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Articolo
30 agosto 2025 - Prima - Italia - Il Giornale |
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L’arma, il trolley e la fuga “Voleva uccidere il Papa” E’ giallo sul turco dell’Isis |
Fausto Biloslavo Un turco, che porta una pistola con 14 proiettili in un trolley, lasciandolo in stazione, probabilmente per una consegna, il giorno prima dell’arrivo di Papa Francesco a Trieste un anno fa. L’ allarme di intelligence su un “possibile progetto di attentato contro il Sommo Pontefice”. Allarme confermato al Giornale di una segnalazione arrivata ai nostri servizi poche settimane prima, da un paese del Medio Oriente, relativa ad un piano dell’Isis-K, costola afghana dello Stato islamico, per colpire Papa Francesco in Italia. Il turco, Hasan Uzun, 46 anni, viene individuato dopo mesi di indagini e arrestato in Olanda per poi essere estradato in Italia, dove si trova in isolamento nel carcere di Trieste. Il quotidiano del capoluogo giuliano, Il Piccolo, ieri titolava ad effetto: “Preparavano un attentato a Papa Francesco a Trieste”. Poche ore dopo la Questura conferma l’arresto del turco, ma specifica che “all’esito delle investigazioni nessuna evidenza è emersa in ordine a progettualità ostili o omicidiarie nei confronti del Santo Padre”. Uzun rimane un mistero. Secondo l’Interpol sarebbe collegato all’Isis Khorasan, un’altra nota informativa lo avrebbe collegato ai Lupi grigi e in Turchia lo considerano solo un criminale. Il comunicato della Questura conferma che “sembrerebbe essere inserito in circuiti criminali non correlati al terrorismo”. Le sue mosse, però, sono un’incredibile coincidenza con la visita di Papa Francesco a Trieste del 7 luglio 2024 per la cerimonia di chiusura della 50ima Settimana sociale dei cattolici in Italia. Il giorno prima, come rivela il Piccolo, Uzun, in possesso di due passaporti, arriva nella stazione ferroviaria di Trieste, quando l’allerta è massima. Trasporta un trolley con vestiti, scatola di scarpe, ma pure una pistola e 14 colpi. Secondo il Piccolo è un’automatica CZ modello 7B calibro 9 Luger. Gli investigatori lo individueranno grazie alle telecamere di sorveglianza. Poco prima delle 16 lascia il trolley nel bar della stazione. “Si guarda in giro e controlla il cellulare” riporta il Piccolo, come se attendesse qualcuno. Poi esce dalla stazione e sembra alla ricerca di un contatto. Qualcuno si avvicina al trolley, volutamente lasciato al bar, ma solo “due individui sembrano interessati al bagaglio”. Però si allontanano e subito dopo una dipendente, che deve chiudere il locale nota il bagaglio incustodito. E avvisa gli agenti della Polfer. Nel frattempo il turco, che non ha parenti, amici o motivi evidenti per essere arrivato a Trieste, torna indietro “ma si imbatte nella polizia e fa dietrofront guadagnando l’uscita principale della stazione” riporta il Piccolo. L’aspetto incredibile è che la barista chiude in anticipo il locale solo il 6 luglio, il giorno del trolley e così la polizia scopre che dentro c’è una pistola con 14 proiettili. Non solo: Uzun, saltata la probabile consegna, va in un negozio vicino per comprare una sim, scrive il Piccolo, tirando fuori un rotolo di banconote da 500 euro. E “poi distrugge la scheda già inserita nel suo smartphone sostituendola con quella nuova”. Alle 17.05 prende un Frecciarossa diretto a Milano accompagnato da un uomo con “una camicia celeste” ed uno zaino, che poi gli investigatori individueranno con il turco nel capoluogo lombardo e il giorno dopo verso la Svizzera, sempre in treno. Uzun però viene fermato alla frontiera per documenti irregolari e fotosegnalato. L’indagine diventa internazionale e da Trieste viene emesso un mandato di arresto europeo con “allerta rossa” dell’Interpol. Uzun finisce in manette in Olanda il 3 aprile di quest’anno e viene estradano il 27 giugno. Oggi è rinchiuso nel carcere di Trieste. Il suo nuovo avvocato, Lucrezia Chermaz, l’ha incontrato ieri e spiega al Giornale: “Sostiene che la pistola non sia sua e che qualcuno deve averla messa nel trolley. Non riesce a capire come possa essere stato messo in mezzo a un complotto dell’Isis”. |
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21 settembre 2012 | La Vita in Diretta | reportage
Islam in Italia e non solo. Preconcetti, paure e pericoli
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23 aprile 2012 | Premio Lago | reportage
Il premio Giorgio Lago: Arte, impresa, giornalismo, volontariato del Nord Est
Motivazione della Giuria: Giornalista di razza. Sempre sulla notizia, esposto in prima persona nei vari teatri di guerra del mondo. Penna sottile, attenta, con un grande amore per la verità raccontata a narrare le diverse vicende dell’uomo.
