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Scenari Mondo
23 marzo 2016 - Esteri - Egitto - Panorama
La cattiva maestra di Giulio

“I ricercatori che vanno in Paesi come l’Egitto si assumono i propri rischi» dichiara a Panorama, Anne Alexander, una delle referenti accademiche all’università di Cambridge di Giulio Regeni, il giovane dottorando friulano ucciso al Cairo. Il 12 marzo alla Scuola di studi orientali e africani (Soas) di Londra la «cattiva maestra», molto vicina ai Fratelli musulmani, è intervenuta sull’Egitto e il caso Regeni nella giornata di studio, poco affollata, sul Medio oriente. Il suo intervento è appassionato e attento ma quando le chiediamo se non crede che l’università e i suoi supervisori abbiamo mandato Regeni allo sbaraglio prende le distanze. Alexander ha raccolto con la tutor del giovane ucciso, Maha Abdelhraman, quasi 5 mila firme di accademici di mezzo mondo, per far luce sul caso e condannare il governo egiziano. Adesso sostiene di avere conosciuto Regeni, ma non tanto bene: «Prendevamo il caffè assieme e discutevamo di lavoro». Si lava le mani specificando che non ricopriva incarichi formali nei suoi confronti, ma aveva condiviso alcune informazioni per delle ricerche comuni. «Quello che le autorità universitarie potevano o non dovevano fare non avrebbe fermato l’accaduto» sostiene Alexander. «Il rapimento e l’uccisione di Giulio segnano il punto più alto di un’impressionante escalation di violenza». La docente di Cambridge punzecchia pure il governo italiano: «Sebbene insista per occuparsi in maniera indipendente della morte di Giulio, pochi mesi fa il presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva dato carta bianca al governo egiziano nella lotta contro il terrorismo offrendo sostegno incondizionato».

Il 25 ottobre, mentre Regeni era al Cairo e portava avanti una ricerca anche con i suoi contatti, la «cattiva maestra» di Cambridge firmava un appello contro la visita del presidente egiziano Al Sisi a Londra. La petizione pubblicata dal quotidiano The Guardian è finita pure su Ikhwanweb, il sito ufficiale dei Fratelli musulmani, fuorilegge in Egitto. Lo rivela Valentina Colombo, ricercatrice per l’European foundation for democracy di Bruxelles. Il documento si concludeva così: «La rinuncia alla democrazia e ai diritti umani ha certamente contribuito all’incremento del terrorismo in Egitto, che ripudiamo, ma consideriamo una conseguenza, piuttosto che una giustificazione, per la barbarità di Al Sisi». Nell’elenco dei firmatari, sostenitori della Fratellanza, spicca Maha Azzam. Presidente dell’Egyptian Revolutionary Council, il governo ombra dell’opposizione che ha sede a Ginevra. «Nel mirino delle autorità del Cairo assieme alla Fratellanza in Gran Bretagna poiché rappresentano il cuore del movimento in Europa» spiega Colombo esperta di Egitto. Alexander, che ha contatti con la Fratellanza dal 2009 manifestava con Azzam a Londra per protestare contro la visita di Al Sisi. «Le credenziali, le amicizie e i contatti della Alexander non sono state un buon viatico per Regeni al Cairo» sostiene Colombo «e hanno contribuito a segnalarlo alle autorità che ne avranno sorvegliato le attività, i movimenti, le telefonate. Su questo non v’è dubbio».   

di Fausto Biloslavo ed Erica Orsini - da Londra


video
23 febbraio 2016 | Porta a Porta | reportage
Il caso Regeni
Un video, denunce pubbliche dei pericoli per gli studenti in Egitto e scritti militanti mostrano un altro volto dei referenti accademici inglesi di Giulio Regeni. Non sono solo professori universitari, ma attivisti contro il regime egiziano oppure erano a conoscenza dei rischi della ricerca al Cairo dello studente friulano. Lo rivela il numero di Panorama in edicola con un titolo forte: “Le colpe dei docenti di Cambridge”.

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10 febbraio 2016 | Sky Tg24 | reportage
Il caso Regeni
I misteri di un'orribile moret al Cairo. I suoi supervisori dell'università di Cambridge lo avevano messo in guardia sui rischi che correva?

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21 agosto 2013 | Uno Mattina | reportage
I Fratelli musulmani piegati dalla piazza e dai militari
Sull'Egitto i grandi inviati sono rimasti infatuati dai Fratelli musulmani duramente repressi, ma gran parte degli egiziani non stava più con loro e non li considerava delle vittime

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radio

15 febbraio 2016 | Zapping Radio uno | intervento
Egitto
Misteri e sospetti sulla morte di Regeni
Ospedali Bombardati in Siria.Non si fermano i raid:Germano Dottori analista strategicoLuiss,Gastone Breccia esperto Medio Oriente,Loris De Filippi presidente MSF. I misteri ed i sospetti sulla morte di Regeni:Fausto Biloslavo.

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07 aprile 2016 | Zapping Rai Radio 1 | intervento
Egitto
Regeni: la pista inglese
Le referenti accademiche di Regeni sono protette da un insolito tabù mediatico e governativo. In realtà proprio il ruolo delle docenti di Cambridge potrebbe indirizzare verso il movente dell’orribile fine del giovane ricercatore. Maha Abdulrahaman, la sua tutor di origini egiziane, l’11 giugno dello scorso anno aveva tenuto una conferenza sui “Diritti umani in Egitto” a Cambridge nella sede di Amnesty international, che ha lanciato la campagna “verità per Giulio”. La conferenza denunciava le “forme di repressione contro giornalisti, studenti, attivisti, lavoratori e cittadini ordinari”. Pur conoscendo bene i pericoli ha controfirmato l’analisi del rischio presentata da Regeni all’università per poter andare al Cairo. La sua sodale, Alexander, ha storto il naso contro la “tardiva” presa di posizione britannica: “Quando un dottorando viene torturato ed ucciso i ministri sembrano riluttanti a dire qualcosa di critico sulle autorità egiziane”. In ottobre con Regeni al Cairo, grazie ai suoi contatti, la docente di Cambridge pubblicava un’analisi proponendo l’alleanza fra gli attivisti di sinistra ed i Fratelli musulmani “capace di farla finita con il regime del generale” Al Sisi, presidente egiziano. Il 25 ottobre firmava un appello contro la visita del capo dello stato egiziano a Londra, poi pubblicato su Ikhwanweb, il sito ufficiale dei Fratelli musulmani. Il 4 novembre con Regeni sempre in prima linea al Cairo arringava la piazza a Londra bollando Al Sisi come “un assassino” sollevando l’entusiasmo e lo sventolio delle bandiere della Fratellanza. Il tutto immortalato in un video, che non può essere sfuggito ai servizi inglesi ed egiziani. Alexander fin dal 2009 è in contatto con Maha Azzam, presidente dell’Egyptian Revolutionary Council, il governo ombra dell’opposizione ad Al Sisi con sede a Ginevra. La Farnesina non ha mai voluto commentare questa parte, inquietante ed ambigua, del caso Regeni, che potrebbe portare al movente del delitto.

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