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31 luglio 2023 - Prima - - Il Giornale
Niger, assalto anti francese I golpisti gridano: “Viva Putin”
«Viva Putin», «abbasso le basi straniere in Niger», compresa quella italiana, «Macron figlio di ....» sono gli slogan di migliaia di manifestanti, sostenitori del colpo di stato a Niamey, che sventolando bandiere russe prendendo d’assalto l’ambasciata francese in Niger. Sul fronte esterno è stato lanciato un ultimatum ai golpisti per tornare nei ranghi «entro una settimana» altrimenti non è escluso un intervento militare della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas) spalleggiata da Francia e Stati Uniti.
La situazione in Niger rischia di precipitare dopo l’arresto del presidente eletto, Mohhamed Bazoum, e la presa del potere dei militari guidati dal generale Abdourahmane Tchiani, comandante della guardia presidenziale.
La giunta militare aveva lanciato sabato l’appello per scendere in piazza in segno di protesta contro la riunione straordinaria di Ecowas, che si è tenuta ieri ad Abuja, in Nigeria. Il portavoce dei golpisti, colonnello Amadou Abdramane, ha dichiarato che si sta preparando «il piano di aggressione contro il Niger attraverso un imminente intervento militare a Niamey».
Lo stesso Tchiani ha twittato ieri mattina che «una marcia di sostegno organizzata dai nostri connazionali è in corso dalle 9 in Place de Concertation. Questa dimostrazione di forza è inaudita nella capitale da più di dieci anni, senza dubbio a testimonianza di quanto fossero imbavagliati dal vecchio potere». Una specie di via libera ai manifestanti che si sono scagliati contro l’ambasciata francese a poche centinaia di metri dal palazzo presidenziale dove il 26 luglio è iniziato il golpe. Alcuni facinorosi sono riusciti a staccare la targa con scritto «ambasciata di Francia» calpestandola e sventolandola come un trofeo. Una porta d’ingresso del compound è stata data alle fiamme, ma nel gioco del parti i militari nigerini sono interventi cercando di calmare gli animi. Poi hanno lanciato dei lacrimogeni per evitare l’assalto dei più estremisti. Il corteo sventolava bandiere nazionali e russe. Oltre agli slogan anti francesi la gente gridava contro l’Ecowas e pure «non ci interessa l’Unione europea».
Il presidente francese, Emmanuel Macron, «non tollererà alcun attacco contro la Francia e i suoi interessi» e Parigi risponderà «immediatamente e senza esitazioni», ha fatto sapere l’Eliseo. In Niger risiedono fra i 500 e 600 civili francesi, che potrebbero finire nel mirino.
Alla base aerea 101, vicino all’aeroporto internazionale della capitale, ci sono circa 300 militari italiani, soprattutto addestratori, assieme a 1.500 francesi, 800 americani e un contingente tedesco.
«Al momento non molliamo - spiega una fonte governativa - Se lo facessimo il vuoto verrebbe riempito da altri.
Per ora sventolano bandiere russe, ma non risulta una presenza del gruppo Wagner (i mercenari di Mosca, nda) sul terreno». Tutti i nostri militari sono rientrati a Niamey dalle basi nel Paese dove abbiamo addestrato fino ad oggi 9.200 nigerini. Il comandante della missione bilaterale, il generale dell’Aeronautica, Nadir Ruzzon, ha assicurato che «la situazione è sotto controllo» per ora.
Nella base dovrebbero essere schierati anche caccia bombardieri Mirage e droni Reaper utilizzati per colpire i gruppi jihadisti nel Sahel. L’area, però, è sempre stata cinturata da posti di blocco delle forze armate nigerine. Ieri un C 17 americano, grande aereo di trasporto, probabilmente con uomini e mezzi, partito dalla base di Ramstein in Germania, non ha ottenuto l’autorizzazione ad atterrare dai golpisti.
La riunione straordinaria dell’Ecowas, che comprende una quindicina di Paesi dell’Africa occidentale, ha imposto sanzioni agli autori del colpo di stato in Niger come il divieto di viaggio e il congelamento dei beni. E lanciato un ultimatum ai militari ammutinati intimandoli a rientrare nelle caserme. Se entro una settimana non verrà liberato il presidente Bazoum riconsegnando il potere al governo legittimo non è escluso l’uso della forza. Il Paese più forte dell’Unione è la Nigeria, che ha una lunga frontiera con il Niger. Anche se non fa parte dell’Ecowas, il Ciad, altro Paese confinante storicamente legato alla Francia, si sta mobilitando per evitare il peggio. Il presidente, Mahamat Idriss Dèby Itno, anche lui mezzo golpista, è arrivato ieri a Niamey per «sondare il terreno e cercare di trovare una soluzione della crisi».
[continua]

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