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26 ottobre 2017 - Interni - Italia - Il Giornale
“Tito l’ha insegnato, foiba non è un reato” Contro il Livorno soltanto un’ammenda
L\\\'inaccettabile sfregio ad Anna Frank da un pugno di ignobili ultrà della Lazio ha sollevato, giustamente, una levata di scudi senza precedenti. Peccato che anni fa né il presidente del Consiglio, né il Capo dello stato si siano spesi con la stessa forza per condannare lo striscione «Tito ce l\\\'ha insegnato la foiba non è reato» esposto sulla curva del Livorno, dagli ultrà più rossi d\\\'Italia. In campo scendeva la Triestina, simbolo di una città occupata dalle truppe di Tito nel 1945, che prelevarono migliaia di italiani del capoluogo giuliano, dell\\\'Istria, Fiume e Dalmazia scaraventandoli nelle foibe. E ancora più beffarda la sanzione della Federazione calcio, che nultò la società livornese di soli 7.500 euro. A tal punto che gli stessi ultrà anni dopo intonarono il coro «pure voi, pure voi, nelle foibe ci mettiamo pure voi» rivolto al Verona ed i suoi tifosi. Oltraggio che si trova ancora su You Tube con decine di migliaia di visualizzazioni. Nessuno si è sognato di leggere in campo i passi dei tanti libri sulla tragedia degli esuli cacciati dal maresciallo Tito o portare una corona alla foiba di Basovizza, sul Carso triestino. E\\\' sempre sbagliato mettere sul bilancino le vittime dell\\\'odio umano ed il loro peso, ma anche nelle reazioni delle follie ultrà emergono due pesi e due misure per morti nei campi di sterminio di serie A e quelli nelle foibe, da sempre, di serie B. FBil
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12 maggio 2020 | Tg5 | reportage
L'infermiera sopravvissuta al virus
L’infermiera ha contratto il virus da un paziente anziano nell’ospedale Maggiore di Trieste A casa non riusciva più a respirare ed è stata trasportata d’urgenza in ospedale Il figlio, soldato della Nato, era rimasto bloccato sul fronte baltico dall’emergenza virus con l’appartamento pieno di medicine l’incubo del contagio non l’abbandonerà mai Due mesi dopo il contagio Svetlana è negativa al virus ma ancora debole e chiusa in casa

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10 giugno 2008 | Emittente privata TCA | reportage
Gli occhi della guerra.... a Bolzano /2
Negli anni 80 lo portava in giro per Milano sulla sua 500, scrive Panorama. Adesso, da ministro della Difesa, Ignazio La Russa ha voluto visitare a Bolzano la mostra fotografica Gli occhi della guerra, dedicata alla sua memoria. Almerigo Grilz, triestino, ex dirigente missino, fu il primo giornalista italiano ucciso dopo la Seconda guerra mondiale, mentre filmava uno scontro fra ribelli e governativi in Mozambico nell’87. La mostra, organizzata dal 4° Reggimento alpini paracadutisti, espone anche i reportage di altri due giornalisti triestini: Gian Micalessin e Fausto Biloslavo.

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29 dicembre 2011 | SkyTG24 | reportage
Almerigo ricordato 25 anni dopo
Con un bel gesto, che sana tante pelose dimenticanze, il presidente del nostro Ordine,Enzo Iacopino, ricorda davanti al premier Mario Monti, Almerigo Grilz primo giornalista italiano caduto su un campo di battaglia dopo la fine della seconda guerra mondiale, il 19 maggio 1987 in Mozambico.

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20 giugno 2017 | WDR | intervento
Italia
Più cittadini italiani con lo ius soli
Estendere la cittadinanza italiana ai bambini figli di stranieri? È la proposta di legge in discussione in Senato in questi giorni. Abbiamo sentito favorevoli e contrari.

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