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18 settembre 2018 - Interni - Tunisia - Il Giornale
Solo metà rispediti a casa Il freno sono gli accordi
Fausto Biloslavo
Solo la metà dei tunisini arrivati in Italia dall\'inizio dell\'anno è stata rimpatriata. Il problema è il farraginoso accordo con Tunisi che prevede un massimo di due charter alla settimana per un totale di 80 clandestini. E se un aereo si guasta non si può aggiungere un terzo volo la settimana dopo. Per questo motivo oggi al Viminale si riunirà il tavolo tecnico italo-tunisino con l\'obiettivo di rivedere il meccanismo dei rimpatri. 
Quest\'anno i tunisini sono ormai la prima nazionalità fra i migranti che arrivano nel nostro Paese. Fino a ieri erano 4.321, il 21% del totale, più degli eritrei al secondo posto. Gli arrivi dalla Libia sono crollati, ma si è riaperta la rotta più breve dalla Tunisia. Sopratutto con i cosiddetti sbarchi fantasma direttamente a Lampedusa oppure in Sicilia con barchini di legno o gommoni. In termini generali siamo, però, ai minimi storici: a ieri sono stati registrati 20.777 migranti rispetto agli oltre 102mila per tutto lo scorso anno. 
Gli ultimi rimpatri sono scattati ieri con 40 tunisini rimandati a casa, che facevano parte dei 130 sbarcati a Lampedusa sabato. Secondo i dati del Viminale dei 3.515 tunisini arrivati fino a settembre ne sono stati allontanati 1.812, compresi quelli rimandati indietro alle frontiere terrestri. I rimpatriati veri e proprio sono 1.633. Il grosso degli altri, 1.681, sono «i non ottemperanti all\'ordine del questore». In pratica ricevono il foglio di via, ma si rendono irreperibili. 
I tunisini non hanno diritto all\'asilo, ma possono sperare in un permesso di soggiorno per motivi umanitari, che fino al precedente governo veniva concesso con manica larga. Oppure ricevono il foglio di via che in teoria li obbliga al rientro in patria entro 15 giorni, ma nessuno ritorna. Dal 2015 i tunisini che sbarcano a Lampedusa possono venire trasferiti sulla terraferma solo se accettano l\'identificazione. Se poi spariscono e vengono pizzicati in un altro Paese europeo, li rimandano in Italia.
Il gioco dell\'oca si complica con le rigide procedure di rimpatrio. L\'accordo con la Tunisia prevede regole semplificate solo per i clandestini che sbarcano sulle coste siciliane. Il personale del consolato di Palermo li interroga sulla loro identità e vengono rimandati a casa in aereo. I charter possono essere al massimo due alla settimana, lunedì è giovedì, per circa 40 tunisini a volo. La scorta di agenti di polizia comporta un esborso non indifferente. Se un aereo si guasta non si può aggiungere un terzo volo la settimana dopo.
Gli altri intercettati sul resto del territorio italiano vengono trasferiti negli ancora pochi Cpr, i centri di espulsione. Dopo l\'identificazione da parte delle autorità consolari tunisine possono venire rimpatriati. 
Alla riunione tecnica di oggi a Roma con i funzionari di Tunisi il ministro dell\'Interno rivolgerà solo un saluto di cortesia, ma Matteo Salvini ha già chiarito la linea italiana. «Stiamo lavorando per cambiare accordi che altri ci hanno lasciato assolutamente insoddisfacenti - ha dichiarato il vice premier - Voli charter già ne partono per la Tunisia settimanalmente, l\'importante è che ne partano di più e con più gente a bordo». Gli accordi sono segreti, ma all\'inizio potevano partire solo 20 tunisini alla volta. Poi sono raddoppiati. L\'obiettivo del Viminale è incrementare il numero di rimpatri velocizzando le operazioni.
[continua]