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Scenari
28 novembre 2012 - Esteri - Balcani - Panorama
I Narcos messicani si avvicinano all’Europa passando dai Balcani

I narcotrafficanti messicani si espandono in Europa attraverso i Balcani. Lo ha rivelato a Bruxelles Brian A. Nichols, vicesottosegretario di Stato Usa, al vertice dell’ufficio antidroga. Per il funzionario, «il raggio d’azione dei cartelli del narcotraffico, in particolare quello di Sinaloa, ha raggiunto dimensioni globali». L’obiettivo è conquistare il mercato europeo passando da «una porta di servizio» individuata nei Balcani. Una rotta alternativa a quella da Spagna e Portogallo. 

«I cartelli di Sinaloa o del Pacifico fanno concorrenza ai colombiani nell’offerta di cocaina in Europa» conferma a «Panorama» Antonio Mazzitelli, rappresentante dell’agenzia antidroga dell’Onu (Unodc) a Città del Messico. I messicani probabilmente non intendono creare una propria rete nei Balcani, «forniscono droga a prezzi concorrenziali lasciando la distribuzione ai locali» spiega Mazzitelli. I Los Zetas hanno, infatti, da tempo contatti con la ’ndrangheta. 

(Fausto Biloslavo)


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31 luglio 2008 | Rai News 24 | reportage
L'arresto di Karadzic 1
Smoking nero con fiocchetto impeccabile e ciuffo ribelle è il ricordo indelebile di Radovan Karadzic, poco prima che Sarajevo precipitasse all’inferno. Era il 1991 ed il duce dei serbi di Bosnia partecipava ad un ricevimento all’Holiday Inn della capitale bosniaca. Nella grande hall c’erano anche il leader musulmano Aljia Izetbegovic e quello dei croati di Bosnia. Tutti in smoking, sorridenti, con un bicchiere di Martini in mano, ma non si rivolgevano mai la parola. Pochi mesi dopo scoppiò la spaventosa guerra etnica nel cuore dei Balcani.

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10 giugno 1991 | Televisione Svizzera italiana | reportage
Arkan: I prigionieri li ammazziamo subito
Reportage sulla base del signore della guerra balcanico, Arkan, alias Zeliko Raznatovic, durante l'assedio di Vukovar, in Croazia, nel 1991.

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31 luglio 2008 | SkyTG24 | reportage
L'arresto di Karadzic 2
Il 54% dei serbi è contrario all’estradizione di Radovan Karadzic dietro le sbarre del tribunale de L’Aja per i crimini di guerra nell’ex Jugoslavia. Lo rivela un sondaggio, che dimostra come gran parte del popolo serbo si senta vittima della comunità internazionale. Non sono tutti impazziti o ultrà del nazionalismo. La corte de L’Aja viene percepita da molti come uno strumento di accanimento contro i serbi. Assoluzioni di comandanti musulmani bosniaci e kosovari e guanto di velluto con i generali croati accusati di crimini di guerra, non fanno altro che irritare i serbi e convincerli della teoria del complotto.

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