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Intervista
08 giugno 2010 - Esteri - - Il Giornale
"Nessun freno alle speculazioni, così si blocca tutto"
Leonardo Cammenati, capo diparti­mento delle emergenze per la Croce ros­sa italiana è stato il primo a giungere ad Haiti, dopo il terremoto. Al Giornale spie­ga perché i grandi investimenti nella rico­struzione e per progetti a lungo termine non sono ancora decollati.
Sei mesi dopo il terremoto la situazio­ne ad Haiti è in fase di stallo?

«Sono tornato sull’isola tre settimane fa. La situazione si è leggermente stabiliz­zata per quanto riguarda i siti legati alle tendopoli dei terremotati, anche se non tutti hanno gli alloggi provvisori tipo shel­ter (come i prefabbricati dell’Aquila
nda ) ».
Perché non si è ancora investito nella ricostruzione o in alloggi più adeguati per i terremotati?
«Esiste un grave problema sui terreni dove ricostruire. In particolare è difficile individuare la proprietà. Inoltre sono in atto forti speculazioni, anche in altri cam­pi. Noi della Croce rossa, che compriamo derrate alimentari, ci siamo resi conto che i prezzi sono schizzati in alto. E il go­verno non prende l'iniziativa».
In pratica c’è chi approfitta del terre­moto… «Il terreno dove la Croce rossa ha la sua base ci era stato dato in prestito da una catena alberghiera. Lo vorremmo com­prare dato che ad Haiti ci resteremo per dieci anni, ma il prezzo proposto è fuori mercato. E trovare magazzini, che non co­stino un occhio della testa, è difficilissi­mo ».
Per questi motivi molto del denaro rac­c­olto per il terremoto non è stato anco­ra
utilizzato?
«Questi problemi affliggono un po' tut­ta la macchina organizzativa. Inoltre si te­mono altre emergenze: Si sta avvicinan­do il periodo degli uragani, e pure il clima politico non è dei migliori. Ci vorrà anco­ra un po' di tempo, ma entro la fine dell' anno gli investimenti ripartiranno».

FBil

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