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27 dicembre 2012 - Esteri - Nigeria - Il Giornale
Natale d’angoscia per tre marinai italiani sequestrati
Natale d'angoscia per tre marittimi italiani ed un ucraino rapiti la sera del 23 dicembre nel Golfo di Guinea, che sta diventando il nuovo Eldorado della pirateria.
Gli ostaggi sequestrati da un gruppo ben organizzato ed armato di bucanie­ri­sono il comandante Emiliano Astari­ta ( 37 anni), di Piano di Sorrento (Napo­li), il primo ufficiale Salvatore Mastello­ne ( 39 anni) di Sant'Agnello (Napoli) e il secondo ufficiale motorista Giusep­pe D'Alessio ( 30 anni) di Pompei. Oltre ai tre italiani è stato prelevato l'ucraino di 35 anni Anatoly Alexelev. Tutti e quattro «bianchi» e presi a colpo sicuro spulciando i primi nomi, i più impor­tanti, della lista dell'equipaggio.
Gli ostaggi si trovavano a bordo dell'
 Asso 21 , un rimorchiatore della società napoletana Augusta Offshore, che si occupa di rifornimenti e logistica per le piattaforme petrolifere dell'Eni al lar­go della Nigeria. La banda di pirati, che probabilmente aveva informazioni si­cure sulla preda, ha abbordato il rimor­chiatore, che navigava di fronte le co­ste dello stato nigeriano di Bayelsa. I bu­canieri erano ben armati e a bordo di ve­loci barchini difficili da intercettare. Della dozzina di uomini di equipaggio sono stati individuati gli ufficiali, che potrebbero valere di più nella richiesta di riscatto.
Solitamente i pirati razziano la nave, rubano il carico di petrolio, per poi na­scondersi fra isolette ed insenature, senza prendere ostaggi. Non a caso il ti­more maggiore è che il rapimento si tra­sformi
 in qualcosa di più serio con un sequestro sulla terraferma.
Giovanni Ruggiero, sindaco di Piano Di Sorrento, la cittadina del comandan­te sequestrato, spiega che «i primi gior­ni sono fondamentali. Importanti per
risolvere questi casi, altrimenti si pro­spettano mesi di trattative ». Davanti al­la casa di Salvatore Mastellone, uno de­gli ostaggi, in una piccola frazione di Sant'Agnello (Napoli), c'è ancora la ghirlanda di Natale. L'ostaggio ha per­so il padre proprio in mare. La sorella Rosa non risponde al citofono. I vicini spiegano di essere «tutti con il fiato so­speso. Rosa è sotto choc, meglio lasciar­la tranquilla». Mariella, moglie del co­mandante, è in vacanza all'estero con i figli e ieri ha mandato un laconico sms al padre: «Per adesso nessuna novità». L'armatore ha già avuto un inciden­te durante la guerra in Libia. Un rimor­chiatore praticamente uguale, l' Asso 22 , che lavorava sempre per l'Eni, era stato catturato dagli uomini di Ghedda­fi. Adesso tocca all' Asso 21 , che non ave­va una scorta armata a bordo nonostan­te il Golfo di Guinea stia diventando la nuova Somalia della pirateria.
Nel 2011 sono stati 64 gli abbordaggi nell'area, ma quelli non dichiarati sa­rebbero molti di più. Quest'anno gli at­tacchi registrati nei primi sei mesi sono stati 32 rispetto ai 25 dello stesso perio­do dello scorso anno.
Gran parte dei pirati sono ex guerri­glieri del Mend, un gruppo armato che combatteva contro lo stato nigeriano e le società petrolifere. Un paio d'anni fa i capi del Mend hanno goduto di un'am­nistia. Il soldato semplice della guerri­glia, però, si è riciclato con la pirateria, che interessa anche il Benin, Togo, Co­sta D'Avorio, Ghana e Congo.
Il Golfo di Guinea sta diventando il nuovo business della pirateria e delle sue contromisure con un costo stima­to sui 2 miliardi di dollari.
 
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