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08 marzo 2023 - Il Fatto - Europa - Il Giornale
Arriva il soccorso Ue: 500 milioni di euro per corridoi umanitari
«È un dovere morale» evitare tragedie come il naufragio sulle coste calabresi, ma bisogna anche aumentare la cooperazione con i paesi nord africani per fermare l’immigrazione clandestina e approvare finalmente il nuovo patto sull\'Immigrazione e asilo. Non solo: la Ue mette a disposizione mezzo miliardo di euro per 50mila persone che arriveranno attraverso corridoi umanitari sicuri. La speranza è che siano compresi anche gli oltre mille afghani «dimenticati» in Iran inseriti nelle liste di evacuazione della Difesa. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen ha risposto alla lettera inviata dalla premier italiana Giorgia Meloni dopo il disastro di Cutro.
«Apprezzo che lei mi abbia scritto in seguito al tragico naufragio al largo delle coste calabresi» scrive Von der Leyen condividendo l’opinione di Giorgia Meloni che «come europei, politici e cittadini abbiamo il dovere morale di agire per evitare tragedie simili».
Von der Leyen sottolinea che solo agendo assieme si può vincere la sfida come ha dimostrato l’accoglienza degli ucraini in fuga all’invasione russa.
Però gran parte dei milioni di rifugiati sono rientrati nelle loro case quando hanno potuto a differenza dei migranti che arrivano via mare, in maggioranza economici. La presidente sottolinea che «l\'avanzamento del nuovo Patto sulla migrazione e l\'asilo è essenziale per interrompere il ciclo di soluzioni frammentarie che non portano a sufficienti progressi». Giusto, ma da anni si cerca di superare Dublino e la presidenza di turno svedese della Ue, in copia nella lettera, non ha dato grandi speranze in tal senso. La presidente coglie il sollecito di Meloni e punta a compiere passi in avanti nel Consiglio europeo del 23 e 24 marzo. Non a caso un comunicato di palazzo Chigi esprime «profonda soddisfazione per le parole indirizzate all’Italia e all’azione dell’esecutivo sul tema della migrazione”» Le direttrici d’azione sono chiare: «Aiutare chi ha bisogno di protezione internazionale, prevenire le partenze irregolari, combattere le reti di trafficanti criminali, offrire percorsi per una migrazione sicura e legale e rimpatriare chi non ha diritto di rimanere».
In pratica, però, la lotta ai trafficanti non è mai iniziata e al massimo finiscono dietro le sbarre gli scafisti, pesci piccoli. I rimpatri, come il caso dei tunisini dall’Italia, sono ben pochi. E non va meglio con quelli dalla Libia e altri paesi in collaborazione con l’Onu. Von der Leyen annuncia «mezzo miliardo di euro di finanziamenti per i corridoi umanitari fino al 2025 offrendo sostegno per il reinsediamento di circa 50 mila persone».
La presidente Ue sposa un altro cavallo di battaglia del nuovo governo: «La Commissione sta lavorando a stretto contatto con gli Stati membri per intensificare la cooperazione con i principali partner del Nord Africa (...
) Nella programmazione dei fondi Ue quest\'anno daremo ancora una volta la priorità a questo lavoro, con particolare attenzione alla Tunisia e all\'Egitto.
Forniremo inoltre ulteriore sostegno alla gestione delle frontiere marittime della Libia, alle capacità di ricerca e soccorso e intensificheremo le azioni complementari per rafforzare il controllo delle frontiere terrestri con l’Egitto».
Von der Leyen affronta anche il tema della ricerca e soccorso senza mai citare le Ong. «La Commissione ha rilanciato il gruppo di contatto europeo per la ricerca e il salvataggio» scrive, che «offre un forum per promuovere la cooperazione e il coordinamento tra le autorità nazionali e sono stata lieta di sapere del forte impegno dell’Italia». A parte un cenno sul coinvolgimento maggiore degli «stati di bandiera interessati» utilizzati dalle navi recupera migranti che scorrazzano davanti alla Libia manca una posizione ferma e decisa sule Ong e il loro effetto calamita.
[continua]

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21 novembre 2015 | Tele 4 | reportage
Ring - Speciale terrorismo
Intervista a tutto campo sugli attacchi di Parigi ed il pericolo delle bandiere nere

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05 ottobre 2010 | Radio 24 | intervento
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Allarme terrorismo
Anche Italia e Spagna, oltre a Gran Bretagna, Francia e Germania, erano possibili obiettivi dell'attacco multiplo dei terroristi in Europa, sti­le Mumbai. Lo rivela al quotidiano in­glese Daily Telegraph una fonte dell' intelligence Usa. Il piano dei terrori­sti studiato nelle aree tribali pachista­ne, a ridosso del confine afghano, prevedeva attacchi nei centri della capitali europee o delle principali cit­tà. Commando suicidi, come a Mum­bai, avrebbero cominciato a sparare per strada, in mezzo ai passanti, o si sarebbero fatti saltare in aria per compiere un massacro. GIULIETTO CHIESA PENSA CHE SIA "DISTRAZIONE DI MASSA". UN GRANDE COMPLOTTO INVENTATO O POCO VIA, COME L'11 SETTEMBRE.

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23 settembre 2010 | Nuova Spazio Radio | intervento
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L'estrema destra in Europa avanza
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