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Articolo
17 maggio 2017 - Attualità - Libia - Il Giornale |
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L’invasione non si ferma: otto su 10 sbarcano qui Ma il Senato grazia le Ong |
I senatori ben che vada hanno partorito un topolino e nella peggiore delle ipotesi un colpo di spugna assolvendo le Ong dalle loro responsabilità nell\'«invasione» dei migranti. Il risultato di settimane di audizioni, sfociate talvolta in dichiarazioni infuocate, sembra quasi riconsegnare un\'aureola santifica alle Organizzazioni non governative. Nessun contatto con i trafficanti, anche se personale di Msf è sotto inchiesta a Trapani. Nessun obbligo a far salire la polizia a bordo, che, al contrario dovrebbe seguire con una barchetta le navi umanitarie. Unico colpo di reni, bontà loro, il no a corridoi umanitari come chiedevano le Ong. Nonostante l\'assoluzione della Commissione Difesa del Senato i numeri dimostrano che l\'impatto della mobilitazione della flotta Ong nel Mediterraneo centrale è devastante per l\'Italia. L\'Organizzazione internazionali delle migrazioni (Oim) ha reso noto che dall\'inizio dell\'anno sono arrivati in Europa 54mila migranti. Quasi l\'85% è sbarcato in Italia grazie alle navi delle organizzazioni non governative. La stessa commissione parlamentare conferma che oltre la metà (50,36%) dei migranti è stata recuperata in mare da privati. Per l\'esattezza sono 45.118 gli arrivi nel nostro Paese dal primo gennaio in aumento rispetto ai 32.292 dello stesso periodo del 2016. Per dare un\'idea in Grecia, una volta sotto pressione, sono arrivati solo 6.095 migranti, 2.426 in Spagna. Malta non è pervenuta rifiutando qualsiasi sbarco da parte delle Ong, compresa la Moas che ha sede a La Valletta. Non solo la flotta buonista recupera sempre più gente in mare portandola in Italia, ma il cavallo di battaglia del «salviamo vite» non corrisponde alla realtà dei numeri. L\'Oim sostiene che da gennaio sono naufragate 1.229 persone solo nel Mediterraneo centrale. I morti in mare sono in aumento rispetto ai 966 degli stessi mesi dello scorso anno. Nonostante l\'evidenza dei numeri l\'indagine conoscitiva della Commissione Difesa del Senato difende le Ong. «Non vi sono indagini in corso a carico di Organizzazioni non governative in quanto tali, ma solo un\'inchiesta della Procura di Trapani concernente, tra gli altri, singole persone impegnate nelle operazioni» si legge nelle relazione finale votata all\'unanimità. Come se il personale coinvolto non avesse nulla a che fare con Medici senza frontiere. Tragicomico il passaggio sulle indagini dal momento del salvataggio. La Commissione presieduta da Nicola Latorre, del Pd, punta a una soluzione «con il consenso auspicabile delle Ong» all\'imbarco di agenti «o con la presenza di una barca leggera, di supporto, con a bordo la polizia giudiziaria». In pratica la polizia deve seguire in barchetta. Si è dissolta l\'ipotesi di non far attraccare nei porti italiani le Ong che si rifiutano di avere poliziotti a bordo. L\'intervento delle organizzazioni umanitarie «può corrispondere alla giusta, fondamentale e prioritaria iniziativa volta a salvare vite umane, ma può anche intralciare le operazioni di contrasto ai trafficanti». La timida critica è seguita da un no secco alle richieste delle Ong: «Non può essere consentita la creazione di corridoi umanitari» gestiti dalla flotta buonista. Nel frattempo l\'Europa torna ad alzare la vocina contro i paesi che ostacolano il ricollocamento dei profughi. I trasferimenti da Italia e Grecia sono appena 18mila sui 160mila previsti. L\'Ue «avvisa» Ungheria, Austria, Polonia e Repubblica Ceca di essere pronta ad attivare procedure di infrazione. Nell\'attesa ci becchiamo con l\'aiuto delle Ong l\'85% dei migranti che arrivano in Europa. |
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07 aprile 2011 | Studio Aperto | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
Diario dalla Libia in fiamme
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06 maggio 2019 | Quarta Repubblica Rete 4 | reportage
Libia, scenario siriano
La battaglia di Tripoli infuria fra i governativi e le truppe del generale Haftar. Nonostante gli aspri combattimenti la situazione è di stallo.
