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Articolo
25 novembre 2015 - Il Fatto - Siria - Il Giornale
Ecco i finti profughi con i passaporti siriani
Almeno due terroristi kamikaze di Parigi hanno utilizzato dei passaporti siriani spacciandosi come rifugiati, con false generalità, per attraversare l'Europa e arrivare sugli obiettivi partendo dal Califfato.Le autorità tedesche denunciano che circa il 30% dei profughi usano passaporti siriani comprati al mercato nero, ma in realtà sono spesso afghani, iracheni, kosovari o nord africani che puntano ad ottenere l'asilo politico concesso ai rifugiati in fuga dalla guerra. Il business dei passaporti che garantiscono l'asilo o un passaggio sicuro per i terroristi è fiorente: un documento del genere vale dai 1500 ai 2000 dollari. E spesso i passaporti sono originali sequestrati dai ribelli nelle città conquistate in Siria con tanto di timbri governativi.In Puglia sono passati la scorsa estate due dei tre terroristi coinvolti nell'attacco alla Francia transitati dall'Italia compreso il super ricercato, Salah Abdeslam con i suoi documenti non essendo all'epoca ancora nelle liste dei «catturandi».. Il procuratore di Lecce, Cataldo Motta, non ha escluso che altri terroristi siano arrivati nel Salento confusi fra i migranti. Sicuramente negli ultimi giorni sono stati arrestati all'aeroporto di Ciampino e Orio al Serio 4 siriani, sospettati di legami con il Califfato, che cercavano di raggiungere Malta con passaporti falsi. Accanto ai resti di uno dei kamikaze di Parigi è stato rinvenuto un passaporto siriano intestato ad Ahmad al-Mohammad. Il 3 ottobre era passato per la Grecia come rifugiato lasciando le sue impronte digitali, poi in Serbia ed infine in Croazia dove si sono perse le tracce. Nelle ultime ore il procuratore di Parigi, François Molins, ha parlato di un secondo kamikaze, che avrebbe viaggiato spacciandosi per profugo siriano con un falso passaporto. Il primo ministro, Manuel Valls, ha detto che forse i terroristi hanno sfruttato la crisi dei rifugiati ed il caos per infiltrarsi in Francia.Tobias Plate, portavoce del ministero dell'Interno tedesco, aveva rivelato fin dal 25 settembre, che sui 527mila rifugiati accolti in Germania il 30% non arrivava realmente dalla Siria. Iraniani, pachistani, egiziani, somali, kosovari hanno comprato sul mercato nero passaporti siriani per ottenere l'asilo. Fabrice Leggeri, direttore di Frontex, l'agenzia europea delle frontiere, ha confermato che «persone con passaporti falsi siriani acquistati in Turchia sembrano provenire dal Nord Africa e avere il profilo di migranti economici». Molti sono, al contrario, siriani doc, che non hanno documenti. O che non possono venire in Europa con le loro vere generalità, come i terroristi di Parigi.In Turchia i prezzi per un passaporto siriano si sono impennati dai 1500 dollari ai 2000 attuali. Uno dei trafficanti di documenti più famoso è il siriano Malik al Behar, probabilmente un nome falso, conosciuto come «il re delle onde» perché riesce a far passare chiunque. In alcuni casi gli stessi militari o funzionari siriani vendono ai trafficanti le etichette per i documenti per poche centinaia di dollari. Solo quest'anno risultano rubati in Siria tremila passaporti siriani originali, ma cittadine come Azaz strappate al controllo governativo si sono rivelate una miniera d'oro. Nel locale ufficio passaporti sono finiti intatti nelle mani dei ribelli i documenti non compilati, la stamperia ed i timbri. Anche Raqqa, capitale siriana del Califfato, sarebbe una fucina di documenti veri con generalità false per infiltrare terroristi in Europa. FBil
[continua]

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25 gennaio 2016 | Tg5 | reportage
In Siria con i russi
La guerra dei russi in Siria dura da 4 mesi. I piloti di Mosca hanno già compiuto 5700 missioni bombardando diecimila obiettivi. In queste immagini si vedono le bombe da 500 o 1000 chili sganciate sui bersagli che colpiscono l’obiettivo. Un carro armato della bandiere nere cerca di dileguarsi, ma viene centrato in pieno e prende fuoco. In Siria sono impegnati circa 4mila militari russi. La base aerea a 30 chilometri dalla città siriana di Latakia è sorvolata dagli elicotteri per evitare sorprese. Le bombe vengono agganciate sotto le ali a ritmo continuo. I piloti non parlano con i giornalisti, ma si fanno filmare con la visiera del casco abbassato per evitare rappresaglie dei terroristi. Il generale Igor Konashenkov parla chiaro: “Abbiamo strappato i denti ai terroristi infliggendo pesanti perdite - sostiene - Adesso dobbiamo compiere il prossimo passo: spezzare le reni alla bestia”. Per la guerra in Siria i russi hanno mobilitato una dozzina di navi come il cacciatorpediniere “Vice ammiraglio Kulakov”. Una dimostrazione di forza in appoggio all’offensiva aerea, che serve a scoraggiare potenziali interferenze occidentali. La nave da guerra garantisce la sicurezza del porto di Tartus, base di appoggio fin dai tempi dell’Urss. I soldati russi ci scortano nell’entroterra dilaniato dai combattimenti. Negli ultimi tre anni la cittadina era una roccaforte del Fronte al Nusra, la costola siriana di Al Qaida. Le bombe russe hanno permesso ai governativi, che stavano perdendo, di riguadagnare terreno. Sul fronte siriano i militari di Mosca usano il blindato italiano Lince. Lo stesso dei nostri soldati in missione in Afghanistan.

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14 febbraio 2019 | Porta a Porta | reportage
Parla il miliziano italiano che ha combattuto nell'Isis


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08 settembre 2013 | Tg5 | reportage
La battaglia di Maalula perla cristiana
Fausto Biloslavo, appena arrivato in Siria si trova al centro degli scontri tra governanti e ribelli. Il video terribile ed il racconto della battaglia

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radio

02 luglio 2015 | Radio24 | intervento
Siria
La famiglia jihadista
"Cosa gradita per i fedeli!!! Dio è grande! Due dei mujaheddin hanno assassinato i fumettisti, quelli che hanno offeso il Profeta dell'Islam, in Francia. Preghiamo Dio di salvarli”. E’ uno dei messaggi intercettati sulla strage di Charlie Hebdo scritto da Maria Giulia Sergio arruolata in Siria nel Califfato. Da ieri, la prima Lady Jihad italiana, è ricercata per il reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale. La procura di Milano ha richiesto dieci mandati di cattura per sgominare una cellula “familiare” dello Stato islamico sotto indagine da ottobre, come ha scritto ieri il Giornale, quando Maria Giulia è arrivata in Siria. Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ha spiegato, che si tratta della “prima indagine sullo Stato Islamico in Italia, tra le prime in Europa”.

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02 dicembre 2015 | Radio uno Tra poco in edicola | intervento
Siria
Tensione fra Turchia e Russia
In collegamento con Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa. In studio conduce Stefano Mensurati.

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