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18 marzo 2013 - Esteri - India - Il Giornale
E ora l’ambasciatore in India rischia l’arresto

Fausto Biloslavo 
L’ambasciatore italiano in India potrebbe finire in galera.Questa è l’ul­tima, assurda, novità che arriva da New Delhi. Lo afferma l’ex legale di Massimiliano Latorre e Salvatore Gi­rone, che per un anno li ha difesi incas­sando laute parcelle dal governo ita­liano. «Teoricamente» l’ambasciato­re Daniele Mancini potrebbe «anda­re in prigione »ha sostenuto l’avvoca­to Harish Salve. L’ordine arriverebbe dalla Corte suprema indiana: «Dipen­de da come ( i giudici) vorranno rego­larsi con lui (il diplomatico). Ma pos­sono, se vogliono, mandarlo in carce­re ». Il legale si è dimesso dalla difesa
 dei due marò dopo la decisione del go­verno italiano di non farli tornare in India.
Mancini,secondo l’avvocato Salve, sarebbe reo di «oltraggio alla Corte». L’ambasciatore ha firmato un affida­vit, che garantiva il rientro a Delhi di Latorre e Girone il 22 marzo, ultimo giorno di «licenza» elettorale. Salve, intervistato in un programma della tv indiana Cnn­
Ibn , ha sostenuto in ma­niera molto ardita, che l’immunità di­plomatica potrebbe non valere per­ché «la nostra Costituzione stabilisce che tutti agiscano secondo gli orienta­menti della Corte suprema».Oggi al­le 10.30, ora india­na, l’alba in Italia, i giudici hanno in­timato al nostro diplomatico di da­re spiegazioni sul mancato rientro dei marò. Manci­ni non si presenterà in aula. In alterna­ti­va ha la possibilità di inviare una me­moria scritta. La linea difensiva italia­na si basa sull’«assoluta inviolabilità dell’immunità diplomatica». I difen­sori di Mancini citeranno in aula numerosi prece­denti inequivo­cabili. Solo il go­verno indiano può considerar­lo «persona non grata» ed al mas­simo espellerlo. Secondo la Convenzione di Vienna del 1965 l’ambasciatore è immune da rappresaglie anche in caso di guerra. La terza linea difensiva italiana si ba­sa sul fatto che il nostro diplomatico «non ha alcuna responsabilità perso­nale ». Mancini «è stato unicamente il firmatario della garanzia del rientro dei marò in quanto rappresentante del governo italiano in India».
La sentenza sul mancato rientro dei marò è prevista il 19 marzo. Il proble­ma è politico. L’opposizione naziona­li­sta del Bjp soffia sul fuoco per mette­re in difficoltà il partito del Congres­so, che governa il paese. Sui marò i conservatori indù sono stranamente alleati con i comunisti forti nel Kerala, lo stato che per un anno ha trattenuto ingiustamente i marò. Mariam Alexander Baby, membro del Politbu­ro, sostiene che «il governo indiano è stato connivente con quello italiano nel garantire il ritorno in Italia dei ma­rine italiani per sfuggire al processo».
 
www.faustobiloslavo.eu


[continua]

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