Le brigate di Misurata, la Sparta libica, hanno salvato dal tracollo il premier Serraj. La guerra civile libica è sempre più simile allo scenario siriano, ma alle porte dell’Italia. Fra i combattenti, da una parte e dall’altra, molti sono stati formati da noi, come il capitano Rafat.
La battaglia di Tripoli ha già provocato 400 morti, duemila feriti, 50mila sfollati e una pesante ingerenza straniera, che può trasformare la Libia in una nuova Siria. Queste sono le immagini del bombardamento mirato di un drone, probabilmente di un paese arabo alleato di Haftar, che colpisce obiettivi governativi. E la Turchia ha promesso di usare qualsiasi mezzo per difendere Tripoli. Il giorno dopo i risultati dei raid notturni sono evidenti
Nella capitale si perdono e riconquistano posizioni, ma le linee si muovono di poco. E a pochi chilometri di distanza la vita scorre con il caotico traffico del centro come se non ci fosse la guerra …
L’impressione è che la battaglia per la capitale stia diventando cronica e rischi di trascinarsi ancora a lungo senza né vincitori, né vinti
I difensori di Tripoli considerano gli italiani, che appoggiano il governo riconosciuto dall’Onu, degli alleati
e i francesi, accusati di sostenere Haftar, dei nemici. Nelle manifestazioni filo governative il presidente francese Emmanuel Macron è nel mirino. E pure le donne velate indossano i gilet gialli, simbolo della rivolta in Francia contro Macron
Sul fronte del mare, dall’inizio del conflitto, la Guardia costiera libica, grazie alle motovedette donate dall’Italia come questa, ha intercettato solo 3 gommoni per un totale di 270 migranti…..che nonostante la guerra si incontrano agli angoli delle strade della capitale alla ricerca di un lavoretto giornaliero.
L’intelligence americana stima che ci siano almeno 100mila migranti in Libia, ma per assurdo le ostilità hanno congelato le partenze. Leonel del Camerun che ha lavorato con una ditta italiana fino all’inizio della battaglia di Tripoli conferma che i gommoni partono sempre meno non solo a causa della guerra.I migranti conoscono molto bene la politica del ministro dell’Interno italiano.
Almeno 3mila migranti detenuti nei centri governativi sono vicini alla prima linea e rischiano di venire colpiti come si vede in queste drammatiche immagini
Il portavoce della Guardia costiera libica conferma che la linea del fronte blocca l’arrivo di nuovi migranti dal confine meridionale e i traffican ti sono troppo impegnati nel conflitto per far partire i gommoni ……almeno per ora.
Ma cosa succederà con l’estate e il mare calmo?
La Guardia costiera ha l’ordine di concentrarsi sulla guerra civile. E per questo, come si vede nelle foto, almeno una delle motovedette donate dall’Italia senza sistemi offensivi è stata riarmata.
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11 marzo 2011 | TG4 | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
Diario dalla Libia in fiamme
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02 marzo 2011 | Panorama | intervento |
Libia
Diario dalla Libia
Una nube nera su tutta Tripoli
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08 marzo 2011 | Panorama | intervento |
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia
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09 marzo 2011 | Panorama | intervento |
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia
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18 marzo 2011 | Radio Capodistria | intervento |
Libia
IL vaso di pandora
IL vaso di pandora
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26 agosto 2011 | Radio Città Futura | intervento |
Libia
I giornalisti italiani rapiti a Tripoli
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