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Reportage
07 marzo 2014 - Esteri - Ucraina - Il Giornale
L’altra verità sui cecchini “Non erano del regime, volevano scatenare il caos”
I cecchini che hanno fatto una strage in piazza Maidan provocando la fuga e caduta del regime del deposto presi­dent­e Viktor Yanukovich avreb­bero sparato sia sui rivoluziona­ri che sulla polizia. Una strate­gia della tensione che secondo la telefonata intercettata fra il rappresentante della politica estera Ue Catherine Ashton e il ministro egli Esteri estone na­sconde lo zampino della stessa opposizione ucraina.
I dubbi, come documenta il
 Giornale , erano già emersi con la dichiarazione di una deputa­ta della Rada, il parlamento di Kiev, Inna Bogoslavskaja. Il 21 febbraio sosteneva di possede­re un video ( mai reso pubblico) in cui si vede un cecchino, vesti­to da Berkut, gli agenti speciali della polizia ucraina, che spara sia sui manifestanti che sugli agenti. La tesi della strategia della tensione è confermata da un altro video diffuso su Youtu­be da un esperto militare ucrai­no. La voce è camuffata e il no­me, Andrej Shkut, probabil­mente di copertura, ma le im­magini degli scontri sanguino­si in via Institutskaja parlano chiaro. Dai tetti del Palazzo d’Ottobre i soldati delle forze antiterrorismo, in divisa nera e fiocchi gialli al braccio, come ri­conoscimento, cominciano a usare i kalashnikov. Nonostan­te sparino dall’alto, sul terreno non rimangono a terra né mor­ti, né feriti. I cecchini dei corpi speciali,secondo l’esperto mili­tare, non vogliono provocare vittime, ma solo respingere la folla di manifestanti armata.
Nel caos della battaglia, alcu­ni Berkut si rifugiano all’inter­no dell’hotel Ucraina ( in via In­stituskaja). Poi entrano altri uo­mini armati di kalashnikov che li notano e gridano in ucraino: «Questi non sono dei nostri, ma la merda della militzja (poli­zia) » e salgono di corsa ai piani superiori dell’hotel. I cecchini, che non sembrano far parte del­le forze di sicurezza ucraine prendono posizione per s­para­
re dalle finestre dell’albergo. L’autore della ricostruzione controcorrente fa notare che la maggioranza dei civili uccisi è stato colpito proprio da proietti­li sparati dall’hotel Ucraina. L’autore della video ricostru­zione sostiene che la giornata di sangue in via Institutskaja è servita a piegare il presidente Yanukovich costringendolo a firmare un accordo con l’oppo­sizione durato poche ore. Il ca­po dello Stato deposto è fuggito dal suo palazzo a Kiev per timo­re di venir ucciso dai duri della protesta di Maidan, come il gruppo di estrema destra Pravi sektor, che ha conquistato il po­tere con un colpo di mano.
Chi sono i colpevoli della stra­tegia della tensione e del san­gue di piazza Maidan? L’autore del video riprende un’intervi­sta a Vadim Kolesnikov (depu­tato del Partito delle Regioni di Yanukovich). Ben prima che fosse resa nota la telefonata fra Asthon e il ministro degli Esteri estone il parlamentare accusa­va il leader dell’opposizione Kli­tschko
 e il premier ucraino, Ar­seny Yatsenjuk, di avere provo­cato il bagno di sangue e una cri­si dagli esiti imprevedibili. 

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14 marzo 2014 | TG5 | reportage
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Gli italiani di Crimea, emigrati nella penisola oltre duecento anni fa, furono deportati in Siberia e decimati da Stalin, che li considerava una spina nel fianco durante la seconda guerra mondiale. Poi sono tornati a Kerch, vicino all'ex confine con la Russia. Gli italiani di origine sono ancora 500.

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07 marzo 2014 | TG5 | reportage
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01 febbraio 2014 | MezziToni | reportage
Sulle barricate di Kiev
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radio

27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento
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Crimea, i trenta giorni che sconvolsero l'Europa


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16 aprile 2014 | Radio IES | intervento
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Una nuova Crimea


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26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento
Ucraina
Il nuovo presidente ucraino e la guerra civile nell'Est
I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.

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