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Reportage
15 novembre 2015 - Sito - Iraq - Il giornale.it
I volontari americani in Iraq: "Vogliamo aiutare i curdi"
Fausto Biloslavo
Maglietta verde senza maniche con stampata la scritta bianca “Free Ranger Kurd”, pistola alla cintola e fisico da atleta. Si presentano così i volontari americani, che sono venuti a dare man forte ai Peshmerga sul fronte di Sinjar. Quasi tutti ex militari dei corpi speciali a stelle e strisce. “Vogliamo aiutare i curdi contro la minaccia dello Stato islamico. Li addestriamo al pronto soccorso in prima linea, ma pure ad individuare gli obiettivi e a compiere missioni di ricognizione” spiega con il sorriso sulle labbra, David Eubank. Un cinquantenne che ha partecipato ad operazioni in Perù ed Honduras nel 2° battaglione Ranger americano e nel primo forze speciali del gruppo 55. Da anni è al fianco dei ribelli Karen in Myanmar impegnati in un’antica guerra contro i generali birmani. “La nostra è un’organizzazione non governativa che si batte per la libertà, la giustizia e la pace. Siamo credenti e riceviamo sovvenzioni dalle chiese in America, Australia, Europa e singoli donatori. Due sostenitori cristiani, molto generosi, vivono in Italia” spiega l’ex ufficiale. Dopo la giungla birmana i “Free Ranger” sono sbarcati in  Kurdistan con una missione composta da una decina di persone. Assieme a loro c’è anche Joseph un paramedico Karen di 28 anni con i capelli a coda di cavallo, che ha bendato le ferite da schegge di mortaio di un Peshmerga colpito sulla collina trincerata di fronte a Sinjar. “Dio ci aiuterà a stare vicino ai curdi, come abbiamo fatto in Birmania con i Karen o stiamo realizzando in Sudan” sottolinea David, che giura di non ricevere fondi dal governo degli Stati Uniti. Il loro motto non lascia dubbi sull’impostazione messianica: “Prega con fede, agisci con coraggio e non arrenderti mai”.
L’ex ufficiale dei corpi speciali si aggira per le trincee e consiglia i Peshmerga su come colpire il nemico e non farsi ammazzare. In realtà sono molto organizzati con telefoni satellitari e addirittura un mini gabinetto dentistico portatile per curare le carie ai Peshmerga. L’impressione è che non agiscano da soli e per caso guidati solo da Gesù Cristo dal Sud Est Asiatico all’Iraq. Michael, un altro giovane americano nato in Thailandia, che si toglie la pistola alla cintola prima di farsi filmare, non ha dubbi: “Se vedi i Peshmerga ed i profughi nel Kurdistan lo capisci subito. Non puoi restare a guardare e non fare nulla” contro le bandiere nere.
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[continua]

video
18 novembre 2015 | Virus Raid due | reportage
Speciale terrorismo
LE IMMAGINI DELLA BATTAGLIA DI SINJAR NEL NORD DELL'IRAQ VICINO AL CONFINE SIRIANO, CHE HA SPACCATO IN DUE IL CALIFFATO. COLLEGAMENTO SULL'INTERVENTO DI TERRA: "SPAZZARE VIA IL CALIFFATO NON E' IMPOSSIBILE, MA NON ABBIAMO GLI ATTRIBUTI E LA VOLONTA' POLITICA DI UNIRE LE FORZE"

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21 giugno 2016 | Caffè di Rai 1 | reportage
Profughi dimenticati
Sulle macerie della guerra in Iraq, grazie al Rotary, abbiamo raccontato il dramma dei profughi dimenticati. Siamo stati gli occhi della guerra lungo il fronte dove scappano i rifugiati dall'offensiva su Mosul, la capitale del Califfato. Siamo andati nei campi dove i cristiani in fuga vivono in condizioni miserevoli. Siamo stati sotto le tende dei siriani attirati dai trafficanti per partire verso l’Europa. Abbiamo raccolto le testimonianze dei rifugiati yazidi massacrati dalle bandiere nere. Con le loro donne schiave come Lamja saltata su una mina per fuggire allo Stato islamico. Drammi veri provocati dalla tragedia della guerra.Storie terribili, che non possiamo dimenticare e che abbimo presentato 7 giugno a Cremona.

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28 novembre 2014 | SKY TG 24 | reportage
Cristiani perseguitati
La storia dimenticata dei profughi cristiani in Iraq.

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radio

06 ottobre 2015 | Zapping Rai Radio 1 | intervento
Iraq
Raid italiani in Iraq?
Raid italiani le ipotesi:Paolo Magri dir.Ispi,Fausto Biloslavo corrispondente Il Giornale.

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