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Reportage
02 marzo 2014 - Prima - Ucraina - Il Giornale |
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Sì all’invasione: la Crimea in mano a Mosca |
Il soldato con il volto coperto e l’elmetto è disteso a terra per puntare la mitragliatrice pesante. Alle spalle l’ingresso del parlamento della Crimea presidiato da ieri mattina da decine di militari in mimetica verde senza mostrine, come il palazzo del governo, dove sono spuntate le prime armi anticarro. L’invasione russa in«incognito » è già cominciata. «Ci difendono dai fascisti di Kiev» è la parola d’ordine dei filo Mosca nella capitale della Crimea, ma con i militari non si può parlare. Anche senza insegne sembra proprio che i reparti ben addestrati, che nelle ultime 48 ore hanno preso posizione nei puntistrategici della penisola, siano russi.L’avanguardia di un’invasione. A Mosca, lo zar del Cremlino, Vladimir Putin, ha ottenuto l’autorizzazione del Senato e l’invito della Duma di inviare truppe in Crimea «per normalizzare la situazione ». E fa sapere al mondo dopo una telefonata con il presidente Usa Barack Obama: «Proteggeremo i nostri interessi ». Colloqui ci sono stati anche con il segretario generale dell’Onu,Ban Ki-moon. Secondo il ministero della Difesa ucraino sono già arrivati nella penisola seimila uomini e unatrentina di blindati, ma già prima c’erano almeno 1.100 fanti di marina e altre unità di pronto intervento. Sul palazzo del governo della Crimea sventola la bandiera russa. L’ingresso è piantonato dai soldati in mimetica verde. Una squadra con armi a spalla anticarro garantisce il perimetro di sicurezza. I fucili automatici non sono i soliti kalashnikov russi per gettare un po’ di fumo negli occhi. Davanti ai militari sfila una manifestazione di filo russi con un’enorme bandiera di Mosca, che staziona sotto la statua di Lenin nella piazza principale di Simferopoli. Nella capitale della Crimea i soldati in assetto di combattimento si coordinano con la milizia filo russa «samoobarona » dividendosi gli obiettivi. I volontari delle brigate popolari sono schierati davanti al ministero dell’Interno con scudi della polizia e bandiera della flotta sovietica con la stella rossa e la falce e martello.«Presidiamo l’ingresso per evitare blitz di provocatori che vogliono impossessarsi delle armi. Io so cos’è la guerra e voglio evitarla. A 18 anni, da paracadutista sovietico ho combattuto in Afghanistan » sentenzia Alexandr Shuvalov. Radio portatile, basco azzurro degli afghanzi , i veterani dell’invasione a Kabul negli anni Ottanta, comanda il manipolo di filo russi. Alle prime luci dell’alba ci sarebbe stato un blitz di un commando filo Kiev, poi respinto con una decina di feriti. Nel parlamento presidiato dai soldati viene deciso di anticipare il referendum sul futuro della Crimea, anticamera della secessione, al 30 marzo. Nel pomeriggio a Balaclava nel sud della penisola arrivano colonne di camion zeppi di truppe della flotta di Mosca e blindati. I soldati sono appesantiti dai caricatori delle munizioni ehanno le baionette pronte all’uso come si nota dalle fotografie esclusive ottenute da il Giornale . Almeno 300 uomini circondano la base della guardia costiera ucraina ( che ha fatto uscire in mare le sue unità e rimane fedele a Kiev) e vengono calorosamente accolti dalla gente consventolio di bandiere russe. La controrivoluzione si sta espandendo all’Ucraina orientale. A Donetsk, feudo del presidente deposto Viktor Yanukovich, la bandiera russa sventola sul palazzo dell’amministrazione regionale. Il comandante della milizia del Donbass filo Mosca, Pavel Gubarev, è stato eletto governatore. A Kharkiv sono scoppiati scontri con i rivoluzionari di Kiev. Dopo un corteo di 20 mila persone che gridava «Russia, Russia» circa trecento uomini, alcuni con armi da fuoco, hanno travolto un cordone di sostenitori del nuovo governo rivoluzionario e occupato la sede del governatore. Ma a Kiev nessuno pensa alla resa. Dopo che Vitali Klitschko, uno dei leader della rivolta, aveva chiesto «la mobilitazione generale dell’esercito ucraino contro l’aggressione russa» questa è stata proclamata. E il premier Yatsenyuk ha detto che se la Russia desse corso all’invio di truppe autorizzato dal senato di Mosca sarebbe «la guerra». La pasionaria Yulia Tymoshenko dice invece che sarà a Mosca domani «per cercare di risolvere la situazione di crisi». |
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video
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07 marzo 2014 | TG5 | reportage
In Crimea arrivano i volontari serbi
SEBASTOPOLI - Folti barboni, mimetiche, coltellacci alla cintola e sulla spalla il teschio con le tibie incrociate, simbolo del sacrificio in nome del popolo slavo. Si presenta così una ventina di cetnici, i paramilitari serbi, arrivati in Crimea per dare man forte ai filo russi. Non è stato facile trovare l’avanguardia dei “lupi” come vengono chiamati i volontari giunti dalla Serbia.
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14 marzo 2014 | TG5 | reportage
Gli italiani di Crimea
Gli italiani di Crimea, emigrati nella penisola oltre duecento anni fa, furono deportati in Siberia e decimati da Stalin, che li considerava una spina nel fianco durante la seconda guerra mondiale. Poi sono tornati a Kerch, vicino all'ex confine con la Russia. Gli italiani di origine sono ancora 500.
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02 luglio 2014 | SKYTG24 | reportage
Gli uomini neri sul fronte dell'Est
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari provenienti da paesi europei come Italia, Svezia, Finlandia e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte di Mariupol, una città costiera nell’Est dell’Ucraina. Una dozzina di volontari stranieri, che sostengono di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all’arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell’est dell’Ucraina, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell’Interno.
Fra i volontari europei, l’italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c’è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca.
Per il colore della divisa e la provenienza dall’estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come “gli uomini neri”.
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27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento |
Ucraina
Crimea, i trenta giorni che sconvolsero l'Europa
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26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento |
Ucraina
Il nuovo presidente ucraino e la guerra civile nell'Est
I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.
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16 aprile 2014 | Radio IES | intervento |
Ucraina
Una nuova Crimea
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