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25 febbraio 2021 - Attualità - Italia - Il Giornale
Immigrazione clandestina, indagato il capo di una Ong
Una trentina di indagati per favoreggiamento dell\'immigrazione clandestina, compreso il fondatore di un\'associazione di talebani dell\'accoglienza, 18 misure cautelari fra arresti e domiciliari, che accendono i riflettori sulla rotta balcanica. La Procura di Trieste ha aperto un\'inchiesta su una rete di passeur curdi, che favorivano l\'arrivo in Italia dei migranti provenienti dalla Bosnia. «Le indagini sono ancora in corso» conferma al Giornale, il procuratore capo del capoluogo giuliano, Antonio De Nicolo. Le misure cautelari sono state eseguite nelle ultime 48 ore. Il pallino dell\'operazione è nelle mani della Digos. Non a caso la nota della Questura parla di un\'operazione «volta a contrastare un\'organizzazione criminale, finalizzata all\'ingresso e al transito in territorio nazionale di immigrati irregolari, a scopo di lucro». E poi aggiunge qualcosa di più: «L\'attività investigativa è stata condotta dalla Digos di Trieste, supportata dal Servizio per il Contrasto all\'Estremismo e Terrorismo Esterno». Gli indagati, alcuni ricercati, sono curdi, ma secondo la Procura non fanno parte dei organizzazioni paramilitari come il Pkk. Sicuramente una bella fetta utilizzava Trieste come base e coordinava gli arrivi trovando alloggio e aiutando i migranti a proseguire verso altre destinazioni. Una base logistica che sguazzava con gli oltre 6mila arrivi lungo la rotta balcanica dello scorso anno, nonostante il Covid.
Nell\'inchiesta è finito come indagato Gian Andrea Franchi fondatore assieme alla moglie dell\'associazione pro migranti Linea d\'ombra. Sulla loro pagina Facebook un video girato con il telefonino da una straniera mostra una macchina piena di viveri, indumenti e altro materiale di supporto per chi si imbarca nella rotta balcanica. In ottobre erano arrivati a Trieste a dare man forte a Linea d\'ombra gruppi di estremisti di sinistra di centri sociali e associazioni venete e trentine. Sui passaggi della rotta balcanica lungo il Carso triestino avevano lasciato alimenti per i migranti con scritte «fuck police». E addirittura imbrattato un rudere inneggiando in inglese «ai fascisti nelle foibe» e dando «il benvenuto ai rifugiati».
Ad 84 anni Franchi rimane un attivista estremo e politicizzato dell\'accoglienza, ma non è chiaro l\'eventuale collegamento con la rete dei curdi. Anche se avrebbe ospitato un iraniano con la famiglia, che forse ha attirato l\'attenzione della Digos per il suo passato militare. Il «migrante» è stato accompagnato in stazione e qualcuno lo avrebbe portato ad un bancomat o fornito dei soldi.
Linea d\'ombra ha pubblicato un duro comunicato spiegando che «sono stati sequestrati i telefoni personali, oltre ai libri contabili dell\'associazione, alla ricerca di prove per un\'imputazione di favoreggiamento dell\'immigrazione clandestina che noi contestiamo, perché utilizzata in modo strumentale per colpire la solidarietà». E ovviamente «oggi, in Italia, regalare scarpe, vestiti e cibo a chi ne ha bisogno per sopravvivere è un\'azione perseguitata più che l\'apologia al fascismo».
A sinistra si sono subito levati gli scudi contro «la criminalizzazione» delle Ong. Come se i talebani dell\'accoglienza fossero sempre al di sopra della legge in nome della solidarietà ai migranti. Il procuratore De Nicolo spiega al Giornale che «le affermazioni sulla criminalizzazione sono risibili. L\'inchiesta serve proprio a distinguere chi ha commesso un reato e chi non ha agito per scopo di lucro. Verrà chiarito se qualcuno non sapeva che dietro al suo impegno umanitario si svolgevano attività illecite. Vedremo più avanti. Le indagini sono in corso».
[continua]

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16 febbraio 2007 | Otto e Mezzo | reportage
Foibe, conflitto sulla storia
Foibe, conflitto sulla storia

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26 agosto 2023 | Tgcom24 | reportage
Emergenza migranti
Idee chiare sulla crisi dagli sbarchi alla rotta balcanica.

