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Domande
12 marzo 2014 - Esteri - Ucraina - Oggi |
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Ucraina, il pugno russo |
A Maidan, la piazza della rivoluzione ucraina lo raffigurano con frangetta e baffetti alla Hitler, ma Vladimir Putin, il nuovo zar di tutte le Russie, non è il pericolo pubblico numero uno per la pace mondiale. Gli occidentali a cominciare da americani, polacchi e tedeschi hanno pericolosamente giocato con il fuoco abbracciando la rivolta a Kiev nel cortile di casa del Cremlino sottostimando le conseguenze.
Si può anche cavalcare la tigre dei sommovimenti popolari, ma nell'Europa orientale bisogna fare i conti con l'orso russo che si è svegliato dal letargo tirando la zampata con l'occupazione della Crimea.
Per la prima volta nella storia delle invasioni inaugurate dall'Unione sovietica i russi si sono inventati le truppe in incognito senza mostrine o bandiere, che non parlano con i giornalisti per non farsi riconoscere dall'accento. Per ora hanno conquistato la Crimea, storicamente filo russa, senza sparare un colpo. Una bella differenza rispetto a Budapest e Praga travolte nel sangue dai carri armati di Mosca.
A Kiev parlano di aggressione, ma sanno bene che a parte la minoranza tartara decimata da Stalin nel 1944 la maggioranza della Crimea vede i russi come salvatori. E lo dimostrerà con il referendum dal risultato scontato del 30 marzo, che aprirà le porte alla secessione.
Putin si è pappato la strategica penisola sede della flotta russa del Mar Nero fin dai tempi degli Zar.
Adesso bisogna fare attenzione che le mire dell'orso russo risvegliato non si espandano all'Ucraina orientale dove le roccaforti filo Mosca, come Donetsk, stanno ripetendo il copione già visto in Crimea.
Putin ha già avvisato che manderà le truppe per “difendere” i russi anche al di fuori della penisola. Non è facile ammetterlo per un giornalista che ha subito gli interrogatori del Kgb, ma troppe volte l'Occidente ha fatto spallucce all'ex ufficiale del servizio segreto sovietico diventato Zar. Dalle primavere arabe alla tragedia della Siria, fino al disastro in Ucraina. |
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02 luglio 2014 | SKYTG24 | reportage
Gli uomini neri sul fronte dell'Est
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari provenienti da paesi europei come Italia, Svezia, Finlandia e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte di Mariupol, una città costiera nell’Est dell’Ucraina. Una dozzina di volontari stranieri, che sostengono di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all’arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell’est dell’Ucraina, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell’Interno.
Fra i volontari europei, l’italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c’è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca.
Per il colore della divisa e la provenienza dall’estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come “gli uomini neri”.
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14 marzo 2014 | TG5 | reportage
Gli italiani di Crimea
Gli italiani di Crimea, emigrati nella penisola oltre duecento anni fa, furono deportati in Siberia e decimati da Stalin, che li considerava una spina nel fianco durante la seconda guerra mondiale. Poi sono tornati a Kerch, vicino all'ex confine con la Russia. Gli italiani di origine sono ancora 500.
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01 febbraio 2014 | MezziToni | reportage
Sulle barricate di Kiev
Piazza Maidan, l'Ucraina e le mille facce della rivolta contro il regime del presidente Viktor Yanukovich.
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27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento |
Ucraina
Crimea, i trenta giorni che sconvolsero l'Europa
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26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento |
Ucraina
Il nuovo presidente ucraino e la guerra civile nell'Est
I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.
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16 aprile 2014 | Radio IES | intervento |
Ucraina
Una nuova Crimea
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