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17 maggio 2018 - Prima - Bosnia - Il Giornale
La sfida di Erdogan all’Europa Un comizio turco a Sarajevo
I l «sultano» sfiderà l\\\'Europa a Sarajevo. La prossima domenica il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, terrà il primo e unico comizio all\\\'estero della sua campagna elettorale nel cuore dei Balcani. L\\\'uomo forte di Ankara ha fortemente voluto il voto anticipato del 24 giugno per il rinnovo del parlamento e della presidenza con l\\\'obiettivo di conquistare il potere assoluto.
Per farlo ha bisogno pure dei turchi che vivono all\\\'estero. Nell\\\'Unione europea i suoi connazionali sono ben 3 milioni, ampio bacino di voti del partito di Erdogan, Giustizia e sviluppo. Non a caso Germania, Austria e Belgio dove vive la maggioranza dei turchi nella Ue, hanno vietato raduni elettorali sul loro territorio anche al neo «sultano».
Per questo motivo Erdogan sta preparando un mega comizio a Sarajevo, dove arriveranno i turchi di mezza Europa. La stampa di Berlino segnala da giorni che sono previsti centinaia di autobus dalla Germania. Qualche secolo fa i giannizzeri sono passati da Sarajevo per puntare su Vienna. Adesso Erdogan usa le armi della propaganda con l\\\'obiettivo di penetrare nel ventre molle dell\\\'Europa. Il grande raduno si terrà nello storico palazzetto dello sport Zetra costruito per le Olimpiadi, poi semi distrutto dalla guerra e adesso ristrutturato. L\\\'edificio può ospitare 20mila persone, ma ci si attende una folla ancora più ampia. E al fianco di Erdogan ci sarà anche l\\\'amico personale, Bakir Izetbegovic, membro musulmano della presidenza bosniaca.
Sarajevo si è spaccata in due generando sui social i fronti contrapposti. «Benvenuto Sultano, unico amico del nostro popolo nei Balcani» si legge sulla pagina Facebook in appoggio alla visita. «Dittatore» è il secco giudizio dei rivali, i «Cittadini di Sarajevo contro il meeting di Erdogan». Il leader serbo bosniaco, Milorad Dodik ha accusato la Turchia «di sostenere» smaccatamente solo la «parte musulmana» di Bosnia. L\\\'ambasciatore austriaco ha criticato l\\\'idea del presidente turco di tenere un comizio a Sarajevo nel cuore, storicamente esplosivo, dei Balcani.
La cancelliera Angela Merkel ha dichiarato «di essere molto preoccupata» del raduno politico ai tre rappresentanti della presidenza bosniaca in visita a Berlino. Negli ultimi giorni in Germania è scoppiata l\\\'ennesima polemica con la Turchia dopo la pubblicazione delle foto dei campioni della nazionale tedesca di calcio, Mesut Özil e Ilkay Gündogan, di origini turche assieme ad Erdogan. Il «sultano» aveva bollato il divieto di Berlino a tenere comizi in Germania come «reminiscenze del passato nazista». Le foto sono state messe in rete dal partito Akp del presidente turco. E i tedeschi hanno chiesto, invano, la loro esclusione dalla nazionale.
Erdogan userà Sarajevo come palcoscenico per sfidare la Ue, che a breve difficilmente aprirà le braccia all\\\'ingresso della Turchia tanto agognato da Ankara. E probabilmente tornerà ad attaccare Israele dopo i sanguinosi scontri fra palestinesi ed israeliani a ridosso della striscia di Gaza. Venerdì ha convocato ad Istanbul l\\\'Organizzazione per la cooperazione islamica e scatenato una «guerra» diplomatica con lo Stato ebraico. La Turchia ha richiamato l\\\'ambasciatore da Israele e dagli Stati Uniti, che hanno aperto la loro sede diplomatica a Gerusalemme. Ankara ha espulso l\\\'ambasciatore israeliano Eitan Naeh sottoponendolo a un\\\'umiliante perquisizione in aeroporto ripresa dalla tv pubblica. Erdogan ha accusato gli israeliani di «genocidio» nei confronti dei palestinesi. Il premier ebraico Benjamin Netanyahu ha risposto che non prende lezioni da chi «ha le mani sporche del sangue di un numero incalcolabile di civili curdi in Turchia e in Siria». Il parlamento israeliano potrebbe votare a breve il riconoscimento del genocidio armeno aggiungendo altra benzina sul fuoco. E Yair il figlio di Netanyahu, privato cittadino, ieri su Instagram ha scritto «la Turchia si f...».
[continua]

