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Scenari mondo
29 dicembre 2014 - Esteri - Pakistan - Panorama
Le conseguenze della strage di Peshawar

CHE COSA E’ SUCCESSO 

L’attentato del 16 dicembre alla scuola di Peshawar e` il piu` grave della tribolata storia del paese per sangue innocente versato. Il massacro (148 vittime, inclusi 132 studenti e bambini) e` stato rivendicato da Tehrik-i-Taliban, movimento dei talebani pakistani. Cartello di 13 gruppi armati, e` stato fondato nel 2007 nelle aree tribali a ridosso del confine afghano. L’attuale comandante e` Maulana Fazlullah, detto ÅsRadio mullahÅt per gli infuocati interventi in nome della Sharia. La strage e` una rappresaglia alle pesanti operazioni dell’esercito pakistano (con vittime pure fra i civili) nel Nord Waziristan, roccaforte dei talebani. Il gruppo e` responsabile di poderosi attacchi suicidi, come l’assalto all’aeroporto internazionale di Karachi dello scorso giugno.  

CHE COSA HANNO SCRITTO 

«È il nostro 11 settembre» ha titolato in prima pagina a caratteri cubitali l’Express Tribune, giornale in lingua inglese di Islamabad, all’indomani della strage di Peshawar. Il quotidiano pakistano The Nation accusa i terroristi di essere «diavoli, macellai dei nostri piccoli angeli». E sottolinea che i «militanti hanno continuato a sparare anche sui cadaveri degli studenti». La notizia più orribile è la terribile fine di «un insegnante bruciato vivo, mentre i bambini erano costretti a guardare la scena». Il New York Times ricorda che «i talebani pakistani avevano già dato alle fiamme un migliaio di scuole e sparato a Malala Yousafzai», l’eroina che si batte per l’istruzione femminile e ha ottenuto il Nobel per la pace.  


radio

17 dicembre 2014 | Radio24 | intervento
Pakistan
Orrore a Peshawar
E' di almeno 141 morti e 250 feriti il bilancio del brutale attacco talebano in una scuola di Peshawar, in Pakistan. Una strage che fa urlare all'orrore più di altre per il simbolo che si è voluto colpire e gli oltre 100 bambini uccisi. «Abbiamo scelto con attenzione l'obiettivo da colpire. Il governo sta prendendo di mira le nostre famiglie e le nostre donne. Vogliamo che provino lo stesso dolore» ha riferito il portavoce del commando che ha rivendicato l'attentato. L'indignazione e la rabbia hanno fatto il giro del mondo. Ne parliamo con l'ambasciatore italiano a Islamabad Adriano Chiodi Cianfarani e Fausto Biloslavo, giornalista di guerra per il Giornale.

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