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Articolo
19 gennaio 2015 - Attualità - Italia - Il Giornale |
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Il Viminale: presto altri espulsi I poliziotti: con quali mezzi? |
Nove jihadisti sbattuti fuori dall'Italia da fine dicembre, centinaia di sospetti sotto controllo e nuove espulsioni in vista per tamponare la minaccia del terrorismo islamico. Oltre al dato, in aumento, di 59 volontari della guerra santa, che hanno a che fare con il nostro Paese, andati a combattere in Siria. Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha confermato ieri le espulsioni di 9 immigrati «muniti di permesso di soggiorno per lunga residenza, che da anni risiedevano in Italia». Il Giornale nell'edizione di domenica ha anticipato le ultime espulsioni di un egiziano e un marocchino, che vivevano nell'area milanese. Gli altri sono 5 tunisini, un turco e un pachistano. «I nove soggetti erano molto attivi sul web» nella propaganda jihadista e antioccidentale, «e alcuni per reclutare» rivela il ministro dell'Interno. Almeno due degli espulsi hanno coinvolto dei familiari «con l'intenzione di mandarli in Siria a combattere». Non avrebbero compiuto alcun reato facilmente dimostrabile in un aula di tribunale, ma «hanno aderito all'Isis (Stato Islamico, nda) o si sono autoradicalizzati in rete». Gli espulsi delle ultime settimane si aggiungono ai 13 rimandati a casa nel corso dell'intero 2014. In gran parte vivevano nel Nord, ma non sempre frequentavano moschee o centri islamici in maniera assidua. Il ministro ha anche aggiornato i dati sui foreign fighters, i volontari partiti per combattere con i gruppi estremisti in Siria ed Iraq. Ad oggi sono 59 legati all'Italia. Sei in più rispetto allo scorso anno. Quattordici sono già morti in battaglia, «cinque gli italiani partiti per la Siria, 15 gli stranieri passati sul territorio nazionale e 25 collegati in varie forme al nostro Paese», ha specificato il ministro. Fra i cinque con il passaporto italiano il convertito genovese, Giuliano Ibrahim Del Nevo, è stato ucciso nel 2013. Stessa sorte dev'essere toccata ad Anas al Italy, un ex rapper della provincia di Brescia originario del Marocco. Donghue M., marocchino residente a Treviso, pure lui italiano, sarebbe rientrato in un Paese europeo dopo aver combattuto con Al Nusra, la costola di Al Qaida in Siria. Probabilmente catturato in Iraq, Giampiero F., convertito di Reggio Calabria. E fra i cinque non manca la prima jihadista italiana, la napoletana Maria Giulia Sergio diventata Fatima e partita per la guerra santa con il marito albanese. «Abbiamo radiografato un numero di soggetti sospettati di attività terroristiche di stampo jihadista molto superiore al centinaio», ha rivelato Alfano. Circa 150 sarebbero gli elementi pericolosi. Di fronte alla minaccia del terrorismo il sindacato di polizia, Consap, accusa il ministero dell'Interno di voler chiudere oltre 250 presidi a causa della cronica mancanza di fondi. «Entro il 2020 i poliziotti saranno appena 80mila sui 117mila previsti e con un'età superiore ai 40 anni», denuncia il sindacato. Nel comunicato ci si chiede se «in un momento come questo, ad altissimo rischio terrorismo e con un costante e preoccupante aumento dei reati nel nostro Paese… chiudere uffici di polizia è la risposta del Governo italiano??». E ancora sull'allarme dopo la strage di Parigi e l'attacco sventato in Belgio: «Due terroristi diretti in Italia fermati prima di entrare da noi. Ed alla paura che monta in tutta Europa noi rispondiamo così?». Il sindacato punta il dito contro i finanziamenti «per il recupero dei migranti in difficoltà in mare. Li andiamo praticamente a prendere in Libia, mentre la spending review si abbatte sul nostro sistema sicurezza». www.gliocchidellaguerra.it |
[continua] |
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29 dicembre 2010 | | reportage
Gli occhi della guerra a Trieste
Dopo aver portato la mostra su 25 anni di reportage di guerra in tutta Italia, finalmente il 29 dicembre è stata inaugurata a Trieste, presso la sala espositiva della Parrocchia di Santa Maria Maggiore, via del Collegio 6. Gli occhi della guerra sono dedicati ad Almerigo Grilz e a tutti i giornalisti caduti sul fronte dell'informazione. La mostra rimarrà aperta al pubblico dal 10 al 20 gennaio. L'evento è stato organizzato dal Circolo universitario Hobbit con la sponsorizzazione della Regione.