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18 luglio 2019 | Tg4 | reportage
Il "gioco" della rotta balcanica
(are you going to play the game?) Il “gioco” così i migranti della rotta balcanica chiamano il viaggio clandestino dalla Bosnia all’Italia Ale Siljdedic portavoce polizia Negli ultimi due anni sono passati nel nostro cantone dai 15mila a 20mila migranti La Bosnia è un imbuto con almeno 8mila migranti, come questi algerini, giunti dalla Turchia che ogni giorno cercano in qualsiasi modo di arrivare nell’Unione europea L’autista compiacente che ha fatto pagare il biglietto il doppio scarica i migranti all’incrocio per la Croazia Prima del calare del buio i migranti si fermano per rifocillarsi a un passo dalla casa di un bosniaco che ha lavorato per anni in Italia (Edin Brkic) Vicino al confine i migranti si nascondono in case diroccate e marciano di notte per avvicinarsi ai punti di passaggio Come questo valico apparentemente non sorvegliato, ma i croati usano le camere termiche per individuare nel buio i clandestini I migranti ci provano anche di giorno a raggiungere la Croazia infilandosi nelle piantagioni di mais per non farsi vedere e nei campi aperti si mettono a correre nella speranza di non venire notati dalle pattuglie croate, che hanno a disposizione anche droni i croati, se intercettano i migranti li rimandano in Bosnia sequestrandogli tutto, pure le scarpe Siamo arrivati alla frontiera con l’Europa in mezzo alla boscaglia

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16 luglio 2019 | Tg4 | reportage
Bosnia, Lampedusa terrestre
In Bosnia, una gigantesca Lampedusa terrestre, arrivano un centinaio di migranti al giorno. E si incamminano verso il nostro paese per entrare in Europa 00. 12 - “Non ho documenti. Tutti noi del Bangladesh adesso andiamo in Italia” E prima di affrontare i dieci giorni di viaggio soprattutto a piedi consultano le mappe con i campi minati della guerra nell’ex Yugoslavia Uno dei punti di partenza è questa tendopoli allestita dalle autorità a Vucjak nella Bosnia nord occidentale La croce rossa locale fa quelle che può distribuendo viveri per circa 500 migranti in gran parte pachistani e addirittura nepalesi, che tentano più volte di arrivare a Trieste 00.50 “Sono dell’Afghanistan e sto viaggiando da 4 anni per venire in Europa. Ieri sono stato deportato dalla Slovenia di nuovo in Bosnia” E la tensione è alle stelle con scontri etnici fra i migranti. Secondo la polizia locale sono stati registrati negli ultimi mesi 489 incidenti spesso per soldi o telefonini Soprattutto a Bihac dove i migranti si incontrano per strada 1.23- “Chi ti ha assalito. Chi?” “Penso afghani e pachistani” “Altri migranti?” “Altri migranti” Al campo di Vuciak, che significa tana del lupo, l’acqua arriva con le autopompe. Solo nel cantone di Bihac, sul confine più a nord ovest con la Croazia, ci sarebbero 4500 migranti in 5 centri e altri in sistemazioni private. Li aiutano anche alcune volontarie italiane 1.53 - Mirian Ong delle Acli

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16 luglio 2019 | Quarta repubblica | reportage
I migranti da Sarajevo all'Italia
In Bosnia ci sono ottomila migranti che vogliono passare il confine croato per venire in Italia Si infilano anche di giorno nelle piantagioni di granturco E in campo aperto corrono per non farsi individuare dalle pattuglie della polizia croata che utilizza pure i droni Attraverso la boscaglia, che i migranti chiamano giungla, ci mettono dieci giorni a piedi per raggiungere Trieste Siamo arrivati sul confine europeo della Croazia in mezzo al nulla Fra i 100 e 200 migranti arrivano ogni sera con il treno da Sarajevo nell’imbuto della Bosnia nord occidentale Sono giunti fino a qui lungo la rotta balcanica via Turchia, Grecia, Macedonia e Serbia La polizia federale carica i migranti su un pullman per rimandarli indietro verso la parte serba della Bosnia, ma è una farsa Si incamminano lungo la strada asfaltata… e spariscono…. il giorno dopo riprendono il cammino verso i campi di accoglienza del cantone di Bihac vicini al confine croato A Vuciak, che significa tana del lupo, è stata montata una tendopoli Sono in 500, soprattutto pachistani e bengalesi, che non scappano dalle guerre come questo gruppetto Gli scontri fra migranti, per soldi o telefonini, sono all’ordine del giorno La Bosnia nord occidentale è una grande Lampedusa terrestre dove sono passati dal 2017 20mila migranti illegali diretti in Europa E la popolazione è esasperata Il “gioco” così i migranti chiamano il viaggio clandestino dalla Bosnia Ogni giorno escono dai campi con zaino e sacco a pelo e si dirigono alla stazione degli autobus L’autista compiacente che ha fatto pagare il biglietto il doppio scarica i migranti all’incrocio per la Croazia A ridosso del confine si fermano e si nascondono nelle case abbandonate Si muovono soprattutto con il buio grazie ai percorsi su Google map inviati via telefonino da chi ce l’ha fatta ma solo il 10% passa al primo tentativo. I croati li intercettano con le camere termiche, li pestano e rimandano in Bosnia dopo averli sequestrato anche le scarpe E i migranti ritentano il gioco dell’oca anche venti volte fino a quando non arrivano a Trieste

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