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Reportage
19 marzo 2014 - Esteri - Ucraina - Il Giornale
In tre giorni Putin si è preso la Crimea
«La Crimea è sempre stata e rimane una par­te inscindibile della Russia» di­chiara Vladimir Putin, il nuovo Zar della Grande Russia che si profila all’orizzonte. Dal salone di San Giorgio del Cremlino, il presidente sancisce a chiare let­tere l’annessione della penisola davanti al Parlamento riunito. «Per me Putin è come Dio. Non ha paura neppure degli america­ni. Il suo discorso mi riempie di speranza per il futuro dei nostri figli e una vita migliore» dice cre­dendoci veramente, Tatiana Bu­nevskaya. A 24 anni fa la cassiera in una stazione di servizio di Si­mferopoli, capitale della Crimea, dove la tv manda in on­da in diretta il discorso dello Zar.
In 47 minuti interrotti da una trentina di applausi, Putin cam­bia la carta dell’Europa.
«Accettiamo la Crimea e la cit­tà di Sebastopoli ( sede della flot­ta del Mar Nero,
 ndr ) nella Fede­razione russa. Non rispondere alla richiesta di aiuto sarebbe sta­to un tradimento» sottolinea il padrone del Cremlino. Una cop­pia venuta a consumare veloce­mente un panino guarda con di­stacco lo schermo. Prima di an­darsene la signora ammette: «È solo bla bla. Non pensate che tut­ti siano contenti dell’annessio­ne ». Nel frattempo Putin bac­chetta l’Occidente ricordando che a Pristina ha permesso quel­lo che contesta in Crimea. «Dico­no che il Kosovo fosse un caso ec­cezionale. Perché durante il con­flitto ci sono state molte vitti­me ».E poi aggiunge:«Se non fos­simo intervenuti in tempo ci sa­rebbero state anche in Crimea ».
Poche ore dopo il discorso, l’occupazione senza sparare un colpo registra i primi caduti. Kiev sostiene che Sergey Koku­rin, un soldato ucraino sia stato colpito da un cecchino durante un assalto fallito alla base che di­fendeva a Simferopoli. L’eserci­to filo russo giura invece che sia stato ammazzato uno dei suoi. E comincia a circolare la voce che il cecchino abbia sparato su tutti e due per provocare un casus bel­li. Il risultato è che i militari anco­ra fedeli a Kiev adesso hanno l’ordine di sparare a vista. «Sia­mo contrari che la Nato spadro­neggi alle
 porte di casa» ha riba­dito Putin da Mosca. E annuncia­to che «non vogliamo ulteriori di­visioni dell’Ucraina, ma l'Occi­dente si è comportato in modo grossolano e irresponsabile pas­sando il segno». Il riferimento è all’appoggio ai rivoluzionari che hanno preso il potere a Kiev. Il presidente con una buona fac­cia tosta sostiene che le forze ar­mate russe non hanno invaso la Crimea «essendo già presenti sul posto» nella basi della flotta del Mar Nero con 25mila uomi­ni. Putin garantisce che «russo, ucraino e tataro saranno le lin­gue ufficiali »e promette la«riabi­litazione » della minoranza isla­mica decimata da Stalin. Nelle stesse ore si svolge il funerale di Reshat Ametov, attivista tataro rapito da uomini in mimetica, che lo hanno torturato e ucciso. L’inserviente della stazione di servizio intenta a pulire ascolta il discorso. «Dopo che ci hanno deportati e massacrato i russi ci proteggeranno? Belle parole, ma non ci credo» sostiene Dil­yara, tatara, che parla guardinga e sottovoce.
Alla fine del discorso, Putin fir­ma davanti alle telecamere il trattato di annessione della Crimea con l’autoproclamato premier di Simferopoli, Ser­ghiei Aksionov, il presidente del parlamento della penisola, Vla­dimir Kostantinov e il sindaco di Sebastopoli,Alexiei Cialyi.L’ac­cordo dovrà essere ratificato dal
 Parlamento. L’annessione co­sterà a Mosca 3 miliardi di dolla­ri l’anno, ma Gazprom, colosso russo dell’energia, si è già fatto avanti per sfruttare i giacimenti di petrolio e gas della penisola.
Il premier ad interim ucraino, Arseny Yatseniuk, ha bollato la secessione come «una rapina su scala internazionale». L’Occi­dente sta preparando nuove san­zioni. Le prime hanno fatto solo il solletico. Per il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, le mos­se di Mosca «sono una minaccia alla pace» e il presidente ameri­cano vuole indire un G7 all’Aia escludendo la Russia. La Ue pro­testa, ma il segno dell’indecisio­ne si ha quando Mosca annun­cia
 che il presidente del consi­glio europeo Van Rompuy in­contrerà Putin. Poi il dietro­front: secondo fonti di Bruxel­les Van Rompuy avrebbe annul­lato l’appuntamento perché re­so pubblico. I francesi sono ridi­coli. Prima il ministro degli Este­ri, Laurent Fabius, annuncia con un tweet che la Russia è so­spesa dal prossimo G8. Poi Pari­gi fa marcia indietro spiegando che si vuole solo boicottare i lavo­ri preparatori del G8 a Sochi, in casa di Putin.E sull’onda dell’an­nessione lampo della Crimea an­che la dimenticata repubblica separatista della Transnistria, nella Moldova orientale, chiede di entrare nella Grande Russia.

video
14 marzo 2014 | TG5 | reportage
Gli italiani di Crimea
Gli italiani di Crimea, emigrati nella penisola oltre duecento anni fa, furono deportati in Siberia e decimati da Stalin, che li considerava una spina nel fianco durante la seconda guerra mondiale. Poi sono tornati a Kerch, vicino all'ex confine con la Russia. Gli italiani di origine sono ancora 500.

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01 febbraio 2014 | MezziToni | reportage
Sulle barricate di Kiev
Piazza Maidan, l'Ucraina e le mille facce della rivolta contro il regime del presidente Viktor Yanukovich.

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07 marzo 2014 | TG5 | reportage
In Crimea arrivano i volontari serbi
SEBASTOPOLI - Folti barboni, mimetiche, coltellacci alla cintola e sulla spalla il teschio con le tibie incrociate, simbolo del sacrificio in nome del popolo slavo. Si presenta così una ventina di cetnici, i paramilitari serbi, arrivati in Crimea per dare man forte ai filo russi. Non è stato facile trovare l’avanguardia dei “lupi” come vengono chiamati i volontari giunti dalla Serbia.

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radio

26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento
Ucraina
Il nuovo presidente ucraino e la guerra civile nell'Est
I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.

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27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento
Ucraina
Crimea, i trenta giorni che sconvolsero l'Europa


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16 aprile 2014 | Radio IES | intervento
Ucraina
Una nuova Crimea


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