanbul e uno zainetto come bagaglio. Il futuro terrorista voleva raggiungere la Siria per arruolarsi nello Stato islamico. Gli agenti di polizia in servizio allo scalo Marconi lo hanno fermato proprio perché destava sospetti. Nonostante sul cellulare avesse materiale islamico di stampo integralista è stato lasciato andare ed il tribunale del riesame gli ha restituito il telefonino ed il computer sequestrato in casa, prima di un esame approfondito dei contenuti. Le autorità inglesi hanno rivelato ieri il nome del terzo uomo sostenendo che non “era di interesse” né da parte di Scotland Yard, né per l’MI5, il servizio segreto interno. Il procuratore di Bologna, Giuseppe Amato, ha dichiarato a Radio 24, che "venne segnalato a Londra come possibile sospetto”. E sarebbero state informate anche le autorità marocchine, ma una fonte del Giornale, che ha accesso alle banche dati rivela “che non era inserito nella lista dei sospetti foreign fighter, unica per tutta Europa”. Non solo: Il Giornale è a conoscenza che Zaghba, ancora minorenne, era stato fermato nel 2013 da solo, a Bologna per un controllo delle forze dell’ordine senza esiti particolari. Il procuratore capo ha confermato che l’italo marocchino "in un anno e mezzo, è venuto 10 giorni in Italia ed è stato sempre seguito dalla Digos di Bologna. Abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare, ma non c'erano gli elementi di prova che lui fosse un terrorista. Era un soggetto sospettato per alcune modalità di comportamento". Presentarsi come aspirante terrorista all’imbarco a Bologna per Istanbul non è poco, soprattutto se, come aveva rivelato la madre alla Digos “mi aveva detto che voleva andare a Roma”. Il 15 marzo dello scorso anno il procuratore aggiunto di Bologna, Valter Giovannini, che allora dirigeva il pool anti terrorismo si è occupato del caso disponendo un fermo per identificazione al fine di accertare l’identità del giovane. La Digos ha contattato la madre, che è venuta a prenderlo allo scalo ammettendo: "Non lo riconosco più, mi spaventa. Traffica tutto il giorno davanti al computer per vedere cose strane” ovvero filmati jihadisti. La procura ha ordinato la perquisizione in casa e sequestrato oltre al cellulare, alcune sim ed il pc. La madre si era convertita all’Islam quando ha sposato Mohammed il padre marocchino del terrorista che risiede a Casablanca. Prima del divorzio hanno vissuto a lungo in Marocco. Poi la donna è tornata casa nella frazione di Fagnano di Castello di Serravalle, in provincia di Bologna. Il figlio jihadista aveva trovato lavoro a Londra, ma nella capitale inglese era entrato in contatto con la cellula di radicali islamici, che faceva riferimento all’imam, oggi in carcere, Anjem Choudary. Il timore è che il giovane italo-marocchino possa essere stato convinto a partire per la Siria da Sajeel Shahid, luogotenente di Choudary, nella lista nera dell’ Fbi e sospettato di aver addestrato in Pakistan i terroristi dell’attacco alla metro di Londra del 2005. "Prima di conoscere quelle persone non si era mai comportato in maniera così strana” aveva detto la madre alla Digos. Il paradosso è che nessuna legge permetteva di trattenere a Bologna il sospetto foreign fighter ed il tribunale del riesame ha accolto l’istanza del suo avvocato di restituirgli il materiale elettronico sequestrato. “Nove su dieci, in questi casi, la richiesta non viene respinte” spiega una fonte del Giornale, che conosce bene la vicenda. Non esiste copia del materiale trovato, che secondo alcune fonti erano veri e propri proclami delle bandiere nere. E non è stato possibile fare un esame più approfondito per individuare i contatti del giovane. Il risultato è che l’italo-marocchino ha potuto partecipare alla mattanza del ponte di Londra. Parenti e vicini cadono dalle nuvole. La zia acquisita della madre, Franca Lambertini, non ha dubbi: “Era un bravo ragazzo, l'ultima volta che l'ho visto mi ha detto “ciao zia”. Non avrei mai pensato a una cosa del genere".

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23 aprile 2012 | Premio Lago | reportage
Il premio Giorgio Lago: Arte, impresa, giornalismo, volontariato del Nord Est
Motivazione della Giuria: Giornalista di razza. Sempre sulla notizia, esposto in prima persona nei vari teatri di guerra del mondo. Penna sottile, attenta, con un grande amore per la verità raccontata a narrare le diverse vicende dell’uomo.

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03 febbraio 2012 | UnoMattina | reportage
Il naufragio di nave Concordia e l'allarme del tracciato satellitare


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20 giugno 2017 | WDR | intervento
Italia
Più cittadini italiani con lo ius soli
Estendere la cittadinanza italiana ai bambini figli di stranieri? È la proposta di legge in discussione in Senato in questi giorni. Abbiamo sentito favorevoli e contrari.

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