image
Scenari mondo
26 febbraio 2014 - Esteri - Ucraina - Panorama
Ucraina: il nuovo fronte della guerra fredda

Che cosa ci fa Open dialog, l’ong del caso Shalabayeva che l’anno scorso mise in difficoltà il governo italiano, in mezzo ai rivoluzionari di piazza Maidan a Kiev? E come mai saltano fuori intercettazioni e filmati imbarazzanti per gli Usa durante la rivolta ucraina? A Kiev la guerra fra Mosca e Washington non è finita, a cominciare da quella segreta. Mentre il 18 febbraio è salita di nuovo la tensione sulle strade, con duri scontri armati tra polizia e manifestanti, che hanno provocato morti e feriti. 

Nel palazzo dei sindacati del centro di Kiev, ancora oggi occupato dai miliziani del partito ultranazionalista Svoboda, l’ong con sede a Varsavia Open dialog aveva addirittura uno striscione, poi fatto sparire. Il suo sito recluta «volontari per Kiev in appoggio alla protesta» con esperienze come fotografi, giornalisti, ma pure «nel pronto soccorso». A Maidan ci sono anche altre associazioni finanziate da miliardari come George Soros (a cominciare dai veterani di Optor, che nel 2011 rovesciò Slobodan Milosevic a Belgrado). I servizi russi hanno reagito postando su Youtube la telefonata fra la diplomatica Usa Victoria Nuland e l’ambasciatore a Kiev, Geoffrey Pyatt. Oltre a pronunciare la nota frase-scandalo («La Ue si fotta»), la Nuland detta disposizioni sul futuro governo dell’opposizione, dicendo di aver fatto muovere l’Onu, più affidabile dell’Ue. La tv russa ha trasmesso un video girato all’aeroporto di Kiev che mostra sacchi color amaranto scaricati da un jet bianco senza insegne e caricati su auto blindate con targa diplomatica (002) dell’ambasciata Usa. Secondo la tv, contenevano 17 milioni di dollari per tenere in piedi la rivolta di Maidan. A dicembre gli ambasciatori a Kiev sono stati convocati al ministero degli Esteri per una nota informativa. Un funzionario dell’Svb, il locale controspionaggio, ha annunciato l’arresto «di un cittadino americano» che, sotto le tende dei paramilitari di Maidan, «mostrava i video degli scontri del Cairo durante la primavera araba per insegnare come reagire alla polizia». 

Rinat Akhmetov, il più potente oligarca ucraino, ha preso le distanze dal presidente filorusso Viktor Yanukovich dopo che l’ambasciata Usa gli ha fatto capire che rischiava di finire sulla lista nera di future sanzioni. Washington è convinta che il ponte costruito su un territorio conteso sul mare di Azov, al confine russo-ucraino, «sia l’eccellente autostrada per un’invasione». Proprio come ai tempi della Guerra fredda.   

Fausto Biloslavo



video
07 marzo 2014 | TG5 | reportage
In Crimea arrivano i volontari serbi
SEBASTOPOLI - Folti barboni, mimetiche, coltellacci alla cintola e sulla spalla il teschio con le tibie incrociate, simbolo del sacrificio in nome del popolo slavo. Si presenta così una ventina di cetnici, i paramilitari serbi, arrivati in Crimea per dare man forte ai filo russi. Non è stato facile trovare l’avanguardia dei “lupi” come vengono chiamati i volontari giunti dalla Serbia.

play
14 marzo 2014 | TG5 | reportage
Gli italiani di Crimea
Gli italiani di Crimea, emigrati nella penisola oltre duecento anni fa, furono deportati in Siberia e decimati da Stalin, che li considerava una spina nel fianco durante la seconda guerra mondiale. Poi sono tornati a Kerch, vicino all'ex confine con la Russia. Gli italiani di origine sono ancora 500.

play
03 marzo 2014 | TG5 | reportage
In Crimea ultimatum dei russi alle basi ucraine


play
[altri video]
radio

16 aprile 2014 | Radio IES | intervento
Ucraina
Una nuova Crimea


play

26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento
Ucraina
Il nuovo presidente ucraino e la guerra civile nell'Est
I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.

play

27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento
Ucraina
Crimea, i trenta giorni che sconvolsero l'Europa


play

[altri collegamenti radio]