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31 dicembre 2016 - Attualità - Iraq - Il Giornale
L'Irak lancia la seconda offensiva su Mosul Gli Usa: «Ucciso il numero due dell'Isis»
Fausto Biloslavo
L\'esercito iracheno ha lanciato la seconda spallata per conquistare Mosul, la «capitale» dello Stato islamico in Irak. L\'obiettivo è liberare la parte orientale della città sulla sponda sinistra del fiume Tigri. Se l\'offensiva avrà successo ci vorranno ancora tre mesi, secondo il premier iracheno, Haider al Abadi, per cacciare definitivamente le bandiere nere da Mosul. La seconda parte dell\'offensiva, iniziata il 17 ottobre, è scattata ieri all\'alba. In realtà l\'aviazione americana aveva già fatto terra bruciata bombardando tutti i ponti sul fiume Tigri, che divide Mosul, per tagliare in due le forze del Califfo.
L\'esercito iracheno ha preso d\'assalto il quartiere strategico di Al Quds (Gerusalemme in arabo). Il generale Abdulghani al-Assadi, portavoce delle forze speciali anti terrorismo ha confermato che la bandiera irachena sventola su diversi edifici del quartiere, ma «ci siamo scontrati con il nemico e c\'è resistenza». Mosul è la seconda città dell\'Irak e nella parte orientale erano stati conquistati con difficoltà e in alcuni casi perduti e ripresi 40 rioni su 56. I miliziani delle bandiere nere, che contano molti volontari stranieri della guerra santa, combattono casa per casa. Cecchini e macchine minate lanciate dai kamikaze come arieti contro le truppe che avanzano sono la tattica di battaglia del Califfato. Se costrette alla ritirata, le truppe jihadiste seminano di trappole esplosive strade e case rendendo lenta e pericolosa l\'avanzata. L\'aviazione americana ha distrutto 140 macchine minate dall\'inizio dell\'offensiva tre mesi fa. Ieri ne sarebbero state intercettate 11 e uccisi 82 jihadisti. L\'obiettivo è raggiungere la sponda sinistra del Tigri, ma lo Stato islamico si è trincerato nella parte occidentale della città e controlla ancora l\'aeroporto a Sud. Lo scalo è difeso da due ex basi americane, che si coprono l\'una con l\'altra con postazioni fortificate. Per conquistarlo è probabile che verrà lanciata in battaglia la divisione corazzata alle porte di Mosul.
Per il Califfato in Irak è l\'inizio della fine, ma la battaglia sarà ancora lunga. L\'ambasciatore americano a Baghdad, Douglas Silliman, ha spiegato che «a Mosul sono presenti 285mila edifici e i terroristi di Daesh (Stato islamico, nda) usano i civili come scudi umani e attaccano le aree liberate». Da Mosul sono sfollati 140mila civili, ma si calcola che circa un milione era intrappolato in città all\'inizio dell\'offensiva.
Sul fronte siriano il Pentagono ha annunciato di aver eliminato lunedì, in un attacco aereo mirato, Abu Jandal al-Kuwaiti, pezzo grosso dello Stato islamico incaricato di organizzare la difesa di Raqqa, la prima «capitale» del Califfo. Via Twitter le bandiere nere hanno sostenuto che l\'emiro si è immolato in un attacco suicida, forse per mascherare lo smacco. Al Kuwaiti faceva parte del consiglio di guerra dello Stato islamico e veniva considerato, dopo l\'uccisione di altri comandanti, il numero due dell\'organizzazione del terrore.
[continua]

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18 novembre 2015 | Virus Raid due | reportage
Speciale terrorismo
LE IMMAGINI DELLA BATTAGLIA DI SINJAR NEL NORD DELL'IRAQ VICINO AL CONFINE SIRIANO, CHE HA SPACCATO IN DUE IL CALIFFATO. COLLEGAMENTO SULL'INTERVENTO DI TERRA: "SPAZZARE VIA IL CALIFFATO NON E' IMPOSSIBILE, MA NON ABBIAMO GLI ATTRIBUTI E LA VOLONTA' POLITICA DI UNIRE LE FORZE"

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21 giugno 2016 | Caffè di Rai 1 | reportage
Profughi dimenticati
Sulle macerie della guerra in Iraq, grazie al Rotary, abbiamo raccontato il dramma dei profughi dimenticati. Siamo stati gli occhi della guerra lungo il fronte dove scappano i rifugiati dall'offensiva su Mosul, la capitale del Califfato. Siamo andati nei campi dove i cristiani in fuga vivono in condizioni miserevoli. Siamo stati sotto le tende dei siriani attirati dai trafficanti per partire verso l’Europa. Abbiamo raccolto le testimonianze dei rifugiati yazidi massacrati dalle bandiere nere. Con le loro donne schiave come Lamja saltata su una mina per fuggire allo Stato islamico. Drammi veri provocati dalla tragedia della guerra.Storie terribili, che non possiamo dimenticare e che abbimo presentato 7 giugno a Cremona.

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12 febbraio 2008 | Top Secret Rete 4 | reportage
Iraq: il caso Calipari
Fausto Biloslavo e Barbara Schiavulli parlano di Nicola Calipari il numero due del Sismi ucciso ad un posto di blocco americano in Iraq, mentre portava in salvo Giuliana Sgrena, la giornalista del Manifesto sequestrata a Baghdad nel 2005. Con Claudio Brachino si parla anche della missione italiana ad An Nassiryah e dell'impegno militare in Afghanistan.

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14 giugno 2014 | Radio24 | intervento
Iraq
L'avanzata del Califfato
Il califfato con Baghdad capitale, Corano e moschetto, mani amputate ai ladri, nemici crocefissi, tasse islamiche, donne chiuse in casa ed Occidente nel mirino con l’obiettivo di governare il mondo in nome di Allah. Questo è lo “Stato islamico dell’Iraq e della Siria” (Isis), che sta conquistando città dopo città rischiando di far esplodere il Medio Oriente.

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26 agosto 2010 | Radio Anch'io - Radio Uno | intervento
Iraq
Missione compiuta?
Il ritiro del grosso dei soldati americani lascia un paese ancora instabile, ma la missione è in parte compiuta.

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31 ottobre 2010 | Nuova Spazio Radio | intervento
Iraq
Wikileaks dice quello che si sa già. Per tutti è un grande scoop
I rapporti Usa che smonterebbero la versione italiana di un episodio della battaglia dei ponti ad An Nassiryah e la morte accidentale di un paracadutista in Iraq sono la classica tempesta in un bicchier d’acqua. Le rivelazioni di Wikileaks sugli italiani della missione Antica Babilonia derivano dagli stessi rapporti scritti dal nostro contingente, che lungo la catena di comando arrivavano fino al quartier generale americano a Baghdad. E altro ancora.

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06 ottobre 2015 | Zapping Rai Radio 1 | intervento
Iraq
Raid italiani in Iraq?
Raid italiani le ipotesi:Paolo Magri dir.Ispi,Fausto Biloslavo corrispondente Il Giornale.

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