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11 agosto 2021 - Attualità - Afghanistan - Il Giornale |
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Ai talebani pure Farah 400mila sfollati in fuga La Ue: stop ai rimpatri |
Fausto Biloslavo I talebani conquistato anche Farah, la settima città in pochi giorni, capoluogo di provincia nell\'Afghanistan occidentale, che i soldati italiani hanno presidiato per anni sputando sangue e sudore. Adesso controllano il 65% del Paese e combattono in 11 province. Nelle stesse ore l\'inviato speciale americano, Zalmay Khalilzad, volava a Doha, capitale del Qatar, dove l\'Emirato islamico ha una specie di ambasciata, per cercare di convincerli a fermare l\'avanzata. «Qualsiasi governo conquisti il potere con la forza non sarà riconosciuto dalla comunità internazionale» ha sentenziato. Quando i talebani entrarono a Kabul nel 1996 fecero spallucce alle stesse «minacce». A Doha sono arrivati anche gli inviati speciali di Cina, Pakistan, Russia e Abdullah Abdullah, il capo delegazione di Kabul. Khalilzad ha tre giorni per convincere i talebani a tornare alle trattative, ma gli insorti pensano di avere la vittoria in pugno. La situazione della sicurezza in Afghanistan «non sta andando nella giusta direzione» ha ammesso John Kirby del dipartimento della Difesa Usa. Dal 6 agosto i talebani conquistano in media una città al giorno. Ieri è toccato a Farah con gli insorti che si sono fatti fotografare all\'ingresso del comando di polizia e davanti gli uffici del governatore. Gli altri capoluoghi occupati sono Kunduz, Sar-e-Pul, Taloqan, Zaranj, Sheberghan e Aybak. Ad Herat, dove c\'era il quartier generale italiano, i comandanti talebani si sono incontrati con gli anziani in una moschea di periferia per intimare le loro condizioni. I civili devono lasciare le loro case durante l\'avanzata, le sale da tè vanno chiuse e qualsiasi esercizio gestito da donne. Da Herat il portavoce dei nostri ex interpreti tagliati fuori dal piano di evacuazione ha inviato un secondo accorato appello ai ministri della Difesa, degli Esteri e dell\'Interno italiani. «Temiamo per la nostra vita - scrive Mohammed - Vi preghiamo di comunicarci una data di evacuazione prima che i talebani prendano il controllo dell\'aeroporto di Herat». In agosto partiranno da Kabul verso l\'Italia 81 nuclei familiari di ex collaboratori, ma rimangono ancora 59 interpreti, oltre ai loro cari, da portare in salvo. Nell\'appello scongiurano di accelerare l\'evacuazione prima che sia troppo tardi: «Vi prego salvate le nostre vite e quelle dei nostri figli». Un attacco talebano a Mazar-i-Sharif, la «capitale» del Nord è stato respinto, ma il comandante dei corpi speciali ha subìto gravi ferite. Gli americani hanno garantito l\'appoggio aereo per allentare il cerchio attorno al capoluogo di Balkh, dove i negozi sono chiusi e chi può fugge con i voli di linea. Altri bombardamenti mirati hanno colpito gli insorti su vari fronti del Paese. Il 9 agosto un razzo è esploso vicino al pronto soccorso di Medici senza frontiere a Lashkar Gah. Nella città travolta dagli scontri c\'è anche l\'ospedale di Emergency. I civili stanno fuggendo e Kabul è invasa dagli sfollati. «Abbiamo ricevuto richieste di aiuto da 17mila famiglie, circa 120mila persone provenienti dalle province settentrionali e nord-orientali» ha dichiarato Reza Baher, portavoce del ministero per i Rifugiati. L\'Oim, costola dell\'Onu per le migrazioni, teme che entro la fine dell\'anno «gli sfollati aumenteranno a 390mila». Intanto l\'Europa continua la sua linea ipocrita: Germania, Belgio, Austria, Olanda, Danimarca e Grecia hanno scritto alla Commissione per chiedere che non vengano sospesi i rimpatri dei migranti in Afghanistan nonostante l\'avanzata dei talebani. Ma da Bruxelles è arrivato lo stop di tre mesi. |
[continua] |
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16 dicembre 2012 | Terra! | reportage
Afghanistan Goodbye
Dopo oltre dieci anni di guerra in Afghanistan i soldati italiani cominciano a tornare a casa. Questa è la storia del ripiegamento di 500 alpini dall’inferno di Bakwa, una fetta di deserto e montagne, dimenticata da Dio e dagli uomini, dove le penne nere hanno sputato sangue e sudore.
