image
Articolo
22 agosto 2011 - Prima - Libia - Il Giornale
Tripoli a ferro e fuoco, centinaia di morti
«La battaglia è continua, nei quartieri ad est di Tripoli, come ad ovest. Le raffiche si fermano per cin­q­ue minuti e poi riprendono con rin­novata intensità. A Bab al Azizya, il fortino simbolo di Gheddafi, sento colpi ripetuti di artiglieria. I caccia della Nato bombardano giorno e notte» racconta via telefono a Il Gior­nale uno degli ultimi occidentali ri­masti nella capitale. E in tarda serata Al Jazira dà l’annuncio atteso:i ribel­li sono arrivati nella grande piazza Verde, simbolo della «rivoluzione» di Gheddafi. Le forze di sicurezza del Colonnello si sarebbero arrese e il fi­glio del raìs, Seif al Gheddafi, secon­dogenito e suo erede designato, sa­rebbe stato catturato dai ribelli entra­ti a Tripoli, come ha riferito il porta­voce degli insorti di Bengasi a Fran­ce 24. E anche Saadi, terzogenito con la passione per il calcio che in Ita­lia giocò con il Perugia, l’Udinese e la Sampdoria, sarebbe stato fatto pri­gioniero dai ribelli. Il colpo finale al regime, visto che il portavoce del go­verno libico, Moussa Ibrahim, ha of­ferto il cessate il fuoco immediato e si è detto pronto a negoziati diretti con il Consiglio nazionale transito­rio di Bengasi. Intanto la tv di Stato li­bica ha trasmesso un nuov­o messag­gio di Gheddafi in cui ha chiesto ai li­bici di imbracciare le armi e difende­re Tripoli. Il Colonnello ha ribadito che se la città non sarà difesa doma­ni (oggi, ndr ) sarà distrutta. Ma il ca­po degli insorti di Bengasi, Mustafa Abdel Jalil, si è detto pronto ad ordi­nare la fine dei combattimenti solo se Gheddafi accetterà di lasciare il potere e il Paese.
In precedenza un centinaio di ri­belli era sbarcato nel porto e combat­teva
duramente per prenderne il controllo. L'aeroporto militare di Mittica, sul lungomare, sarebbe fini­to nelle mani degli anti Gheddafi. La bandiera dei ribelli sventola anche a Shuk al Juma, un quartiere orientale della capitale libica.
Manipoli di insorti sono giunti via mare da Misurata, che si era ribella­ta fin da febbraio. Armi sono giunte nei quartieri orientali facendo scatta­re l'operazione Sirena, che punta ad abbattere per sempre il regime. Co­lonne di insorti stanno avanzando in fretta dall'ovest per saldarsi con le unità già nella capitale. Il porto è un obiettivo cruciale per far arrivare uo­mini
e armi. Il mercantile Triva 1, che doveva evacuare una famiglia polacca e dei cittadini britannici è tornato in rada. Assieme ad un’altra nave sarebbe pronto ad imbarcare anche i fedelissimi del regime pronti a mollare tutto pur di salvarsi la pel­le.
«Abbiamo notato un fuggi fuggi
generale, ma c'è incertezza sul clan Gheddafi» spiega la fonte della Na­to. A Tripoli si rincorrono voci incon­­trollate sulla sorte del Colonnello, co­me quella secondo cui si sarebbe già rifugiato nel deserto del sud al confi­ne con l’Algeria. Ma è lui stesso a smentire qualsiasi fuga con un infuo­cato messaggio audio: «(I ribelli)bru­ceranno Tripoli. Mi appello a tutti i li­bici ad unirsi alla lotta. Chi ha paura consegni l'arma alla madre o alla so­rella. Sono a Tripoli e resterò con voi fino alla fine». Nella mattinata di ieri aveva definito i ribelli «ratti» da spaz­zare via. Suo figlio Seif el Islam, più di­sposto ad una tregua, era apparso in tv ribadendo che «abbiamo molto fiato. Questo è il nostro Paese. Resi­steremo per sei mesi, per un anno, due anni e vinceremo».
Il portavoce governativo, Moussa Ibrahim, ostentava sicurezza: «Tri­poli è ben protetta, abbiamo miglia­ia di buoni soldati pronti a difender­la ». A Bab al Azizya le truppe fedeli al Colonnello si sono trincerate, nono­stante i bombardamenti della Nato. La vicina moschea di Ben Nabi, che avrebbe osato far sventolare la ban­diera ribelle, è stata presa d'assalto. Il governo ha annunciato che i morti
della battaglia di Tripoli, fino a ieri, erano 376 ed un migliaio i feriti. La base alle porte della capitale della brigata della morte,la 32ª,comanda­ta da Khamis, il figlio del Colonnello, è stata espugnata. Il grosso dell’uni­tà, però, si trova 130 chilometri ad est della capitale. Sta ripiegando da Zli­ten verso al-Khoms, ma se tentasse di tornare a Tripoli per reprimere l'in­surrezione verrebbe annientata dal cielo e dal mare dalla Nato.
«Ci sono bande ribelli in alcuni quartieri, ma sono piccoli gruppi di armati. Il nostro esercito li sta contra­stando. Il 90% di quello che sentite dai media è propaganda» ribadisce dalla capitale Osama Saleh, un soste­nitore del regime. Però alcuni quar­tieri considerati fedeli a Gheddafi stanno cambiando bandiera, come Al Habda, ad un paio di chilometri dall'hotel Rixos dove sono rinchiusi i giornalisti occidentali. I ribelli han­no chiest­o l'intervento degli elicotte­ri d'attacco americani Apache adatti
a colpire nei centri urbani. Si aspetta­vano «la vittoria» la scorsa notte o «entro 48 ore» (come del resto ormai la stessa Nato, la cui portavoce ieri se­ra ha detto «stanotte vedremo il crol­lo del regime»), ma il Colonnello sembra deciso a vendere cara la pel­le.
www.faustobiloslavo.eu
[continua]

video
22 marzo 2011 | Studio Aperto | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
Diario dalla Libia in fiamme

play
29 marzo 2011 | TG5 | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
Diario dalla Libia in fiamme

play
27 marzo 2011 | TG4 | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
Diario dalla Libia in fiamme

play
[altri video]
radio

10 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia

play

02 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
Una nube nera su tutta Tripoli

play

09 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia

play

26 aprile 2011 | Radio 101 | intervento
Libia
Con Luxuria bomba e non bomba
Il governo italiano, dopo una telefonata fra il presidente americano Barack Obama ed il premier Silvio Berlusconi, annuncia che cominciamo a colpire nuovi obiettivi di Gheddafi. I giornali titolano: "Bombardiamo la Libia". E prima cosa facevamo? Scherzavamo con 160 missioni aeree dal 17 marzo?

play

08 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia

play

[altri collegamenti radio]




fotografie







[altre foto]