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12 aprile 2014 - Esteri - Ucraina - Il Giornale
Dietrofront di Kiev: “Sì alle autonomie”
Kiev non sfida più l’orso rus­so e a parole apre ai ribelli pro Mosca dell’Ucraina orientale.Il premier, Arseni Iatseniuk, in vi­sita a sorpresa a Donetsk, città roccaforte della protesta, ha det­to sì al referendum per una mag­giore autonomia. L’impressio­ne è che l’uso della forza sia sta­to congelato. L’ultimatum per sgomberare gli edifici pubblici occupati è slittato anche se po­trebbe trattarsi solo di uno spec­chietto per le allodole. I corpi speciali e blindati inviati nella zona sono sempre pronti ad in­tervenire con un’operazione già pianificata probabilmente nelle ore notturne. «I filo russi non molleranno e bisognerà ve­dere cosa succederà il primo e 9 maggio, festa della vittoria sui nazisti, in vista delle elezioni presidenziali previste per il 25 maggio» dichiara a il Giornale una fonte diplomatica a Kiev.
Non solo: ieri il segretario del­la Nato, Anders Fogh Rasmus­sen, in visita a Sofia ha ribadito che l’Alleanza atlantica «au­menterà la sua presenza in Euro­pa orientale e nella regione del Mar Nero». La nuova guerra fredda si giocherà su un nume­ro m­aggiore di esercitazioni na­vali ed un nuovo piano di difesa aerea. «Abbiamo già aumenta­to la presenza militare nello spa­zio aereo del Baltico ed imple­mentato l’Awacs, il sistema di al­larme e controllo aviotrasporta­to, in Romania e Polonia» ha sot­tolineato Rasmussen.
Ieri alle dieci scadeva l’ultima­tum del governo di Kiev ai filo russi che occupano il palazzo del governatore a Donetsk e la sede dei servizi segreti a Lugan­sk. Il gruppo paramilitare «lo scudo» è pronto a combattere se i blindati ucraini cercheran­no di sfondare le barricate. Le bandiere dell’autoproclamata repubblica di Donetsk, che si ri­fà ad un esperimento storico du­rato poche mesi nel 1918, sono il vessillo dei separatisti. In real­tà gran parte degli 8 milioni di russi del sud est si potrebbe ac­contentare di una maggiore au­tonomia.
Per questo il premier Iatse­niu­k ha caldeggiato la presenta­zione di una legge che consenta referendum locali sulla status della regione, oggi vietati dalla costituzione. Ad ascoltarlo in prima fila c’era l’oligarca Rinat Akhmetov,l’uomo più ricco del­l’Ucraina che aveva appoggiato il deposto presidente Viktor Yanukovich travolto dalla rivol­ta di Maidan. Adesso tira le fila degli oligarchi nominati da Kiev a governatori del turbolento Est. Il primo ministro non solo ha parlato di una riforma costi­tuzionale per «bilanciare i pote­ri centrale e delle regioni», ma garantito lo status di lingua uffi­ciale al rus­so nelle zone dove vie­ne parlato da almeno il 10% del­la popolazione.
Ambedue cavalli di battaglia dei ribelli, che hanno le spalle coperte dalle truppe di Mosca a due passi, appena oltre il confi­ne. Secondo il ministro egli Este­ri russo, Serghiei Lavrov, non
 esiste «alcun piano di far aderi­re le regioni sud orientali del­l’Ucraina alla Russia» come è successo con la Crimea.
Il braccio di ferro continua an­che sull’energia. Il presidente russo, Vladimir Putin, ha garan­tito che onorerà le forniture con i paesi occidentali,ma«il proble­ma è assicurare il transito del gas attraverso l’Ucraina». Mo­sca vuole 2,2 miliardi di dollari di arretrati e ha imposto prezzo del gas a 480 dollari per mille me­tri cubi. Kiev non ha i soldi per pagare e spera di ottenere il gas russo da Polonia, Germania, Un­gheria, Slovacchia con il siste­ma del «reverse flow» non facile da realizzare tecnicamente.
L’obiettivo di Mosca è
 un’Ucraina monca della Crimea trasformata in stato fe­derale con una forte zona di in­fluenza russa nel sud est. Kiev è disposta a concedere solo mag­giore autonomia. Se ne discute­rà la prossima settimana al sum­mit di Ginevra fra Usa, Russia, Ucraina ed Unione europea, ma una scintilla può sempre fa­re esplodere la nuova Crimea. 
www.gliocchidellaguerra.it
 
[continua]

video
07 marzo 2014 | TG5 | reportage
In Crimea arrivano i volontari serbi
SEBASTOPOLI - Folti barboni, mimetiche, coltellacci alla cintola e sulla spalla il teschio con le tibie incrociate, simbolo del sacrificio in nome del popolo slavo. Si presenta così una ventina di cetnici, i paramilitari serbi, arrivati in Crimea per dare man forte ai filo russi. Non è stato facile trovare l’avanguardia dei “lupi” come vengono chiamati i volontari giunti dalla Serbia.

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02 luglio 2014 | SKYTG24 | reportage
Gli uomini neri sul fronte dell'Est
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari provenienti da paesi europei come Italia, Svezia, Finlandia e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte di Mariupol, una città costiera nell’Est dell’Ucraina. Una dozzina di volontari stranieri, che sostengono di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all’arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell’est dell’Ucraina, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell’Interno. Fra i volontari europei, l’italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c’è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall’estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come “gli uomini neri”.

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20 luglio 2014 | Russia 1 | reportage
Gli uomini neri
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari europei provenienti da Italia, Svezia, Finlandia, paesi Baltici e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte orientale dell'Ucraina contro i ribelli filo russi. Una dozzina di volontari stranieri, che giurano di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all'arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell'est del paese, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell'Interno. Fra i volontari europei, l'italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c'è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall'estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come "gli uomini neri".

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radio

16 aprile 2014 | Radio IES | intervento
Ucraina
Una nuova Crimea


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26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento
Ucraina
Il nuovo presidente ucraino e la guerra civile nell'Est
I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.

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27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento
Ucraina
Crimea, i trenta giorni che sconvolsero l'Europa


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