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Reportage
22 marzo 2014 - Esteri - Ucraina - Il Giornale
Grande Russia, l’idea che tenta Putin
La Crimea è solo la prima bandierina nel risiko del nuovo Zar del Cremlino, che punta al­la Grande Russia. Un incubo o un sogno, a seconda dei punti di vista, che mira a proteggere ed inglobare territori spesso di­menticati e dai nomi impronun­ciabili, dove vive una popolazio­ne russofona. Dalla Transni­stria alla «Novorossija», la Nuo­va Russia nel sud est dell’Ucrai­na, ma tremano anche i paesi Baltici e sognano l’effetto a cate­na i frammenti del Caucaso.
Una controffensiva verso ovest e non solo, che punta a circon­dare le ex repubbliche del­l’Urss, come l’Ucraina che si get­tano fra le braccia dell’Unione europea e degli americani. Una strategia «imperiale» tracciata da Aleksander Dughin, ideolo­go degli eruoasiatici ascoltato dal potere russo. «Dopo la Crimea la posta in gioco cresce» ha dichiarato preparando uno scenario in dieci punti battezza­to «la primavera russa». È solo fantageopolitica da dottor Stra­namore del Cremlino? Forse no. L’annessione della Crimea sta già provocando un effetto emulazione in Transnistria fet­ta di terra secessionista della Moldova, dove vivono 200mila russi. Dmitrij Olegovich Rogo­zin, inviato speciale del Cremli­no i­n Transnistria lo dice chiara­mente: «Se il treno Moldova continua a correre verso l’Euro­pa perderà qualche carrozza». Ieri il presidente della Commis­sione europea, Jose Manuel Barroso ha annunciato la firma
 dell’accordo di associazione al­l’Unione europea di Chisinau, la capitale, entro giugno.
A Mosca il leader della Transni­stria, Evgenij Shevchuk, dopo aver chiesto pubblicamente l’annessione come la Crimea sta discutendo delle prossime mosse. Nel frattempo i russi pre­senti n­ella repubblica secessio­nista come forze di «pace» han­no subito iniziato un’esercita­zione in grande stile ai confini con l’Ucraina occidentale. E guardando la cartina fra la Tran­snistria e la Crimea c’è Odessa, la città più cosmopolita del­l’Ucraina dove i filo russi scen­dono
 in piazza per chiedere maggiore autonomia da Kiev.
Dughin nei suoi dieci punti indi­ca le prossime mosse del risiko nel sud est ucraino dove vivono almeno 8 milioni di russofoni in­dicandole come «la lotta per la “Novorossija” (la Nuova Rus­sia). La gente russofona inizia a ribellarsi al governo di Kiev (co­me sta accadendo nda), che di­chiara lo stato di emergenza per fronteggiare il rischio di inter­vento russo» scrive l’ideologo. Da Odessa alle grandi città co­me Donetsk, Luganks, Dnepro­petrovsk e Kharkov «si sviluppe­rà la guerra civile e Mosca aiute­rà i russofoni,
 mentre l’Occiden­te appoggerà Kiev ». Lo scenario a tinte fosche prevede il peggio: «A questo punto la Russia invie­rà le truppe nell’Ucraina orien­ta­le e inizierà la liberazione del­la Nuova Russia ( probabilmen­tecon gravi perdite)».
Per ora i carri armati non si ve­dono, ma i giovani miliziani fi­lo russi di Donetsk, sotto la sta­tua di Lenin, sventolano una bandiera anti Ue ed il vessillo della repubblica del Dombas. Nel 1918 durò pochi mesi e si espandeva nel sud est del­l’Ucraina, dove oggi premono i russofoni.
La «cintura» di sicurezza russa che punta ad isolare l’Ucraina dal Mar Nero ed alzare un «mu­ro » contro l’espansione della Ue e della Nato prosegue con i 785mila filo Mosca in Bielorus­sia. Per poi sfociare nei paesi baltici. In casa hanno minoran­ze russe che variano dal 27% della Lettonia al 17% della Li­tuania. In Lettonia, dai tempi del crollo dell’Urss sono senza cittadinanza, di fatto, perché si rifiutano di affrontare l’esame della lingua nazionale.
La Crimea fa proseliti anche ad Est nelle regioni georgiane se­paratiste dell’Ossezia del sud, che vuole riunificarsi con il Nord e dell’Abkhazia, ricono­sciute da Mosca dopo la guerra lampo con Tbilisi nel 2008. Scherzare con il fuoco dei rivo­luzionari anti russi ed in parte fi­lo europei di Kiev nel cortile di casa del Cremlino ha risveglia­to dal letargo l’orso russo. La zampata della Crimea è solo la prima mossa del nuovo conflit­to fra due mondi.

video
20 luglio 2014 | Russia 1 | reportage
Gli uomini neri
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari europei provenienti da Italia, Svezia, Finlandia, paesi Baltici e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte orientale dell'Ucraina contro i ribelli filo russi. Una dozzina di volontari stranieri, che giurano di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all'arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell'est del paese, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell'Interno. Fra i volontari europei, l'italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c'è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall'estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come "gli uomini neri".

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07 marzo 2014 | TG5 | reportage
In Crimea arrivano i volontari serbi
SEBASTOPOLI - Folti barboni, mimetiche, coltellacci alla cintola e sulla spalla il teschio con le tibie incrociate, simbolo del sacrificio in nome del popolo slavo. Si presenta così una ventina di cetnici, i paramilitari serbi, arrivati in Crimea per dare man forte ai filo russi. Non è stato facile trovare l’avanguardia dei “lupi” come vengono chiamati i volontari giunti dalla Serbia.

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02 luglio 2014 | SKYTG24 | reportage
Gli uomini neri sul fronte dell'Est
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari provenienti da paesi europei come Italia, Svezia, Finlandia e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte di Mariupol, una città costiera nell’Est dell’Ucraina. Una dozzina di volontari stranieri, che sostengono di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all’arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell’est dell’Ucraina, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell’Interno. Fra i volontari europei, l’italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c’è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall’estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come “gli uomini neri”.

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radio

27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento
Ucraina
Crimea, i trenta giorni che sconvolsero l'Europa


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16 aprile 2014 | Radio IES | intervento
Ucraina
Una nuova Crimea


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26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento
Ucraina
Il nuovo presidente ucraino e la guerra civile nell'Est
I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.

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