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20 aprile 2024 - Attaualità - Ucraina - Il Giornale
I 4 siti nucleari del regimo e quelle’attività “frenetica” che ora spaventa il mondo
Il limitato contrattacco israeliano è un messaggio, che lo Stato ebraico può colpire obiettivi critici del programma nucleare iraniano. Il mini bombardamento con droni nella zona di Isfahan avrebbe interessato proprio l’area di Zerdenjan vicino «alla montagna dell’energia atomica», ha riportato l’agenzia Tasnim, braccio mediatico ufficioso dei Pasdaran. L’impianto di Isfahan è composto da tre piccoli reattori di ricerca forniti dalla Cina e gestisce altre attività del programma nucleare civile iraniano. Centoventi chilometri più a nord c’è il sito sotterraneo di Natanz, per l’arricchimento dell’uranio, preso ripetutamente di mira dai sabotaggi del Mossad. I siti principali sono quattro: oltre a Isfahan e Natanz vanno considerati Arak e Fordow. Isfahan è un impianto industriale dove l’uranio è convertito in esafluoruro d’uranio, per poi venire lavorato nel processo di arricchimento che può portare alla bomba. L’arricchimento avviene grazie a migliaia di centrifughe nei siti di Natanz e Fordow, sotto la lente dell’agenzia atomica dell’Onu (Aiea). Se Natanz è sotterraneo, Fordow risulta ancora più protetto, essendo ricavato in una lunga galleria scavata nel fianco di una montagna. I piani per attaccare questi siti con bombe anti bunker che possono penetrare in profondità esistono, ma solo sulla carta. Un bersaglio meno ostico è il reattore al plutonio di Arak. Dal punto di vista simbolico la centrale nucleare di Busher, l’unica iraniana, che nei prossimi anni passerà da 1 reattore a 5 grazie a forniture russe. Durante la guerra con l’Irak, la calotta era stata centrata da un missile, ma con la centrale ancora in costruzione. Busher fa parte del programma atomico civile, non soggetto a particolari restrizioni internazionali e supervisionato dall’Aiea. Il nodo è l’arricchimento dell’uranio. L’ultimo rapporto Onu di febbraio denuncia «un cambiamento allarmante» secondo il Washington Post. «Gli ispettori hanno assistito a un’attività frenetica - scrive il quotidiano Usa nuove apparecchiature installate, che producono uranio arricchito a velocità sempre più elevate e un’espansione in corso che potrebbe presto raddoppiare la produzione». Sotto la lente c’è sempre Fordow, che ha raggiunto un livello di arricchimento del 60%. Al 90% gli iraniani saranno in grado di produrre la bomba. L’Iran continua ad assicurare la comunità internazionale di non avere alcuna intenzione di arrivare alle armi nucleari. La stessa guida suprema, Alì Khamenei, aveva emesso una fatwa (editto religioso) nel 2023 contro gli arsenali atomici. E ovviamente Teheran accusa l’Occidente di doppio standard nei confronti degli ordigni nucleari israeliani. Secondo il Financial Times i Guardiani della rivoluzione hanno esplicitamente ammesso che l’Iran potrebbe rivedere la sua politica nucleare. Il generale Ahmad Haq Talab, responsabile della sicurezza dei siti atomici, ha affermato che «riconsiderare la dottrina e le politiche nucleari dell’Iran è probabile e immaginabile, se il regime sionista minaccia di attaccare i centri del nostro Paese».
[continua]

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07 marzo 2014 | TG5 | reportage
In Crimea arrivano i volontari serbi
SEBASTOPOLI - Folti barboni, mimetiche, coltellacci alla cintola e sulla spalla il teschio con le tibie incrociate, simbolo del sacrificio in nome del popolo slavo. Si presenta così una ventina di cetnici, i paramilitari serbi, arrivati in Crimea per dare man forte ai filo russi. Non è stato facile trovare l’avanguardia dei “lupi” come vengono chiamati i volontari giunti dalla Serbia.

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01 febbraio 2014 | MezziToni | reportage
Sulle barricate di Kiev
Piazza Maidan, l'Ucraina e le mille facce della rivolta contro il regime del presidente Viktor Yanukovich.

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02 luglio 2014 | SKYTG24 | reportage
Gli uomini neri sul fronte dell'Est
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari provenienti da paesi europei come Italia, Svezia, Finlandia e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte di Mariupol, una città costiera nell’Est dell’Ucraina. Una dozzina di volontari stranieri, che sostengono di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all’arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell’est dell’Ucraina, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell’Interno. Fra i volontari europei, l’italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c’è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall’estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come “gli uomini neri”.

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26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento
Ucraina
Il nuovo presidente ucraino e la guerra civile nell'Est
I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.

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16 aprile 2014 | Radio IES | intervento
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Una nuova Crimea


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27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento
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Crimea, i trenta giorni che sconvolsero l'Europa


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