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Reportage
20 marzo 2014 - Esteri - Ucraina - Il Giornale |
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Assalto russo alle basi ucraine. Kiev: smilitarizzare la Crimea |
La possente Slavutich, nave ammiraglia, della flottaucraina nella baia di Sebastopoli sventola a prua,con orgoglio, la bandiera di Kiev. Tutto attorno spuntano i vessilli delle basi di Mosca. Poche ore prima il quartier generale della Marina di Kiev nel bastione filo russo della Crimea si è arreso. Centinaia di miliziani filo russi hanno preso d’assalto la base. L’ordine impartito ai militari ucraini in tutta la Crimea era «di sparare a vista », ma gli assalitori guidati dai cosacchi sono arrivati disarmati. E hanno usato un gruppo di donne, ancora più scatenate degli uomini, come scudi umani per avvicinarsi all’inferriata accanto al grande cancello del quartier generale. Con delle funi legate a un camion sono riusciti a tirare giù tutto. I marinai di guardia non hanno sparato un colpo, altrimenti sarebbero intervenuti i soldati diMosca in seconda linea. « Sebastopoli come la Crimea è Russia. Tutte le basi ucraine sono state nazionalizzate. Per questo abbiamo preso il quartier generale della Marina » spiega Bebnev, detto Slava, comandante dei cosacchi di Sebastopoli. I soldati di Mosca senza insegne presidiano il cancello del quartier Generale della Marina ucraina. Balaclava calati sul volto, fucili di precisione e armi anticarro stanno rastrellando le armi. «Siamo stati presi alla sprovvista. Con le donne mandateavanti come scudi umani nessuno se la sentiva di tirare il grilletto » afferma a denti stretti Irina, che lavora nella base. Gli ufficiali escono dal quartier generale scuri in volto. Uno che indossa ancora la divisa e il cappello bianco d’ordinanza si trascina dietro uno scatolone con una tv. Altri si sono messi gli abiti civili. Sembra sia andata peggio al contrammiraglio Serghiei Gaiduk, comandante della Marina di Kiev, arrestato. Il presidente ucraino, Oleksander Turchynov, lancia un ultimatum per la sua liberazione, minacciando «misure adeguate» che suonano patetiche. Più tardi Mosca lancia un appello ai filo russi per la sua liberazione. Nelle ultime 48 ore altre installazioni militari ucraine sono cadute. A Levpatoria, Crimea occidentale, i russi hanno occupato una base importante. A Simferopoli le grandi basi ancora resistono, seppur circondate. Qualche giovane coppia si fa pure la foto ricordo. I soldati dell’esercito ucraino che sono nati in Crimea accettano di saltare il fosso in cambio di un salario migliore di 4000 grivnia, circa 320 euro. Gli altri sono fra due fuochi. Non vogliono disertare, ma neppure andarsene disarmati per tornare in Ucraina rischiando di finire sotto corte marziale. Nel frattempo il segretario dell’Onu Ban Ki Moon sta volando a Mosca e visiterà anche l’Ucraina. Il premier inglese, David Cameron, preme per escludere la Russia dal G8 e il segretario della Nato, Anders Fogh Rasmussen, sostiene che la Crimea «è la minaccia più grave alla sicurezza dell’Europa dai tempi della Guerra Fredda».Gli Stati Uniti alzano la voce ma non mordono. Prima annunciano per bocca del vicepresidente Joe Biden di essere pronti a inviare truppe nei Paesi baltici per rassicurare le ex Repubbliche sovietiche ma poi frenano con una dichiarazione netta di Barack Obama: il presidente esclude un «intervento militare» in Ucraina, dicendo che impegnarsi militarmente contro la Russia «non sarebbe appropriato». Nel frattempo è Mosca a mandare un segnale forte, minacciando di voler rivedere la sua posizione sul nucleare in Iran, in risposta alle sanzioni imposte da Usa e Ue. Se il comando della Marina si è arreso quello che resta delle navi della flotta di Kiev resiste. Non per molto. Mentre l’Ucraina chiede all’Onu che la Crimea diventi zona demilitarizzata e mentre esce dal Csi, il Consiglio di Stati indipendenti, nato dalle ceneri dell’Urss, nel frattempo prepara la resa definitiva: «Stiamo mettendo a punto un piano che ci consentirà non solo di ritirare i soldati, ma anche le loro famiglie dalla Crimea, in modo che possano essere rapidamente spostati sul territorio della madrepatria », dice il Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Andrei Parubiy. L'ammiraglia Slavutich è nella baia di Sebastopoli, nessuno può salire o scendere. Sulla banchina solo familiari. «Fra i marinai c'è mio fratello- spiega Nicolay che mostra il fiocco filo Mosca- Vedrete, anche la nave ammiraglia ammainerà la bandiera ucraina e isserà quella russa». |
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20 luglio 2014 | Russia 1 | reportage
Gli uomini neri
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari europei provenienti da Italia, Svezia, Finlandia, paesi Baltici e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte orientale dell'Ucraina contro i ribelli filo russi. Una dozzina di volontari stranieri, che giurano di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all'arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell'est del paese, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell'Interno.
Fra i volontari europei, l'italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c'è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall'estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come "gli uomini neri".
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01 febbraio 2014 | MezziToni | reportage
Sulle barricate di Kiev
Piazza Maidan, l'Ucraina e le mille facce della rivolta contro il regime del presidente Viktor Yanukovich.
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03 marzo 2014 | TG5 | reportage
In Crimea ultimatum dei russi alle basi ucraine
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26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento |
Ucraina
Il nuovo presidente ucraino e la guerra civile nell'Est
I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.
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27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento |
Ucraina
Crimea, i trenta giorni che sconvolsero l'Europa
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16 aprile 2014 | Radio IES | intervento |
Ucraina
Una nuova Crimea
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