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Reportage
10 maggio 2014 - Esteri - Ucraina - Il Giornale
Putin gioca allo zar in Crimea e nel Donetsk si muore ancora
Il presidente russo Vladi­mir Putin ha visitato la Crimea con un’accoglien­za da Zar p­er il giorno della vitto­ria sovietica della seconda guer­ra mondiale.
E nel sud est dell’Ucraina,nel­la città costiera di Mariupol, si è scatenato l’inferno con morti e feriti. I filorussi sono padroni del centro nella totale anar­chia. Putin è arrivato ieri in Crimea a Sebastopoli atterran­do in elicottero su una nave da guerra. Per assistere, davanti a 150mila persone, alla parata della vittoria nella repubblica secessionista. Il presidente rus­so ha voluto sottolineare «l'or­goglio e il trionfo russi » lancian­do un messaggio simbolico molto forte all’Occidente. Da­vanti alla folla sono sfilati mille uomini, 70 aerei ed elicotteri ed una decina di navi erano davan­ti a Sebastopoli. Nel discorso ai veterani della seconda guerra mondiale ha lanciato un moni­to all’Occidente: «Chiediamo che ognuno tratti i nostri inte­ressi legittimi, come il ripristi­no della giustizia storica ed il di­ritto
 all'autodeterminazione, allo stesso modo».
Il governo ucraino, la Nato e gli Usa hanno protestato per la
 visita del capo del Cremlino in Crimea. Kiev l’ha definita «una flagrante violazione della sovra­nità nazionale ». La mossa dello zar darà nuova forza ai fermen­ti separatisti nel sud-est del­l’Ucraina. Come si è visto ieri nella città costiera di Mariupol, dove siamo arrivati nel mezzo di una battaglia fra filorussi e guardia nazionale ucraina. Una densa colonna di fumo ne­ro si alza dal centro semideser­to, a parte i militanti separatisti. Raffiche di kalashnikov e tiri sin­goli dei cecchini ci costringono al riparo. Davanti ad un bar una pozza di sangue ha inzuppato uno striscione del giorno delle vittoria, cavallo di battaglia dei filorussi.
Bande di civili ci fanno attra­versare le laterali di corsa nella zona della centrale di polizia do­ve si combatte. In un ampio via­le alberato una piccola folla
 vuole linciare un soldato ucrai­no catturato chissà come. La si­tuazione è drammatica: il pove­retto disarmato e in mimetica si dispera, ma viene colpito da cal­ci e pugni. Si chiama Petro e vie­ne da Kiev. Quando mostra il documento militare i filorussi si accaniscano ancora di più. Un paio di poliziotti, che sem­brano stare dalla parte dei mili­tanti, alla fine lo portano via 
malconcio.
 Davanti alla centrale di poli­zia ci sono due cadaveri, una macchina sforacchiata di colpi e le fiamme che divorano l’edifi­cio. Uno dei corpi è di un milizia­no con tanto di giberna per le munizioni e un foro di proietti­le nel fianco. Una mano pietosa ha messo sul cadavere un’ico­na di San Nicola. Un altro mor­to potrebbe essere un agente. Sopra il telo che lo copre è stato lasciato il cappello di poliziot­to. Si parla di 21 vittime, ma al­trettanti sarebbero i corpi car­bonizzati nell’edificio della po­lizia secondo fonti locali. I feriti sono decine, compreso un ca­meraman russo che è grave. Ed un consigliere regionale che ci mostra la fasciatura sulla gam­ba per un proiettile di striscio. «Eravamo in corteo con donne e anziani per la festa della vitto­ria, quando è scoppiato l’infer­no » racconta Alexander Roma­nenkov.
Il municipio, preso d’assalto dai filorussi, è circondato da una barricata di copertoni dati
 alle fiamme. Poco più in là si sente il rumore sordo di un paio di esplosioni e raffiche di mitra. Il centro città è sprofondato nel­la totale anarch­ia con ragazzot­ti mascherati che inneggiano al­la Repubblica secessionista di Donetsk. I filorussi, alcuni ubriachi, hanno bloccato la via principale con una barricata. E adesso cercano di ribaltare un camion per rafforzarla. In que­sto caos, un gruppo di donne guidato da una signora con la fi­sarmonica canta l’inno del­l’Unione sovietica.
All’incrocio con via Lenin i fi­lorussi sono riusciti a catturare un blindato ucraino. Dopo aver sparato con il cannoncino il mezzo è andato in panne. I sol­dati all’interno sono scappati. I separatisti aprono uno dei por­telloni posteriori e trovano na­stri di munizioni pesanti oltre ad un’arma anticarro che porta­no via.
 
[continua]

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20 luglio 2014 | Russia 1 | reportage
Gli uomini neri
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari europei provenienti da Italia, Svezia, Finlandia, paesi Baltici e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte orientale dell'Ucraina contro i ribelli filo russi. Una dozzina di volontari stranieri, che giurano di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all'arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell'est del paese, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell'Interno. Fra i volontari europei, l'italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c'è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall'estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come "gli uomini neri".

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02 luglio 2014 | SKYTG24 | reportage
Gli uomini neri sul fronte dell'Est
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari provenienti da paesi europei come Italia, Svezia, Finlandia e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte di Mariupol, una città costiera nell’Est dell’Ucraina. Una dozzina di volontari stranieri, che sostengono di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all’arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell’est dell’Ucraina, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell’Interno. Fra i volontari europei, l’italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c’è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall’estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come “gli uomini neri”.

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07 marzo 2014 | TG5 | reportage
In Crimea arrivano i volontari serbi
SEBASTOPOLI - Folti barboni, mimetiche, coltellacci alla cintola e sulla spalla il teschio con le tibie incrociate, simbolo del sacrificio in nome del popolo slavo. Si presenta così una ventina di cetnici, i paramilitari serbi, arrivati in Crimea per dare man forte ai filo russi. Non è stato facile trovare l’avanguardia dei “lupi” come vengono chiamati i volontari giunti dalla Serbia.

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26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento
Ucraina
Il nuovo presidente ucraino e la guerra civile nell'Est
I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.

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16 aprile 2014 | Radio IES | intervento
Ucraina
Una nuova Crimea


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27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento
Ucraina
Crimea, i trenta giorni che sconvolsero l'Europa


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