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29 dicembre 2011 | SkyTG24 | reportage
Almerigo ricordato 25 anni dopo
Con un bel gesto, che sana tante pelose dimenticanze, il presidente del nostro Ordine,Enzo Iacopino, ricorda davanti al premier Mario Monti, Almerigo Grilz primo giornalista italiano caduto su un campo di battaglia dopo la fine della seconda guerra mondiale, il 19 maggio 1987 in Mozambico.
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24 novembre 2015 | Rai 1 Storie vere | reportage
Terrorismo in Europa
Dopo gli attacchi di Parigi cosa dobbiamo fare per estirpare la minaccia in Siria, Iraq e a casa nostra
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06 settembre 2018 | Radio immaginaria | intervento |
Italia
Teen Parade
Gli adolescenti mi intervistano sulla passione per i reportage di guerra
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03 giugno 2019 | Radio Scarp | intervento |
Italia
Professione Reporter di Guerra
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24 maggio 2010 | Radio Padania Libera | intervento |
Italia
Proselitismo islamico dietro le sbarre
“Penso che sia giusto se alcuni musulmani combattono la guerra santa contro gli americani in paesi che non sono la loro terra”. Dopo un lungo girarci attorno Kamel Adid sorprende un po’ tutti, quando sputa il rospo. La domanda riguardava i mujaheddin, i musulmani pronti a morire per Allah, contro l’invasore infedele. Tre soldati della guerra santa, arrivati un paio di mesi fa da Guantanamo, sono rinchiusi poco più in là, nel reparto di massima sicurezza del carcere di Opera, alle porte di Milano.
Adid è un giovane marocchino di 31 anni con barbetta islamica d’ordinanza e tunica color noce. Nel carcere modello di Opera fa l’imam dei 44 musulmani detenuti, che frequentano una grande sala adibita a moschea. Un predicatore fai da te, che di solito parla un linguaggio moderato e ti guarda con occhioni apparentemente timidi.
Deve scontare ancora due mesi di pena per un reato legato alla droga e da pochi giorni è stato trasferito in un altro istituto. “Quelli che si fanno saltare in aria subiscono il lavaggio del cervello – si affretta a spiegare l’autonominato imam – Noi abbiamo riscoperto la fede in carcere. Pregare ci da conforto, ci aiuta ad avere speranza”.
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25 maggio 2010 | Spazio Radio - Radio 1 | intervento |
Italia
L'Islam nelle carceri italiane
In Italia su oltre 23mila detenuti stranieri, 9840 risultano musulmani, secondo i dati ufficiali. Almeno seimila, però, non si sono dichiarati. Il rapporto di 364 pagine, “La radicalizzazione jihadista nelle istituzioni penitenziarie europee”, realizzato dall’esperto di Islam nella carceri, Sergio Bianchi, ne indica 13mila.
In Italia ci sono circa 80 islamici dietro le sbarre per reati connessi al terrorismo. Dal 2009 li hanno concentrati in quattro istituti di pena: ad Asti, Macomer, Benevento e Rossano. Nel carcere di Opera, invece, sono arrivati Adel Ben Mabrouk, Nasri Riadh e Moez Abdel Qader Fezzani, ex prigionieri di Guantanamo. Chi li controlla ogni giorno racconta che parlano in italiano. La guerra santa in Afghanistan l’hanno abbracciata dopo aver vissuto come extracomunicatori nel nostro paese. Non si possono incontrare fra loro e vivono in celle singole. Pregano regolarmente con molta devozione e hanno mantenuto i barboni islamici.
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15 marzo 2018 | Radio Radicale | intervento |
Italia
Missioni militari e interesse nazionale
https://www.radioradicale.it/scheda/535875/missioni-militari-e-interesse-nazionale
Convegno "Missioni militari e interesse nazionale", registrato a Roma giovedì 15 marzo 2018 alle 09:23. L'evento è stato organizzato da Center for Near Abroad Strategic Studies. Sono intervenuti: Paolo Quercia (Direttore del CeNASS, Center for Near Abroad Strategic Studies), Massimo Artini (vicepresidente della Commissione Difesa della Camera dei deputati, Misto - Alternativa Libera (gruppo parlamentare Camera)), Fausto Biloslavo (giornalista, inviato di guerra), Francesco Semprini (corrispondente de "La Stampa" da New York), Arije Antinori (dottore di Ricerca in Criminologia ed alla Sicurezza alla Sapienza Università di Roma), Leonardo di marco (generale di Corpo d'Armata dell'Esercito), Fabrizio Cicchitto (presidente della Commissione Affari esteri della Camera, Area Popolare-NCD-Centristi per l'Europa). Tra gli argomenti discussi: Difesa, Esercito, Esteri, Forze Armate, Governo, Guerra, Informazione, Italia, Ministeri, Peace Keeping, Sicurezza. La registrazione video di questo convegno ha una durata di 2 ore e 46 minuti. Questo contenuto è disponibile anche nella sola versione audio
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