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Articolo
29 agosto 2019 - Il fatto - Italia - Il Giornale |
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Perchè agli Usa fa comodo Conte “yes man” in stile democristiano |
Il mondo sembra tifare per Giuseppe Conte, che aveva esordito a Palazzo Chigi e soprattutto sulla scena internazionale con il nomignolo di «signor nessuno». Dopo Trump, la nomenklatura europea, Bill Gates redivivo manca solo un George Clooney di turno e il circo internazionale è al gran completo. Il presidente Usa, che l\'ha scambiato per «Giuseppi», all\'americana, deve essere stato consigliato che in Italia è meglio un avvocato in stile democristiano del terzo millennio piuttosto che un capo popolo come Matteo Salvini. A Washington interessa uno «yes man», che appoggi gli Stati Uniti contro tutti i grandi del G7 per fare rientrare la Russia, come Conte dimissionario all\'ultimo vertice di Biarritz, ma allo stesso tempo non si sogni di coltivare un vero asse alternativo con Mosca. E dopo l\'endorsement via tweet di Trump sarà più facile, se nascerà il mostro a due teste del governo giallorosso, premere sul premier per allontanarlo dalla sirene cinesi della nuova via della seta. Paradossale come la nomenklatura europea che ha apprezzato Conte più per la sua eleganza un po\' dandy, che per reali capacità, adesso lo incensi elevandolo a salvatore dell\'Italia. La verità è che appoggerebbero pure Topolino per costringere all\'angolo la Lega e Salvini, vera bestia nera di Bruxelles e delle cancellerie che contano in Europa. E pensare che soli sei mesi fa, proprio a Strasburgo, il premier Conte si beccava dai leader dei gruppi parlamentari insulti politicamente devastanti. Guy Verhofstadt, leader dei liberali, lo aveva definito «un burattino» nelle mani di Salvini e Di Maio. Il capo dei popolari, Manfred Weber, lo ha subissato di critiche sulla mancata crescita dell\'Italia, il socialista Udo Bullman ha bollato il suo governo come «inumano sui migranti». Adesso sono tutti pazzi per Conte a cominciare dal presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk e la nuova leader della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, nominata grazie ai voti dei grillini, su pressione di Conte, dopo la defezione dei socialisti tedeschi. E lo portano sugli scudi anche la Merkel e marcon, che aveva definito il governo Conte «vomitevole, cinico e irresponsabile». Senza Salvini è diventato improvvisamente presentabile, magari per fare riaprire i porti ai migranti e distrarci dal bubbone libico lasciando mano libera alla Francia. E non ci sarebbe da stupirsi se uno dei primi atti del governo giallo rosso, ancora da partorire, sarà la riesumazione della missione Sophia per tornare a recuperare migranti con le navi militari tanto auspicata dalla cancelliera Merkel. Stupefacente Bill Gates a favore di Conte su Twitter, poche ore prima di Trump. La scusa era ringraziare il premier italiano per avere rimpinguato le casse del Global fund per la lotta nel mondo all\'Aids, la tbc e la malaria. In realtà nel comunicato ufficiale del salvataggio del fondo venivano citati solo Tusk, che ha rappresentato l\'Europa al G7 e Jean-Claude Juncker, presidente uscente della Commissione. Ormai tifare per un secondo mandato a Conte è come tirare un pugno nello stomaco a Salvini per gli inossidabili politici, imprenditori o radical chic internazionali. |
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04 luglio 2012 | Telefriuli | reportage
Conosciamoci
Giornalismo di guerra e altro.
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07 aprile 2020 | Tg5 | reportage
Parla il sopravvissuto al virus
Fausto Biloslavo
TRIESTE - Il sopravvissuto sta sbucciando un’arancia seduto sul letto di ospedale, come se non fosse rispuntato da poco dall’anticamera dell’inferno. Maglietta grigia, speranza dipinta negli occhi, Giovanni Ziliani è stato dimesso mercoledì, per tornare a casa. Quarantadue anni, atleta e istruttore di arti marziali ai bambini, il 10 marzo ha iniziato a stare male nella sua città, Cremona. Cinque giorni dopo è finito in terapia intensiva. Dalla Lombardia l’hanno trasferito a Trieste, dove un tubo in gola gli pompava aria nei polmoni devastati dall’infezione. Dopo 17 giorni di calvario è tornato a vivere, non più contagioso.
Cosa ricorda di questa discesa all’inferno?
“Non volevo dormire perchè avevo paura di smettere di respirare. Ricordo il tubo in gola, come dovevo convivere con il dolore, gli sforzi di vomito ogni volta che cercavo di deglutire. E gli occhi arrossati che bruciavano. Quando mi sono svegliato, ancora intubato, ero spaventato, disorientato. La sensazione è di impotenza sul proprio corpo. Ti rendi conto che dipendi da fili, tubi, macchine. E che la cosa più naturale del mondo, respirare, non lo è più”.
Dove ha trovato la forza?
“Mi sono aggrappato alla famiglia, ai valori veri. Al ricordo di mia moglie, in cinta da otto mesi e di nostra figlia di 7 anni. Ti aggrappi a quello che conta nella vita. E poi c’erano gli angeli in tuta bianca che mi hanno fatto rinascere”.
Gli operatori sanitari dell’ospedale?
“Sì, medici ed infermieri che ti aiutano e confortano in ogni modo. Volevo comunicare, ma non ci riuscivo perchè avevo un tubo in gola. Hanno provato a farmi scrivere, ma ero talmente debole che non ero in grado. Allora mi hanno portato un foglio plastificato con l’alfabeto e digitavo le lettere per comporre le parole”.
Il momento che non dimenticherà mai?
“Quando mi hanno estubato. E’ stata una festa. E quando ero in grado di parlare la prima cosa che hanno fatto è una chiamata in viva voce con mia moglie. Dopo tanti giorni fra la vita e la morte è stato un momento bellissimo”.
Come ha recuperato le forze?
“Sono stato svezzato come si fa con i vitellini. Dopo tanto tempo con il sondino per l’alimentazione mi hanno somministrato in bocca del tè caldo con una piccola siringa. Non ero solo un paziente che dovevano curare. Mi sono sentito accudito”.
Come è stato infettato?
“Abbiamo preso il virus da papà, che purtroppo non ce l’ha fatta. Mio fratello è intubato a Varese non ancora fuori pericolo”.
E la sua famiglia?
“Moglie e figlia di 7 anni per fortuna sono negative. La mia signora è in attesa di Gabriele che nascerà fra un mese. Ed io sono rinato a Trieste”.
Ha pensato di non farcela?
“Ero stanco di stare male con la febbre sempre a 39,6. Speravo di addormentarmi in terapia intensiva e di risvegliarmi guarito. Non è andata proprio in questo modo, ma è finita così: una vittoria per tutti”.
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23 aprile 2012 | Premio Lago | reportage
Il premio Giorgio Lago: Arte, impresa, giornalismo, volontariato del Nord Est
Motivazione della Giuria: Giornalista di razza. Sempre sulla notizia, esposto in prima persona nei vari teatri di guerra del mondo. Penna sottile, attenta, con un grande amore per la verità raccontata a narrare le diverse vicende dell’uomo.
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03 giugno 2019 | Radio Scarp | intervento |
Italia
Professione Reporter di Guerra
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