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Articolo
13 marzo 2013 - Esteri - India - Il Giornale
Gridano tutti, ma c’è il sospetto di un patto segreto
Fausto Biloslavo 
La via d'uscita per la vicenda dei marò è stata praticamente «suggerita»all'Italia dalla stessa Corte Suprema di Delhi.
L'impressione è che nono­stante le proteste indiane, alme­no il ministro degli Esteri Sal­man Kurshid in realtà non sia di­spiaciuto
 di essersi liberato diuna patata bollente.
E la stampa indiana ipotizza addirittura uno «scambio di fa­vori » fra il caso marò e l'inchie­sta che riguarda le supposte tan­genti
 pagate per una vendita di elicotteri italiani a Delhi.
Non solo: Carlo Noviello, il co­mandante della Lexie, la nave coinvolta nell'incidente che il 15 febbraio dello scorso anno ha dato inizio alla crisi, sostiene con Il Giornale che il pescherec­cio dove sono­morti i due india­ni non era quello scambiato per
 una barca pirata. Il 18 gennaio la Corte supre­ma indiana, presieduta da Alta­mas Kabir, ha emesso una sen­tenza di 138 pagine che porta i marò a Delhi e apre la strada al loro rientro in Italia per votare.
L'ordinanza cita ripetutamen­te l'avvocato Harish N. Salve, che ieri ha abbandonato la dife­sa di Latorre e Girone perchè non tornano in India. Il legale chiama in causa due convenzio­ni internazionali, il Maritime Zo­nes Act e l'Unclos, riconosciute dall'India. L'articolo 27 della Convenzione delle Nazioni Uni­te sul diritto del mare (Unclos) sancirebbe che l'India non può processare i marò e tantomeno arrestarli per «un reato commes­so a bordo di una nave straniera in transito». Un altro cavallo di battaglia dell'avvocato Salve è l'articolo 100 dell'Unclos che in­vita «tutti i Paesi a cooperare nel­la massima misura alla repres­sione della pirateria al di là della
 giurisdizione dei singoli Stati».
Ed il giudice Kabir ammette che Latorre e Girone hanno la possibilità di appellarsi alla Convenzione dell'Onu sul dirit­to del mare per contestare «la giurisdizione dell'Unione in­diana di investigare sull'inci­dente » ed in questo caso «il pro­cesso agli accusati potrebbe ve­nir riconsiderato». Il governo italiano si è appellato proprio all'Unclos, che prevede un arbi­trato internazionale nel caso di dispute fra Stati, per tenere i ma­rò in Italia. Elisabetta Olivi, por­tavoce del premier Monti, di­chiara
 a il Giornale : «Sul piano del diritto internazionale abbia­mo molti argomenti per soste­nere la nostra tesi».
La portavoce di Palazzo Chigi smentisce seccamente «qualsia­si ' scambio di favori'» fra il caso marò ed il dossier Finmeccani­ca sugli elicotteri. E sottolinea che per le supposte tangenti «so­lo la magistratura ha i documen­ti che gli indiani richiedono, non il governo». La tv «
 all news » indiana Cnn-Ibn si chiede, inve­ce, «se è davvero un caso», che proprio due giorni fa il governo indiano avrebbe ricevuto da quello italiano informazioni sul­la commessa di 12 elicotteri del­la Agusta Westland all'aviazio­ne indiana.
Sull'onda del mancato rien­tro dei marò in India affiorano particolari determinanti dell'in­cidente in alto mare di un anno fa. Noviello, comandante in se­conda della Lexie, la nave coin­volta con a bordo i marò, ha con­ferm­ato a Radio Capital che i fu­cilieri spararono solo in acqua e
 non sul peschereccio che si sta­va avvicinando.
Noviello sostiene con
 Il Gior­nale che «durante l'interrogato­rio della polizia a Kochi mi han­no mostrato una fotografia del peschereccio che sarebbe stato colpito. Parte del colore e la for­ma non corrispondevano a quel­lo che ho visto in mare». Secon­do il comandante nella foto il gabbiotto del timone era blu, ma «io lo ricordo bianco». La prua nell'immagine della poli­zia indiana era più alta «rispetto a quella vera». Noviello dichia­ra di aver fatto mettere tutto a verbale, ma i marò sono finiti in galera lo stesso. 
www.faustobiloslavo.eu
 
[continua]

video
03 luglio 2013 | Uno Mattina | reportage
E se i marò fossero innocenti?
E se i marò non avessero mai sparato sul peschereccio St. Anthony, dove la morte di due pescatori indiani ha fatto esplodere una crisi senza precedenti fra Italia e India? Se fossero totalmente innocenti? Lo sostiene Toni Capuozzo in una nuova ricostruzione degli eventi sul fatidico 15 febbraio 2012.

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10 febbraio 2014 | La vita in diretta | reportage
Marò candidati alle europee?
Se destra e sinistra candidassero un fuciliere di Marina a testa per le elezioni di Strasburgo sarebbe un segnale di unità e dignità nazionale.

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24 gennaio 2014 | Vita in diretta | reportage
I marò nella trappola giudiziaria indiana


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26 marzo 2013 | Radio24 | intervento
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I Marò rispediti in India


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26 marzo 2013 | Radio Città | intervento
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Caso marò: Terzi si dimette. Il ministro della Difesa no


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12 marzo 2013 | Radio 24 - Melog | intervento
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I due Marò
La storia di Massimilianno Latorre e Salvatore Girone i fucilieri di Marina trattenuti in India per un anno con l'accusa di aver ucciso due pescatori scambiati per pirati. Sul Giornale.it è raccontata nell'e book "I NOSTRI MARO'", che ripercorre la vicenda attraverso documenti esclusivi, testimonianze, foto e video inediti. Un anno di sgarbi diplomatici, interpretazioni arbitrarie del diritto e umiliazioni, ma anche un anno di retroscena e di battaglie per riportarli a casa. Latorre e Girone restano in Italia, ma la storia non è finita. Ora è sotto tiro il nostro ambasciatore in india, Daniele Mancini, come rappresaglia per il mancato rientro a Delhi dei marò.

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