I famigerati ordigni improvvisati chiamati in gergo Ied sono l’arma più temibile dei talebani che li sotterrano lungo le piste. Questo è il filmato ripreso da un velivolo senza pilota di un blindato italiano che salta in aria.
A bordo del mezzo con quattro alpini del 32imo genio guastatori di Torino c'ero anch'io.
Grazie a 14 tonnellate di corazza siamo rimasti tutti illesi.
Il lavoro più duro è quello degli sminatori che devono aprire la strada alle colonne in ripiegamento.
Il sergente Dario Milano, veterano dell’Afghanistan, è il cacciatore di mine che sta davanti a tutti.
Individua le trappole esplosive da un mucchietto di terra smossa o da un semi invisibile filo elettrico del detonatore che spunta dalla sabbia.
Nel distretto di Bakwa, 32 mila anime, questo giovane afghano rischia di perdere la gamba per la cancrena. Il padre ha paura di portarlo alla base italiana dove verrebbe curato, per timore della vendetta talebana.
La popolazione è succube degli insorti e dei signori della droga.
Malek Ajatullah è uno dei capi villaggio nel distretto di Bakwa.
La missione del capitano Francesco Lamura, orgoglioso di essere pugliese e alpino è dialogare con gli afghani seduto per terra davanti ad una tazza di chai, il tè senza zucchero di queste parti.
Malek Ajatullah giura di non saper nulla dei talebani, ma teme che al ritiro delle truppe italiane il governo di Kabul non sia in grado di controllare Bakwa.
Tiziano Chierotti 24 anni, caporal maggiore del 2° plotone Bronx era alla sua prima volta in Afghanistan. Una missione di sola andata.
La polizia afghana cerca tracce dei talebani nel villaggio di Siav, ma gli insorti sono come fantasmi.
Il problema vero è che nessuno vuole restare a Bakwa, dove in tutto il distretto ci sono solo 100 soldati dell’esercito di Kabul.
Il maggiore Gul Ahmad ha arrestato tre sospetti che osservavano i movimenti della colonna italiana, ma neppure con il controllo dell’iride e le impronte digitali è facile individuare i talebani.
Il caporal maggiore Erik Franza, 23 anni, di Cuneo è alla sua seconda missione in Afghanistan.
Suo padre ogni volta che parte espone il tricolore sul balcone e lo ammaina solo quando gli alpini del 2° reggimento sono tornati a casa.
Per Bakwa è passato anche il reggimento San Marco.
I fucilieri di marina, che garantiscono il servizio scorte ad Herat, hanno le idee chiare sulla storiaccia dei due marò trattenuti in India.
Anche se ordini da Roma li impongono di non dire tutto quello che pensano.
Per Natale i 500 alpini di base Lavaredo saranno a casa.
Per loro è l’addio all’Afghanistan dove rimangono ancora 3000 soldati italiani.
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14 novembre 2001 | TG5 - Canale 5 | reportage
Il primo collegamento da Kabul liberata dai talebani
Il primo collegamento da Kabul liberata dai talebani
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23 giugno 2011 | Rainews24 | reportage
Il ritiro annunciato degli americani
Il presidente Usa, Barack Obama, ha annunciato il ritiro a scaglioni di 30mila militari americani entro l'estate del 2012. In Afghanistan resteranno circa 70mila soldati Usa, oltre alle forze degli alleati Nato. Il problema non è il ritiro di 30mila uomini, ma se c'è ancora la volontà di vincere.
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26 febbraio 2010 | SBS | intervento |
Afghanistan
Bacha bazi: piccoli schiavi del sesso
In Afghanistan molti ragazzini vengono venduti e trasformati in schiavi sessuali da signori della guerra o personaggi facoltosi. I bacha bazi sono minori che vengono vestiti da donna e ballano per un pubblico di soli uomini. Il servizio del giornalista Fausto Biloslavo.
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25 agosto 2008 | Radio24 | reportage |
Afghanistan
Taccuino di guerra - Bombardamenti americani fanno strage di civili
Afghanistan,un'estate in trincea.In prima linea con i soldati italiani
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22 agosto 2008 | Radio24 | intervento |
Afghanistan
Raid americano polverizza un villaggio nella provincia di Herat
Afghanistan, un'estate in trincea.
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23 agosto 2008 | Radio24 | intervento |
Afghanistan
Strage di civili
Afghanistan, un'estate in trincea.
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26 agosto 2008 | Radio24 | reportage |
Afghanistan
Taccuino di guerra - Non solo battaglie. Gli aiuti e la ricostruzione
Afghanistan,un'estate in trincea.In prima linea con i soldati italiani
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