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22 aprile 2014 - Esteri - Ucraina - Il Giornale
Fallita l’intesa di Ginevra Putin offre la cittadinanza a tutti i russi oltreconfine
Tregua di Pasqua insangui­nata nell’Ucraina orientale do­ve­si sta sgretolando il fragile ac­cordo diplomatico di Ginevra, che doveva portare al disarmo delle milizie. In questo clima da guerra civile latente arriva a Kiev il vicepresidente america­no Joe Biden. Nelle stesse ore il nuovo zar, Vladimir Putin, fir­ma un decreto che facilita la procedura per ottenere la citta­dinanza da parte delle popola­zioni russofone dell’ex impero sovietico. Nel sud-est del­l’Ucraina i «russi» sono 8 milio­ni.
Domenica prima dell’alba due fuoristrada con uomini ar­mati a bordo si sono avvicinati ad un posto di blocco filo russo nei dintorni di Slaviansk, una roccaforte della rivolta separati­sta. Un violento conflitto a fuo­co ha lasciato sul terreno alme­no tre vittime e diversi feriti. I mezzi dei presunti assalitori hanno preso fuoco. In un video si nota un cadavere in mezzo ad armi, dollari e documenti delle milizia nazionalista Pravy Sek­tor. I paramilitari di destra smentiscono l’attacco e punta­no il dito contro i russi, che avrebbero orchestrato la provo­cazione. I miliziani che presi­diavano il posto di blocco giura­no di aver subito perdite, com­presi diversi feriti. Da Mosca il ministro degli Esteri, Sergei La­vrov, ha bollato l’attacco come un«crimine»che può far«dera­gliare l’accordo di Ginevra » del­la scorsa settimana. In realtà il patto fra Russia, Usa, Ucraina ed Unione Europea si sta già sciogliendo come neve al sole. I miliziani filo russi, che occupa­no diversi edifici pubblici in una decina di città, non hanno alcuna intenzione di abbando­nare le armi o gli obiettivi con­quistati. A più riprese hanno so­stenuto che prima devono ve­nir disarmate le milizie dei gruppi ultranazionalisti e con­cesso un referendum sullo sta­tus dell’Ucraina orientale.
Per la prima volta gli osserva­tori dell’Organizzazione per la
 cooperazione e la sicurezza in Europa sono riusciti ad incon­trare il nocciolo duro dei sepa­ratisti a Slaviansk.
I ribelli filorussi hanno rila­sciato una dozzina di soldati ucraini, che nei giorni scorsi si erano arresi facendosi seque­strare i blindati. La giornalista Imra Krat, che nella rivolta di piazza Maidan guidava un gruppo di militanti, è stata arre­stata assieme ad un free lance della discussa ong polacca Open dialogue. E scortata ben­data davanti ai giornalisti per
 raccontare che non viene mal­trattata.
Ieri è arrivato a Kiev per una visita di due giorni il vicepresi­dente Usa per incontrare il ca­po dello Stato ucraino Oleksan­dr Turchynov, il primo mini­stro Arseny Yatseniuk e mem­bri del Parlamento. Biden por­ta
 in dote un pacchetto di aiuti nel campo energetico a causa del ricatto del gas fornito dalla Russia. Il vicepresidente ameri­cano potrebbe anche confer­mare l’invio di equipaggiamen­to militare all’Ucraina.
Non a caso nelle stesse ore il
 New York Times pubblicava una serie di fotografie fornite dalle autorità ucraine sulla pre­senza all’Est di infiltrati russi dell’intelligence e dei corpi spe­ciali russi. Un personaggio con il barbone come i Rambo Usa è stato immortalato a Slaviansk e nel 2008 con la stessa mimeti­ca, ma in più lo stemma dei cor­pi­speciali durante la guerra rus­sa contro la Georgia. Nella foto ricordo di un’unità d’elite di Mosca scattata in Russia sono stati riconosciuti alcuni milita­ri mascherati presenti nelle cit­tà dell’Ucraina orientale in ri­volta. Non si tratta dei reparti di centinaia di uomini in assetto di combattimento, ma senza in­segne, visti in Crimea. Singoli operativi, però, erano prima nella penisola annessa a Mosca e adesso sono infiltrati fra le mi­lizia filo russe della regione di Donetsk.
Ieri il Cremlino ha riabilitato ufficialmente la minoranza tar­tara che venne deportata dalla Crimea e decimata da Stalin nel 1944, ma non sono mancate tensioni. A Simferopoli uomini armati e mascherati hanno am­mainato la bandiera ucraina che sventolava sul Majilis, il «parlamento» di autogoverno dei tartari, 12% della popolazio­ne. Via tweet il presidente della penisola, Serghiei Aksionov, ha intimato alla minoranza di lasciare la Crimea se non gradi­scono la riunificazione con la Russia.
 
www.gliocchidellaguerra.it
 
[continua]

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20 luglio 2014 | Russia 1 | reportage
Gli uomini neri
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari europei provenienti da Italia, Svezia, Finlandia, paesi Baltici e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte orientale dell'Ucraina contro i ribelli filo russi. Una dozzina di volontari stranieri, che giurano di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all'arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell'est del paese, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell'Interno. Fra i volontari europei, l'italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c'è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall'estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come "gli uomini neri".

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02 luglio 2014 | SKYTG24 | reportage
Gli uomini neri sul fronte dell'Est
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari provenienti da paesi europei come Italia, Svezia, Finlandia e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte di Mariupol, una città costiera nell’Est dell’Ucraina. Una dozzina di volontari stranieri, che sostengono di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all’arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell’est dell’Ucraina, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell’Interno. Fra i volontari europei, l’italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c’è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall’estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come “gli uomini neri”.

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03 marzo 2014 | TG5 | reportage
In Crimea ultimatum dei russi alle basi ucraine


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26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento
Ucraina
Il nuovo presidente ucraino e la guerra civile nell'Est
I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.

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27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento
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16 aprile 2014 | Radio IES | intervento
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