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Reportage
08 marzo 2021 - Attualità - Iraq - Il Giornale
La benedizione della Madonna vandalizzata dal Califfato
Erbil (Irak) Papa Francesco sparge l\\\'incenso all\\\'inizio della messa sul grande altare nello stadio di Erbil e si avvicina subito alla statua bianca e celeste della Madonna decapitata dai tagliagole dello Stato islamico. Bergoglio avvolge la teca che protegge la Vergine Maria oltraggiata con il fumo grigio, antico e sacro, in segno di benedizione.
Alla vigilia della visita del Santo Padre in Irak, il Giornale aveva rivelato la storia della Vergine Maria vandalizzata dai seguaci del Califfo. Nella loro furia iconoclasta contro i simboli religiosi dei cristiani bollati come infedeli, gli estremisti della guerra santa hanno pure mozzato le mani alla povera statua.
La scultura religiosa era esposta da generazioni nella chiesa di Sant\\\'Addai, a Karemlash, uno dei villaggi della piana di Ninive, il cuore dei cristiani in Irak, che sono stati brutalmente occupati dall\\\'Isis nell\\\'estate del 2014 costringendo 120mila persone all\\\'esodo nel Kurdistan iracheno.
Padre Paolo Thabit Mekko è il responsabile della comunità cristiana, che a singhiozzo sta tornando nelle sue case distrutte dalla guerra contro il Califfato. «Dopo la liberazione ho trovato la Madonna gettata a terra con disprezzo. Testa e mani tagliate, che sono riuscito a recuperare», racconta il sacerdote. Ad Erbil, «capitale» del Kurdistan iracheno, Malik Kadifa, ha restaurato negli ultimi giorni la statua riattaccando testa e mani «ma lasciando evidenti i segni del crimine commesso dai terroristi». Kadifa, figlio di un\\\'antica famiglia vittima del genocidio turco, aveva confermato al Giornale: «Porteremo la statua alla messa del Papa per farla benedire. E ricordare che i cristiani, nonostante le persecuzioni, devono resistere».
Francesco ha riservato un altro grande onore ai cristiani di Karemlash. Padre Paolo ha usato i pezzi di legno della sua chiesa bruciata dall\\\'Isis per assemblare una croce. A Mosul, dopo la cerimonia fra le macerie della guerra al Califfato, il Santo Padre «ha baciato la croce, un sigillo che la nostra comunità cristiana potrà rinascere dopo il buio e le violenze».
FBil
[continua]

video
12 febbraio 2008 | Top Secret Rete 4 | reportage
Iraq: il caso Calipari
Fausto Biloslavo e Barbara Schiavulli parlano di Nicola Calipari il numero due del Sismi ucciso ad un posto di blocco americano in Iraq, mentre portava in salvo Giuliana Sgrena, la giornalista del Manifesto sequestrata a Baghdad nel 2005. Con Claudio Brachino si parla anche della missione italiana ad An Nassiryah e dell'impegno militare in Afghanistan.

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28 novembre 2014 | SKY TG 24 | reportage
Cristiani perseguitati
La storia dimenticata dei profughi cristiani in Iraq.

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06 marzo 2010 | Rai News 24 | reportage
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Sei anni dopo la strage non si fermano le polemiche sulla mancata sicurezza della base e sulle responsabilità dei comandanti.

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radio

26 agosto 2010 | Radio Anch'io - Radio Uno | intervento
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Missione compiuta?
Il ritiro del grosso dei soldati americani lascia un paese ancora instabile, ma la missione è in parte compiuta.

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06 ottobre 2015 | Zapping Rai Radio 1 | intervento
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Raid italiani in Iraq?
Raid italiani le ipotesi:Paolo Magri dir.Ispi,Fausto Biloslavo corrispondente Il Giornale.

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31 ottobre 2010 | Nuova Spazio Radio | intervento
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I rapporti Usa che smonterebbero la versione italiana di un episodio della battaglia dei ponti ad An Nassiryah e la morte accidentale di un paracadutista in Iraq sono la classica tempesta in un bicchier d’acqua. Le rivelazioni di Wikileaks sugli italiani della missione Antica Babilonia derivano dagli stessi rapporti scritti dal nostro contingente, che lungo la catena di comando arrivavano fino al quartier generale americano a Baghdad. E altro ancora.

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14 giugno 2014 | Radio24 | intervento
Iraq
L'avanzata del Califfato
Il califfato con Baghdad capitale, Corano e moschetto, mani amputate ai ladri, nemici crocefissi, tasse islamiche, donne chiuse in casa ed Occidente nel mirino con l’obiettivo di governare il mondo in nome di Allah. Questo è lo “Stato islamico dell’Iraq e della Siria” (Isis), che sta conquistando città dopo città rischiando di far esplodere il Medio Oriente.

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