image
Articolo
05 ottobre 2022 - Il Fatto - Libia - Il Giornale
La Turchia si divora gas e petrolio libico
Italia tagliata fuori dal forziere energetico libico da scoprire e non solo. Libia e Turchia hanno firmato un patto d\'acciaio per l\'esplorazione di nuovi giacimenti di gas e petrolio sulla terraferma e soprattutto nella zona economica esclusiva off shore, che si estende a dismisura fino a sud dell\'isola di Creta. Il testo è ancora secretato, ma secondo indiscrezioni raccolte dal Giornale la durata sarebbe di 50 anni. Un pugno nello stomaco al nostro Paese, storicamente legato alle ricchezze energetiche della Libia, in questo momento di grave difficoltà sul gas per la guerra in Ucraina. E ancor più a Grecia, Egitto e Cipro, che contestano con forza la delimitazione dell\'area di esplorazione sul mare. Anche l\'Unione europea ha battuto un colpo contro l\'accordo.
«L\'Italia è rimasta con un pugno di mosche in mano grazie all\'inazione del governo Conte 2 e dell\'esecutivo Draghi - rivela una delle nostre antenne a Tripoli - Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha preso in mano il dossier libico, tarpando le ali anche alla Difesa, senza combinare nulla». A Misurata abbiamo chiuso l\'ospedale militar, lasciando un manipolo di una trentina di soldati assieme ad altri venti a Tripoli. Presenza fittizia rispetto allo strapotere militare turco che appoggia il governo di Tripoli, seppure decaduto dallo scorso dicembre. E proprio il memorandum non solo militare, che ha salvato la capitale nel 2019 dall\'assedio del generale Khalifa Haftar con l\'intervento delle truppe del sultano, è la base dell\'accordo che ci taglia fuori.
Lunedì è sbarcata a Tripoli una mega delegazione turca con i ministri degli Esteri, Difesa, Energia e Commercio, rispettivamente Mevlut Cavusoglu, Hulusi Akar, Fatih Donmez e Mehmet Mus. E non potevano mancare il capo dell\'intelligence e dello stato maggiore di Ankara. Il governo (scaduto) del premier Abdulhamid Dabaiba ha firmato l\'intesa, garantendosi la poltrona grazie alle baionette turche. L\'accordo spazia dall\'esplorazione di nuovi giacimenti a terra e nella Zona economica esclusiva della Libia, alla realizzazione di impianti di raffinazione fino al trasporto in Turchia e mercati terzi. In pratica andrà a finire che Ankara venderà all\'Italia il gas libico, che Gheddafi ci aveva affidato per 40 anni prima che lo bombardassimo assieme alla Nato. L\'intesa prevede l\'impiego di navi di ricerca e perforazione, ma pure lo sviluppo e funzionamento di oleodotti e gasdotti esistenti o aggiuntivi in Libia. Il colpo gobbo dei turchi ha scatenato la reazione dell\'altro premier libico, del governo rivale di Stabilità nazionale. Fathi Bashagha ha annunciato «consultazioni dirette con i partner nazionali, regionali e internazionali, per rispondere adeguatamente a questi abusi che minacciano la sicurezza e la pace in Libia e nell\'intera regione». Ennesimo annuncio di guerra, sottolineato dal fatto che il governo di Tripoli «non ha la legittimità per concludere accordi internazionali o memorandum d\'intesa» secondo i ministri degli esteri di Grecia ed Egitto. «Non è la prima volta che la Turchia sembra ignorare il contesto internazionale», ha dichiarato il portavoce del governo greco Yannis Economu. Anche la Ue ha ricordato che fin dal 2019 «il memorandum d\'intesa Turchia-Libia viola i diritti sovrani di Stati terzi, non rispetta il diritto del mare e non può produrre conseguenze legali per Stati terzi». L\'Italia al momento tace, ma sul terreno si prevede che l\'accordo «alimenterà conflitto e instabilità in Libia per anni».
[continua]

video
26 marzo 2011 | TG5 | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
Diario dalla Libia in fiamme

play
23 giugno 2011 | Oggi | reportage
A bordo della portaerei Garibaldi in missione di fronte alla Libia
Il fragore assordante invade il ponte di volo ed un mostro d’acciaio scuote la portaerei Garibaldi schizzando verso il cielo a 300 chilometri orari, con il suo carico di bombe. I caccia Av-8 della Marina decollano in coppia, ogni giorno, diretti verso la Libia in missioni di sorveglianza, ricognizione o per colpire obiettivi militari del regime di Gheddafi. Sui serbatoi hanno una grande scritta nera: Wolves, lupi.

play
27 marzo 2011 | TG5 | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
Diario dalla Libia in fiamme

play
[altri video]
radio

09 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia

play

22 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia

play

18 marzo 2011 | Radio Capodistria | intervento
Libia
IL vaso di pandora
IL vaso di pandora

play

26 aprile 2011 | Radio 101 | intervento
Libia
Con Luxuria bomba e non bomba
Il governo italiano, dopo una telefonata fra il presidente americano Barack Obama ed il premier Silvio Berlusconi, annuncia che cominciamo a colpire nuovi obiettivi di Gheddafi. I giornali titolano: "Bombardiamo la Libia". E prima cosa facevamo? Scherzavamo con 160 missioni aeree dal 17 marzo?

play

08 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia

play

[altri collegamenti radio]




fotografie







[altre foto]