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10 giugno 2008 | TG3 regionale | reportage
Gli occhi della guerra.... a Bolzano /1
Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, non dimentica i vecchi amici scomparsi. Il 10 giugno ha visitato a Bolzano la mostra fotografica “Gli occhi della guerra” dedicata ad Almerigo Grilz. La mostra è stata organizzata dal 4° Reggimento alpini paracadutisti. Gli ho illustrato le immagini forti raccolte in 25 anni di reportage assieme ad Almerigo e Gian Micalessin. La Russa ha ricordato quando "sono andato a prendere Fausto e Almerigo al ritorno da uno dei primi reportage con la mia vecchia 500 in stazione a Milano. Poco dopo li hanno ricoverati tutti e due per qualche malattia". Era il 1983, il primo reportage in Afghanistan e avevamo beccato l'epatite mangiando la misera sbobba dei mujaheddin, che combattevano contro le truppe sovietiche.

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radio

15 marzo 2018 | Radio Radicale | intervento
Italia
Missioni militari e interesse nazionale
https://www.radioradicale.it/scheda/535875/missioni-militari-e-interesse-nazionale Convegno "Missioni militari e interesse nazionale", registrato a Roma giovedì 15 marzo 2018 alle 09:23. L'evento è stato organizzato da Center for Near Abroad Strategic Studies. Sono intervenuti: Paolo Quercia (Direttore del CeNASS, Center for Near Abroad Strategic Studies), Massimo Artini (vicepresidente della Commissione Difesa della Camera dei deputati, Misto - Alternativa Libera (gruppo parlamentare Camera)), Fausto Biloslavo (giornalista, inviato di guerra), Francesco Semprini (corrispondente de "La Stampa" da New York), Arije Antinori (dottore di Ricerca in Criminologia ed alla Sicurezza alla Sapienza Università di Roma), Leonardo di marco (generale di Corpo d'Armata dell'Esercito), Fabrizio Cicchitto (presidente della Commissione Affari esteri della Camera, Area Popolare-NCD-Centristi per l'Europa). Tra gli argomenti discussi: Difesa, Esercito, Esteri, Forze Armate, Governo, Guerra, Informazione, Italia, Ministeri, Peace Keeping, Sicurezza. La registrazione video di questo convegno ha una durata di 2 ore e 46 minuti. Questo contenuto è disponibile anche nella sola versione audio

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03 giugno 2019 | Radio Scarp | intervento
Italia
Professione Reporter di Guerra