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11 novembre 2008 | Centenario della Federazione della stampa | reportage
A Trieste una targa per Almerigo Grilz e tutti i caduti sul fronte dell'informazione
Ci sono voluti 21 anni, epiche battaglie a colpi di articoli, proteste, un libro fotografico ed una mostra, ma alla fine anche la "casta" dei giornalisti triestini ricorda Almerigo Grilz. L'11 novembre, nella sala del Consiglio comunale del capoluogo giuliano, ha preso la parola il presidente dell'Ordine dei giornalisti del Friuli-Venezia Giulia, Pietro Villotta. Con un appassionato discorso ha spiegato la scelta di affiggere all'ingresso del palazzo della stampa a Trieste una grande targa in cristallo con i nomi di tutti i giornalisti italiani caduti in guerra, per mano della mafia o del terrorismo dal 1945 a oggi. In rigoroso ordine alfabetico c'era anche quello di Almerigo Grilz, che per anni è stato volutamente dimenticato dai giornalisti triestini, che ricordavano solo i colleghi del capoluogo giuliano uccisi a Mostar e a Mogadiscio. La targa è stata scoperta in occasione della celebrazione del centenario della Federazione nazionale della stampa italiana. Il sindacato unico ha aderito all'iniziativa senza dimostrare grande entusiasmo e non menzionando mai, negli interventi ufficiali, il nome di Grilz, ma va bene lo stesso. Vale la pena dire: "Meglio tardi che mai". E da adesso speriamo veramente di aver voltato pagina sul "buco nero" che ha avvolto per anni Almerigo Grilz, l'inviato ignoto.
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20 giugno 2017 | WDR | intervento |
Italia
Più cittadini italiani con lo ius soli
Estendere la cittadinanza italiana ai bambini figli di stranieri? È la proposta di legge in discussione in Senato in questi giorni. Abbiamo sentito favorevoli e contrari.
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03 giugno 2019 | Radio Scarp | intervento |
Italia
Professione Reporter di Guerra
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25 maggio 2010 | Spazio Radio - Radio 1 | intervento |
Italia
L'Islam nelle carceri italiane
In Italia su oltre 23mila detenuti stranieri, 9840 risultano musulmani, secondo i dati ufficiali. Almeno seimila, però, non si sono dichiarati. Il rapporto di 364 pagine, “La radicalizzazione jihadista nelle istituzioni penitenziarie europee”, realizzato dall’esperto di Islam nella carceri, Sergio Bianchi, ne indica 13mila.
In Italia ci sono circa 80 islamici dietro le sbarre per reati connessi al terrorismo. Dal 2009 li hanno concentrati in quattro istituti di pena: ad Asti, Macomer, Benevento e Rossano. Nel carcere di Opera, invece, sono arrivati Adel Ben Mabrouk, Nasri Riadh e Moez Abdel Qader Fezzani, ex prigionieri di Guantanamo. Chi li controlla ogni giorno racconta che parlano in italiano. La guerra santa in Afghanistan l’hanno abbracciata dopo aver vissuto come extracomunicatori nel nostro paese. Non si possono incontrare fra loro e vivono in celle singole. Pregano regolarmente con molta devozione e hanno mantenuto i barboni islamici.
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15 marzo 2018 | Radio Radicale | intervento |
Italia
Missioni militari e interesse nazionale
https://www.radioradicale.it/scheda/535875/missioni-militari-e-interesse-nazionale
Convegno "Missioni militari e interesse nazionale", registrato a Roma giovedì 15 marzo 2018 alle 09:23. L'evento è stato organizzato da Center for Near Abroad Strategic Studies. Sono intervenuti: Paolo Quercia (Direttore del CeNASS, Center for Near Abroad Strategic Studies), Massimo Artini (vicepresidente della Commissione Difesa della Camera dei deputati, Misto - Alternativa Libera (gruppo parlamentare Camera)), Fausto Biloslavo (giornalista, inviato di guerra), Francesco Semprini (corrispondente de "La Stampa" da New York), Arije Antinori (dottore di Ricerca in Criminologia ed alla Sicurezza alla Sapienza Università di Roma), Leonardo di marco (generale di Corpo d'Armata dell'Esercito), Fabrizio Cicchitto (presidente della Commissione Affari esteri della Camera, Area Popolare-NCD-Centristi per l'Europa). Tra gli argomenti discussi: Difesa, Esercito, Esteri, Forze Armate, Governo, Guerra, Informazione, Italia, Ministeri, Peace Keeping, Sicurezza. La registrazione video di questo convegno ha una durata di 2 ore e 46 minuti. Questo contenuto è disponibile anche nella sola versione audio
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06 settembre 2018 | Radio immaginaria | intervento |
Italia
Teen Parade
Gli adolescenti mi intervistano sulla passione per i reportage di guerra
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