image
Intervista
13 aprile 2018 - Attualità - Siria - Il Giornale
“Un attacco alleato? Azione sciagurata che porta alla guerra”
Fausto Biloslavo
Paracadutista, veterano delle missioni più dure, comandante delle operazioni speciali, in servizio fino al 2016, il generale Marco Bertolini teme che un attacco Usa in Siria potrebbe allargare il conflitto fino al rischio di una guerra con i russi.
L\'attacco alleato in Siria sembra imminente. Cosa può accadere?
«Spero che non ci sia alcuna rappresaglia perché sarebbe un\'azione sciagurata per tutti noi. E il conflitto potrebbe allargarsi. La Siria è al centro di una situazione critica. Il Libano sarebbe il primo Paese a pagare le conseguenze di un intervento per la forte presenza di Hezbollah alleato di ferro di Assad. Se il Libano scoppia rischiano anche i nostri 1.100 uomini dispiegati come caschi blu».
I russi staranno a guardare?
«In Siria la Russia sta tutelando anche i suoi interessi geo strategici come la base navale di Tartus, lo sbocco sul Mediterraneo. I russi non staranno a guardare. Forse non reagiranno in maniera massiccia subito, ma dobbiamo aspettarci una risposta a stretto giro di posta».
C\'è il rischio di una terza guerra mondiale?
«Fin dai tempi della guerra fredda esiste un tacito accordo per il quale russi e americani non si scontrano mai direttamente, come stava per capitare con la crisi dei missili a Cuba. Se i due attori principali, russi e americani cominciano a lanciare e abbattere missili le conseguenze sono imprevedibili. Si rischia di venire trascinati in un tunnel estremamente pericoloso».
Israele potrebbe partecipare agli attacchi?
«Israele partecipa agli attacchi sulla Siria da sempre. L\'ultima volta lo ha fatto pochi giorni fa bombardando una base dove c\'erano ufficiali iraniani. Il premier Netanyahu si considera in guerra sia con la Siria che con l\'Iran. Gli israeliani stanno operando a ridosso delle alture del Golan per creare un\'area cuscinetto, dove stazionano i ribelli siriani anche i più estremisti».
Cosa pensa dell\'apparente attacco con armi chimiche a Douma?
«L\'utilizzo dei gas mi sembra senza senso perché i siriani stavano già vincendo a man bassa. Da tempo si sentiva parlare di azioni per fabbricare una specie di casus belli contro Damasco. Non credo che Assad sia un dittatoraccio a tutti i costi, che massacra il suo popolo senza nessuna motivazione militare. E per di più con il rischio di farsi bombardare per avere superato la linea rossa».
L\'Italia resterà fuori da questa escalation?
«Nello scenario peggiore dello scontro fra russi e americani, che implicasse l\'intervento della Nato noi ne facciano parte. Anche se lo scontro fosse a livello inferiore di fatto rappresentiamo le retrovie delle forze Usa, con le basi come Aviano, Camp Derby e Sigonella. In teoria le chiavi del portone (per qualsiasi azione militare che partisse da queste basi ndr) le abbiamo noi. Ma rifiutarne l\'utilizzo all\'alleato storico sarebbe politicamente molto difficile».
[continua]

video
18 febbraio 2016 | Terra! | reportage
La guerra dei russi in Siria
Chi l’avrebbe mai pensato di ritrovarmi faccia a faccia con i russi in Siria. Negli anni ottanta, durante l’invasione sovietica dell’Afghanistan, il faccia a faccia con l’Armata rossa mi costò sette mesi di galera a Kabul. Gli inviati Fausto Biloslavo, Sandra Magliani, Lorena Bari e Anna Migotto documentano la guerra in Siria, l’immigrazione, i profughi, i morti ed i bombardamenti L’immigrazione, la guerra in Siria, i morti, i profughi che premono alle frontiere della Turchia cercando un varco per l’Europa, i bombardamenti.

play
23 gennaio 2014 | Televisione Svizzera Italiana | reportage
I cristiani combattono
I cristiani in Siria vivono fra due fuochi e iniziano a difendersi, armi in pugno. 

Queste sono le giovani reclute del Sutoro, una milizia cristiana nel nord del paese travolto dalla guerra civile. Le immagini sono state girate dagli stessi miliziani.

I cristiani siriaci combattono al fianco dei curdi contro gli estremisti islamici di Al Qaida.

Il nome Sutoro deriva da un’antica preghiera in aramaico, la lingua di Gesù Cristo.

Dall’Europa non partono per la Siria solo volontari della guerra santa islamica.

Ma pure giovani cristiani per proteggere le loro comunità minacciate di estinzione. 
Come raccontano i rappresentanti della diaspora cristiana nel vecchio continente.

Da Locarno è partito per la Siria Johann Cosar, un ex sergente dell’esercito elvetico. 
Ufficialmente per documentare le sofferenze dei cristiani, ma in realtà ha dato una mano ad addestrare la milizia del Sutoro.
Dei volontari cristiani in Siria, giunti dall'Europa, parla il rappresentante del Centro culturale mesopotamico di Locarno

Sait il padre di Johan Cosar, il giovane di Locarno partito per la Siria, è un cittadino svizzero ed esponente di spicco del Partito che ha fondato la milizia cristiana. 

I servizi segreti di Damasco lo hanno arrestato lo scorso agosto.

La famiglia non parla con la stampa ma a Berna il Dipartimento federale degli Esteri è informato del caso.

Il governo siriano sostiene che Sait Cosar sia morto per infarto. 

Duecentomila cristiani sono già fuggiti dalla guerra civile. 
I loro rappresentanti, assieme ai curdi, avevano chiesto all’Onu di partecipare a Ginevra 2, senza ottenere risposta.
Nel futuro della Siria, per i cristiani, è in gioco la sopravvivenza.

play
09 settembre 2013 | Tg5 | reportage
La battaglia di Maalula perla cristiana
Fausto Biloslavo, appena arrivato in Siria si trova al centro degli scontri tra governanti e ribelli. Il video terribile ed il racconto della battaglia

play
[altri video]
radio

23 gennaio 2014 | Radio Città Futura | intervento
Siria
La guerra continua


play

02 luglio 2015 | Radio24 | intervento
Siria
La famiglia jihadista
"Cosa gradita per i fedeli!!! Dio è grande! Due dei mujaheddin hanno assassinato i fumettisti, quelli che hanno offeso il Profeta dell'Islam, in Francia. Preghiamo Dio di salvarli”. E’ uno dei messaggi intercettati sulla strage di Charlie Hebdo scritto da Maria Giulia Sergio arruolata in Siria nel Califfato. Da ieri, la prima Lady Jihad italiana, è ricercata per il reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale. La procura di Milano ha richiesto dieci mandati di cattura per sgominare una cellula “familiare” dello Stato islamico sotto indagine da ottobre, come ha scritto ieri il Giornale, quando Maria Giulia è arrivata in Siria. Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ha spiegato, che si tratta della “prima indagine sullo Stato Islamico in Italia, tra le prime in Europa”.

play

02 dicembre 2015 | Radio uno Tra poco in edicola | intervento
Siria
Tensione fra Turchia e Russia
In collegamento con Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa. In studio conduce Stefano Mensurati.

play

[altri collegamenti radio]