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27 gennaio 2020 | Radio 1 Italia sotto inchiesta | intervento
Italia
Esercito e siti ebraici
Fausto Biloslavo I nostri soldati rispettano la giornata della Memoria dell’Olocausto non solo il 27 gennaio, ma tutto l’anno. L’esercito, con l’operazione Strade sicure, schiera 24 ore al giorno ben 700 uomini in difesa di 58 siti ebraici sul territorio nazionale. Tutti obiettivi sensibili per possibile attentati oppure oltraggi anti semiti. “Per ora non è mai accaduto nulla anche grazie alla presenza dei militari, che serve da deterrenza e non solo. Il senso di sicurezza ha evitato episodi di odio e minacce ripetute come in Francia, che rischiano di provocare un esodo della comunità ebraica” spiega una fonte militare de il Giornale. I soldati, che si sono fatti le ossa all’estero, sorvegliano, quasi sempre con presidi fissi, 32 sinagoghe o tempi ebraici, 9 scuole, 4 musei e altri 13 siti distribuiti in tutta Italia, ma soprattutto al nord e al centro. La città con il più alto numero di obiettivi sensibili, il 41%, è Milano. Non a caso il comandante del raggruppamento di Strade sicure, come in altre città, è ufficialmente invitato alle celebrazioni del 27 gennaio, giorno della Memoria. Lo scorso anno, in occasione dell’anniversario della nascita dello Stato di Israele, il rappresentante della comunità ebraica di Livorno, Vittorio Mosseri, ha consegnato una targa al comandante dei paracadustisti. “Alla brigata Folgore con stima e gratitudine per il servizio di sicurezza prestato nell’ambito dell’operazione Strade sicure contribuendo con attenzione e professionalità al sereno svolgimento delle attività della nostro comunità” il testo inciso sulla targa. In questi tempi di spauracchi anti semiti l’esercito difende i siti ebraici in Italia con un numero di uomini praticamente equivalente a quello dispiegato in Afghanistan nel fortino di Herat. Grazie ad un’esperienza acquisita all’estero nella protezione delle minoranze religiose, come l’antico monastero serbo ortodosso di Decani in Kosovo. “In ogni città dove è presente la comunità ebraica esiste un responsabile della sicurezza, un professionista che collabora con le forze dell’ordine ed i militari per coordinare al meglio la vigilanza” spiega la fonte del Giornale. Una specie di “assessore” alla sicurezza, che organizza anche il sistema di sorveglianza elettronica con telecamere e sistemi anti intrusione di avanguardia su ogni sito. Non solo: se in zona appare un simbolo o una scritta anti semita, soprattuto in arabo, viene subito segnalata, fotografata, analizzata e tradotta. “I livelli di allerta talvolta si innalzano in base alla situazione internazionale” osserva la fonte militare. L’ultimo allarme ha riguardato i venti di guerra fra Iran e Stati Uniti in seguito all’eliminazione del generale Qassem Soleimani. Roma è la seconda città per siti ebraici presidiati dai militari compresi asili, scuole e oratori. Le sinagoghe sono sorvegliate pure a Napoli, Verona, Trieste e quando necessario vengono disposte le barriere di cemento per evitare attacchi con mezzi minati o utilizzati come arieti. A Venezia i soldati garantiscono la sicurezza dello storico ghetto. A Livorno e in altre città sono controllati anche i cimiteri ebraici. Una residenza per anziani legata alla comunità è pure nella lista dei siti protetti a Milano. Ed i militari di Strade sicure nel capoluogo lombardo non perdono d’occhio il memoriale della Shoah, lo sterminio degli ebrei voluto da Hitler.

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03 gennaio 2011 | Radio Capodistria - Storie di bipedi | intervento
Italia
Gli occhi della guerra
Le orbite rossastre di un bambino soldato, lo sguardo terrorizzato di un prigioniero che attende il plotone di esecuzione, l’ultimo rigagnolo di vita nelle pupille di un ferito sono gli occhi della guerra incrociati in tanti reportage di prima linea. Dopo l’esposizione in una dozzina di città la mostra fotografica “Gli occhi della guerra” è stata inaugurata a Trieste. Una collezione di immagini forti scattate in 25 anni di reportage da Fausto Biloslavo, Gian Micalessin e Almerigo Grilz, ucciso il 19 maggio 1987 in Mozambico, mentre filmava uno scontro a fuoco. La mostra, che rimarrà aperta al pubblico fino al 20 gennaio, è organizzata dall’associazione Hobbit e finanziata dalla regione Friuli-Venezia Giulia. L’esposizione è dedicata a Grilz e a tutti i giornalisti caduti in prima linea. Il prossimo marzo verrà ospitata a Bruxelles presso il parlamento europeo.Della storia dell'Albatross press agency,della mostra e del libro fotografico Gli occhi della guerra ne parlo a Radio Capodistria con Andro Merkù.

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20 giugno 2017 | WDR | intervento
Italia
Più cittadini italiani con lo ius soli
Estendere la cittadinanza italiana ai bambini figli di stranieri? È la proposta di legge in discussione in Senato in questi giorni. Abbiamo sentito favorevoli e contrari.

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