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Articolo
21 novembre 2013 - Esteri - India - Il Giornale
Macchè complotti d’India Ci umiliano per i marò e pure per Finmeccanica
Il governo indiano potrebbe stracciare il contratto per gli eli­cotteri italiani dell’Agusta We­stland e i marò sono sempre in attesa di processo a Delhi. Due pugni nello stomaco dell’Italia con l’aggravante che in India è già iniziata un’infuocata cam­pagna elettorale. E il leader na­zio­nalista dell’opposizione tor­na a cavalcare la vicenda dei no­stri fucilieri di Marina.
Nelle ultime ore è tornato d’attualità il contratto di 560 mi­lioni di euro per 12 elicotteri Agusta, società del gruppo Finmeccanica, che dovevano venir venduti al ministero della Difesa indiana.
In fiumi di articoli gli speciali­sti dei «complotti» hanno sem­pre sostenuto strane e oscure connessioni con la vicenda dei marò, che al riscontro dei fatti e dei tempi dell’appalto non risul­tavano fondate. La tesi che an­da­va per la maggiore era la sven­dita della pelle dei marò, in cam­bio dei 12 elicotteri. Altre ipote­si parlavano di innominabili «scambi» di favori sull’inchie­sta per corruzione relativa al­l’appalto e quella su Latorre e Girone accusati di aver ucciso due pescatori indiani scambia­ti per pirati.
Ieri i rappresentanti di Agu­sta si sono recati al ministero della Difesa indiano. Il giorno prima la stampa di Delhi aveva
 dato per spacciato il contratto. In realtà il governo di Delhi deci­derà cosa fare il 26 novembre, dopo aver ri­cevuto ulte­riori risposte scritte dalla società sulle accuse di aver pagato tan­genti. Agusta Westland ha annunciato di aver desi­gnato un ex giudice, B.N. Srikrishna, per l’arbitrato previsto dal contrat­to. L’alto magistrato è stato pre­sidente dell’Alta corte del Kera­la, dove è iniziata l’odissea dei marò. Gli esperti di dietrologia troveranno chissà quali connessioni, ma la verità è che l’Italia ri­sulta fregata, da tempo, sul caso marò e pure sulla ven­dita degli eli­cotteri forte­mente a ri­schio. Lo scandaloso do ut des teorizzato dai complottisti, se fosse vero, si starebbe rivelan­do un sonoro bidone sia per i fu­cilieri di Marina, bloccati a Delhi, che per la possibile perdi­ta economica di un contratto da mezzo miliardo di euro.
L’inviato speciale del gover­no italiano, Staffan De Mistura, è a Delhi per l’ennesima missio­ne, ma non si sbilancia sui tem­pi di c­hiusura dell’indagine del­la polizia anti terrorismo.
 Si spe­ra in un mese, praticamente sot­to Natale e si teme un capo d’ac­cusa pesante, che poi potrebbe venir smontato in aula.
Avanti di questo passo il pro­cesso
 della corte speciale ri­schia di iniziare il prossimo an­no nel pieno della campagna elettorale, già cominciata, per le elezioni nazionali in primave­ra. Il blocco dell’opposizione guidato dal partito nazionalista indù e dal suo discusso candida­to, Narendra Modi, ha rispolve­rato il caso marò. Nel mirino c’è il partito del Congresso, che ri­schia di perdere le elezioni, gui­dato da Sonia Ghandi di origine italiana. Modi l’accusa di avere un occhio di riguardo sulla vi­cenda dei fucilieri di Marina. Il risultato è che gli indiani si muo­vono con i piedi di­piombo sul la­to giudiziario e i marò potrebbe­rodiventare di nuovo dei capri espiatori della politica locale, che per motivi di propaganda elettorale agi­terà la richie­sta di una pe­na esemplare.
Per risolle­vare l’atten­zione dell’Ita­lia sullo spino­so caso i fami­liari di Massi­miliano Lator­re e Salvatore Girone hanno indetto la ma­nifestazione, «Tutti insie­me per i ma­rò », sabato prossimo nel­la capitale. «Non è una marcia su Ro­ma, ma sem­plicemente una marcia per le vie di Ro­ma con l’obiet­tivo di dimo­strare tutti in­sieme la soli­darietà degli italiani» hanno spiegato i familiari. Alle 15 il cor­teo partirà da piazza Bocca del­la Verità. Nessun incontro con esponenti del governo e sono vietati simboli o bandiere di par­tito. Le associazioni combatten­tistiche degli alpini, bersaglieri, paracadutisti e dei «Leoni del San Marco» hanno aderito al corteo. La compagna di Lator­re, Paola Moschetti, spera che «tutto si risolva il prima possibi­le, ma neppure pensiamo al Na­tale. L’importante è che i marò tornino a casa con onore». 

