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Commento
04 febbraio 2015 - Esteri - Siria - Panorama
Vanessa e Greta, un po’ volontarie un po’ miltanti

Vanessa Marzullo e Greta Ramelli non erano solo crocerossine, ma attiviste «innamorate» della causa dei ribelli siriani, che sono state incastrate e usate come un bancomat.

Oltre ad una buona dose di ingenuità, non hanno mai avuto la minima intenzione di rispettare il principio cardine dell’intervento

umanitario: la neutralità.

La Croce rossa ne ha fatto una bandiera fin dai tempi della battaglia di Solferino. Importanti organizzazioni non governative sono finite nei guai proprio per essersi sbilanciate da una parte o dall’altra. Per le due ragazzine rapite in Siria dai loro amici, la partigianeria non era un segreto. La sbandieravano su Facebook con fotomontaggi di kalashnikov avvolti da fiorellini, amicizie con

comandanti della guerriglia siriana che si fanno fotografare davanti a pile di cadaveri dei nemici e auspici di vedere il presidente siriano Bashar al Assad darsi fuoco. 

Assad ha sicuramente le mani sporche di sangue, ma augurargli la morte peggiore non è proprio un esempio da buone samaritane. E farsi fotografare in piazza Duomo a Milano con la bandiera dell’Esercito siriano libero è un’altra leggerezza che pone forti dubbi sulla spinta umanitaria delle due ragazze tesa ad aiutare i poveri bambini siriani.

Non solo: prima del sequestro Vanessa rilanciava appelli a salvare barconi di immigrati in mezzo al mare con tanto di numero di telefono satellitare da chiamare, a disposizione dei supposti profughi, per attivare la Marina militare. A bordo ci saranno stati

sicuramente siriani in fuga che avevano diritto all’asilo, ma pure clandestini che non dovrebbero sbarcare nel nostro Paese. Anche in questo caso, Nawal Soufi, la lady Sos, amica di Vanessa in servizio permanente nel recupero dei barconi, non è proprio un esempio di neutralità. Nonostante sia coccolata dai giornali e pluripremiata pure dalla missione Mare nostrum. Soufi scrive sui muri «qui in Siria unico terrorista Bashar El Assad 15/3/2013 Mc - Italy», come dimostra una foto postata sulla pagina Facebook di

Vanessa tornata incolume dalla Siria in cambio di un cospicuo riscatto pagato ad Al Nusra, costola di Al Qaida.   

(Fausto Biloslavo)


video
12 settembre 2013 | Tg5 | reportage
Maaalula: i tank governativi che martellano i ribelli
Il nostro inviato in Siria, Fausto Biloslavo, torna nel mezzo dei combattimenti fra le cannonate dei carri armati

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08 settembre 2013 | Tg5 | reportage
La battaglia di Maalula perla cristiana
Fausto Biloslavo, appena arrivato in Siria si trova al centro degli scontri tra governanti e ribelli. Il video terribile ed il racconto della battaglia

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25 gennaio 2016 | Tg5 | reportage
In Siria con i russi
La guerra dei russi in Siria dura da 4 mesi. I piloti di Mosca hanno già compiuto 5700 missioni bombardando diecimila obiettivi. In queste immagini si vedono le bombe da 500 o 1000 chili sganciate sui bersagli che colpiscono l’obiettivo. Un carro armato della bandiere nere cerca di dileguarsi, ma viene centrato in pieno e prende fuoco. In Siria sono impegnati circa 4mila militari russi. La base aerea a 30 chilometri dalla città siriana di Latakia è sorvolata dagli elicotteri per evitare sorprese. Le bombe vengono agganciate sotto le ali a ritmo continuo. I piloti non parlano con i giornalisti, ma si fanno filmare con la visiera del casco abbassato per evitare rappresaglie dei terroristi. Il generale Igor Konashenkov parla chiaro: “Abbiamo strappato i denti ai terroristi infliggendo pesanti perdite - sostiene - Adesso dobbiamo compiere il prossimo passo: spezzare le reni alla bestia”. Per la guerra in Siria i russi hanno mobilitato una dozzina di navi come il cacciatorpediniere “Vice ammiraglio Kulakov”. Una dimostrazione di forza in appoggio all’offensiva aerea, che serve a scoraggiare potenziali interferenze occidentali. La nave da guerra garantisce la sicurezza del porto di Tartus, base di appoggio fin dai tempi dell’Urss. I soldati russi ci scortano nell’entroterra dilaniato dai combattimenti. Negli ultimi tre anni la cittadina era una roccaforte del Fronte al Nusra, la costola siriana di Al Qaida. Le bombe russe hanno permesso ai governativi, che stavano perdendo, di riguadagnare terreno. Sul fronte siriano i militari di Mosca usano il blindato italiano Lince. Lo stesso dei nostri soldati in missione in Afghanistan.

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[altri video]
radio

02 luglio 2015 | Radio24 | intervento
Siria
La famiglia jihadista
"Cosa gradita per i fedeli!!! Dio è grande! Due dei mujaheddin hanno assassinato i fumettisti, quelli che hanno offeso il Profeta dell'Islam, in Francia. Preghiamo Dio di salvarli”. E’ uno dei messaggi intercettati sulla strage di Charlie Hebdo scritto da Maria Giulia Sergio arruolata in Siria nel Califfato. Da ieri, la prima Lady Jihad italiana, è ricercata per il reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale. La procura di Milano ha richiesto dieci mandati di cattura per sgominare una cellula “familiare” dello Stato islamico sotto indagine da ottobre, come ha scritto ieri il Giornale, quando Maria Giulia è arrivata in Siria. Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ha spiegato, che si tratta della “prima indagine sullo Stato Islamico in Italia, tra le prime in Europa”.

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02 dicembre 2015 | Radio uno Tra poco in edicola | intervento
Siria
Tensione fra Turchia e Russia
In collegamento con Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa. In studio conduce Stefano Mensurati.

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