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27 dicembre 2014 - Prima - India - Il Giornale
Latorre farà mancato rientro E l’India “arma” i suoi giudici
Natale e Capodanno amari per i due marò in balia dell'odissea indiana, che dura da 1.042 giorni. Ieri ennesima doccia gelata del governo di Delhi, che ha ribadito come il pallino sia nelle mani dei giudici. Il caso marò «non è solo una discussione fra due esecutivi, ma un tema all'esame della magistratura indiana» che «deve esprimersi in libertà prima che si possa andare avanti» ha dichiarato Syad Akbaruddin, portavoce del ministero degli Esteri di Delhi. In pratica la famosa «soluzione consensuale» proposta dall'Italia è congelata. Il solito balletto indiano, che snobba il governo Renzi e le inutili proteste del Colle. Il problema è che l'ennesimo stallo rischia di provocare una nuova tempesta in vista della scadenza del 13 gennaio quando Massimiliano Latorre, in Italia per cure mediche, dovrebbe rientrare in India. Cinque giorni prima, però, è previsto che si sottoponga ad un intervento chirurgico al cuore, dopo l'ictus che lo ha colpito in settembre. Latorre non sarà certo in grado di tornare a Delhi nei tempi previsti. Un rinvio che la Corte suprema indiana ha già respinto e rischia di mettere in estrema difficoltà Salvatore Girone, il marò sempre trattenuto in India in libertà su cauzione presso la nostra ambasciata.
Il 25 dicembre il fuciliere di Marina ha inviato da Delhi «tanti auguri di buon Natale a tutti coloro che credono nella Santità di questa ricorrenza. Buon Natale ai cari colleghi che sono impegnati nelle missioni ed a quanti di essi invece hanno la fortuna di essere riuniti con le loro famiglie». La moglie Vania, i figli ed i parenti stretti lo hanno raggiunto nella capitale indiana, ma non c'è nulla da festeggiare. Girone ha rivolto «un buon Natale particolarmente affettuoso al collega e amico Massimiliano Latorre», che si trova a Taranto.
A sua volta Latorre ha rivolto «un sincero augurio a tutti gli italiani ringraziandoli per il calore con cui ci hanno sempre sostenuto durante i tre anni di questa annosa vicenda che coinvolge due innocenti ed in particolare durante la mia lunga e tortuosa convalescenza regalandomi affetto e vicinanza, linfa vitale per poter andare avanti in momenti così duri». 
Il fuciliere di Marina ha rivolto un pensiero al commilitone trattenuto in India rivolgendosi «a chi è impossibilitato a passare il Natale in Italia con i propri cari, in particolare al mio amico Salvatore Girone nella speranza di poterlo riabbracciare al più presto in patria».
Anche il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco, è sceso in campo punzecchiando l'India: «Si presume che non ci sia molta disponibilità da parte di chi dovrebbe dimostrarla per arrivare ad una conclusione giusta».
I tentativi del governo italiano, per ora, sono naufragati ed il nuovo braccio di ferro con Delhi si sta avvicinando con il mancato rientro di Latorre, che rischia di provocare pesanti ripercussioni sull'«ostaggio» Girone.
[continua]

video
08 gennaio 2014 | Vita in diretta | reportage
Il caso marò nella palude giudiziaria indiana
Gli indiani vogliono i marò al­la sbarra, forse per torchiarli, an­che se l’antiterrorismo non ha ancora presentato il volumino­so rapporto d’accusa contro Massimiliano Latorre e Salvato­re Girone. Il processo «speciale» ai fucilieri di Marina è partito ieri con un rinvio al 30 gennaio. Il pubblico ministero aggiunto, Siddharth Luthra, a nome della polizia antiterrorismo (Nia), vo­leva obbligare i marò a presen­tarsi in aula. Non solo: gli investi­gatori pretendono che vengano intrapresi «i passi appropriati per garantire la custodia» di La­torre e Girone, secondo il giorna­le The Hindu . Il pm ha poi precisato: «Non sto dicendo che devono essere fi­sicamente presi in custodia», ma passare sotto la completa tu­tela della cort­e speciale del giudi­ce Darmesh Sharma e venire al­la sbarra. Fonti italiane a Delhi gettano acqua sul fuoco, ma gli indiani fanno sapere al Giornale che la Nia «vuole interrogare an­cora i fucilieri di Marina». E non escludono ulteriori sviluppi. I marò non si sono presentati al­l’udienza di ieri e attraverso i lo­ro legali hanno chiesto di venir esentati anche in futuro. L’unico dato certo è che l’anti­te­rrorismo non ha ancora conse­gnato il rapporto d’accusa. Staf­fan De Mistura, inviato speciale del governo, volato a Delhi, haprecisato che l’ulteriore rinvio «non è stato subito ma voluto dai nostri legali per l'esistenza di troppe zone grigie ed ambiguità da parte indiana».De Mistura ri­badisce: «Non possiamo accetta­re di procedere senza un capo di accusa chiaro e la certezza che non venga evocata la legge sulla repressione della pirateria» che prevede la pena di morte. L’ex ministro degli Esteri Giulio Ter­zi ribadisce che il processo a Delhi «è illegittimo. Affidare la sorte dei nostri ragazzi all’India è profondamente sba­gliato sia giuridicamen­te che politicamente». Secondo fonti india­ne la Nia presenterà «l’at­to d’accusa entro la fine del mese» e sarà pesan­te. I fucilieri di Marina, in servizio anti pirateria, sono accusati di aver uc­ciso due pescatori il 15 febbraio del 2012 al di fuori delle acque territoriali indiane. L’aspetto paradossale è l’esempio che ci sta dando Delhi verso la superpotenza america­na «colpevole» dell’arresto per qualche ora della console india­na a New York. Dopo immediate proteste e rappresaglie il gover­no indiano ha intimato ieri la chiusura di tutti gli esercizi com­merciali e la palestra gestita da locali nel compound dell’amba­sciata degli Stati Uniti. Non solo: le macchine con targa diplomati­ca americana potranno venir multate se violano le norme del traffico.

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24 gennaio 2014 | Vita in diretta | reportage
I marò nella trappola giudiziaria indiana


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19 febbraio 2014 | Rai 1 mattina | reportage
Ennesimo rinvio per i marò. L'Italia richiama l'ambasciatore, ma non basta


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18 febbraio 2014 | Radio Radio | intervento
India
Unità e Giornale d'accordo sui marò


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15 gennaio 2014 | Zapping | intervento
India
I marò e la solita Italietta
I marò forse eviteranno la spada di Damocle della legge che prevede la pena di morte, ma in questo caso po­trebbero rischiare di tornare fra le grinfie del Kerala per venir giudicati. Lo scrive l’agenzia indiana Press Trust, mentre l’Italia ha chiesto alla Corte suprema di rimandare a casa i marò «in attesa del processo». Nel frattempo a Milano si festegge­rà con un galà la 65 ª Giornata naziona­le della Repubblica dell'India. Ed il 26 gennaio, il consolato di Delhi e l’or­chestra sinfonica Giuseppe Verdi hanno organizzato un concerto «de­dicato all’India in occasione della Fe­sta nazionale »all’auditorio della Fon­dazione Cariplo. Pecunia non olet, ma in pratica suoneremo per gli india­ni c­he da due anni trattengono Massi­miliano Latorre e Salvatore Girone.

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21 gennaio 2014 | Radio24 Melog cronache meridiane | intervento
India
I marò rischiano la pena di morte?


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