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24 gennaio 2014 | Vita in diretta | reportage
I marò nella trappola giudiziaria indiana


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10 febbraio 2014 | La vita in diretta | reportage
Marò candidati alle europee?
Se destra e sinistra candidassero un fuciliere di Marina a testa per le elezioni di Strasburgo sarebbe un segnale di unità e dignità nazionale.

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08 gennaio 2014 | Vita in diretta | reportage
Il caso marò nella palude giudiziaria indiana
Gli indiani vogliono i marò al­la sbarra, forse per torchiarli, an­che se l’antiterrorismo non ha ancora presentato il volumino­so rapporto d’accusa contro Massimiliano Latorre e Salvato­re Girone. Il processo «speciale» ai fucilieri di Marina è partito ieri con un rinvio al 30 gennaio. Il pubblico ministero aggiunto, Siddharth Luthra, a nome della polizia antiterrorismo (Nia), vo­leva obbligare i marò a presen­tarsi in aula. Non solo: gli investi­gatori pretendono che vengano intrapresi «i passi appropriati per garantire la custodia» di La­torre e Girone, secondo il giorna­le The Hindu . Il pm ha poi precisato: «Non sto dicendo che devono essere fi­sicamente presi in custodia», ma passare sotto la completa tu­tela della cort­e speciale del giudi­ce Darmesh Sharma e venire al­la sbarra. Fonti italiane a Delhi gettano acqua sul fuoco, ma gli indiani fanno sapere al Giornale che la Nia «vuole interrogare an­cora i fucilieri di Marina». E non escludono ulteriori sviluppi. I marò non si sono presentati al­l’udienza di ieri e attraverso i lo­ro legali hanno chiesto di venir esentati anche in futuro. L’unico dato certo è che l’anti­te­rrorismo non ha ancora conse­gnato il rapporto d’accusa. Staf­fan De Mistura, inviato speciale del governo, volato a Delhi, haprecisato che l’ulteriore rinvio «non è stato subito ma voluto dai nostri legali per l'esistenza di troppe zone grigie ed ambiguità da parte indiana».De Mistura ri­badisce: «Non possiamo accetta­re di procedere senza un capo di accusa chiaro e la certezza che non venga evocata la legge sulla repressione della pirateria» che prevede la pena di morte. L’ex ministro degli Esteri Giulio Ter­zi ribadisce che il processo a Delhi «è illegittimo. Affidare la sorte dei nostri ragazzi all’India è profondamente sba­gliato sia giuridicamen­te che politicamente». Secondo fonti india­ne la Nia presenterà «l’at­to d’accusa entro la fine del mese» e sarà pesan­te. I fucilieri di Marina, in servizio anti pirateria, sono accusati di aver uc­ciso due pescatori il 15 febbraio del 2012 al di fuori delle acque territoriali indiane. L’aspetto paradossale è l’esempio che ci sta dando Delhi verso la superpotenza america­na «colpevole» dell’arresto per qualche ora della console india­na a New York. Dopo immediate proteste e rappresaglie il gover­no indiano ha intimato ieri la chiusura di tutti gli esercizi com­merciali e la palestra gestita da locali nel compound dell’amba­sciata degli Stati Uniti. Non solo: le macchine con targa diplomati­ca americana potranno venir multate se violano le norme del traffico.

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12 marzo 2013 | Radio 24 - Melog | intervento
India
I due Marò
La storia di Massimilianno Latorre e Salvatore Girone i fucilieri di Marina trattenuti in India per un anno con l'accusa di aver ucciso due pescatori scambiati per pirati. Sul Giornale.it è raccontata nell'e book "I NOSTRI MARO'", che ripercorre la vicenda attraverso documenti esclusivi, testimonianze, foto e video inediti. Un anno di sgarbi diplomatici, interpretazioni arbitrarie del diritto e umiliazioni, ma anche un anno di retroscena e di battaglie per riportarli a casa. Latorre e Girone restano in Italia, ma la storia non è finita. Ora è sotto tiro il nostro ambasciatore in india, Daniele Mancini, come rappresaglia per il mancato rientro a Delhi dei marò.

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26 marzo 2013 | Radio Città | intervento
India
Caso marò: Terzi si dimette. Il ministro della Difesa no


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26 marzo 2013 | Radio24 | intervento
India
I Marò rispediti in India


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