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Reportage
26 novembre 2014 - Video e testo sito - Iraq - Il giornale.it |
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In Kurdistan arrivano i primi militari italiani |
I primi militari italiani sbarcano in Kurdistan per l’attività di ricognizione, che preparerà il terreno all’arrivo di 280 addestratori e consiglieri. Un mini contingente che deve dare man forte alle unità curde ed irachene nella guerra contro il Califfato. Oggi è atterrato ad Erbil un C 130 dell’aeronautica militare che ha trasportato ingente equipaggiamento ed una mini avanguardia di sette uomini. Si aggiungono ai primi due ospitati sotto le tende nella base americana presso l’aeroporto internazionale della capitale del Kurdistan. “Dobbiamo attivare tutti i collegamenti sul posto sia come sistemazione logistica, che per le attività operative. Ci vorrà una decina di giorni. Poi la Difesa a Roma deciderà i tempi del dispiegamento della missione” spiega il tenente colonnello Lorenzo Puglisi. L’ufficiale è dato il primo ad arrivare e sta girando per il nord dell’Iraq scortato dai peshmerga curdi. Non è chiaro quando arriverà il grosso dele forze italiane, ma si suppone entro Natale.
Le forze locali attendono soprattutto l’arrivo dei sistemi anti carro Folgore, un po’ obsoleti, ma che servono come il pane contro i blindati, ed i carri armati dello Stato islamico. I seguaci della guerra santa usano spesso mezzi corazzati imbottiti di esplosivo per aprire brecce nelle postazioni fortificate dei peshmerga.
Oltre ai 280 istruttori l’Italia sta schierando in Kuwait un velivolo di rifornimento in volo e due droni Predator. Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha annunciato l’ulteriore invio nel teatro di operazioni di 4 caccia Tornado “con esclusivi compiti di ricognizione”. Guai a bombardare come fanno gli americani ed altri paesi alleati. I Tornado, che nella base in Kuwait avranno bisogno di altri 135 uomini di supporto, potranno solo sorvolare il Califfato per individuare obiettivi e raccogliere informazioni. Il lavoro pesante lo lasciamo fare, come sempre, allo zio Sam.
Fausto Biloslavo
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[continua] |
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12 febbraio 2008 | Top Secret Rete 4 | reportage
Iraq: il caso Calipari
Fausto Biloslavo e Barbara Schiavulli parlano di Nicola Calipari il numero due del Sismi ucciso ad un posto di blocco americano in Iraq, mentre portava in salvo Giuliana Sgrena, la giornalista del Manifesto sequestrata a Baghdad nel 2005. Con Claudio Brachino si parla anche della missione italiana ad An Nassiryah e dell'impegno militare in Afghanistan.
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28 novembre 2014 | SKY TG 24 | reportage
Cristiani perseguitati
La storia dimenticata dei profughi cristiani in Iraq.
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21 giugno 2016 | Caffè di Rai 1 | reportage
Profughi dimenticati
Sulle macerie della guerra in Iraq, grazie al Rotary, abbiamo raccontato il dramma dei profughi dimenticati. Siamo stati gli occhi della guerra lungo il fronte dove scappano i rifugiati dall'offensiva su Mosul, la capitale del Califfato. Siamo andati nei campi dove i cristiani in fuga vivono in condizioni miserevoli. Siamo stati sotto le tende dei siriani attirati dai trafficanti per partire verso l’Europa. Abbiamo raccolto le testimonianze dei rifugiati yazidi massacrati dalle bandiere nere. Con le loro donne schiave come Lamja saltata su una mina per fuggire allo Stato islamico. Drammi veri provocati dalla tragedia della guerra.Storie terribili, che non possiamo dimenticare e che abbimo presentato 7 giugno a Cremona.
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14 giugno 2014 | Radio24 | intervento |
Iraq
L'avanzata del Califfato
Il califfato con Baghdad capitale, Corano e moschetto, mani amputate ai ladri, nemici crocefissi, tasse islamiche, donne chiuse in casa ed Occidente nel mirino con l’obiettivo di governare il mondo in nome di Allah. Questo è lo “Stato islamico dell’Iraq e della Siria” (Isis), che sta conquistando città dopo città rischiando di far esplodere il Medio Oriente.
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