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Reportage
26 giugno 2014 - Attualità - Ucraina - Il Giornale
“Io, volontario italiano al fronte ucraino contro i ribelli filorussi”
«Sulle barricate di piazza Maidan ero come ET, che ritro­va casa al fianco dei nazionali­sti ucraini ». Così parla France­sco F., 53 anni, italiano, uno dei volontari accorsi dal no­stro Paese, come da altre na­zioni europee, a combattere per l’Ucraina sul fronte del­l’Est contro i ribelli appoggia­ti dalla Russia.
Nel
 reportage esclusivo che il settimanale Panorama pub­blica con un ampio servi­zio fotografico sul numero in edicola, Francesco F. ri­vela di essere uno dei 250 uo­mini arruolati nel battaglione Azov. Una forma­zione militare schie­rata in prima linea nell’Ucraina orienta­le, che sta diventando una «Legione interna­zionale » con l’arrivo di svedesi, francesi, inglesi e croati. «Non siamo mer­cenari, ma volontari senza un soldo di paga» dice l’uo­mo a Panorama «che combat­tono per una giusta batta­glia » .
Un passato nell’estrema de­stra italiana, Francesco F. ha fatto il manager e due anni fa era sbarcato a Kiev per vende­re materie prime. Poi ha deci­so di passare all’azione lo scor­so gennaio, quando nella capi­tale ucraina erano in azione le centurie di Pravy Sektor, i ca­merati ucraini schierati sulle barricate di piazza Maidan. «Con noi - dice a
 Panorama ­stanno arrivando anche i fin­landesi e i volontari baltici, che temono di essere la prossi­ma preda dei russi». E conclu­de: «Sparo e ammazzo prima di farmi uccidere, ma senza odio neppure per i separati­sti. Un uomo non può dirsi ta­le se non ha provato la guer­ra » .
Il battaglione Azov è compo­sto dai «Patrioti dell’Ucrai­na »,l’ala paramilitare dell’As­semblea nazional sociale, di estrema destra, guidata da An­driy
 Belitsky, un ex prigioniero politico.
I «patrioti» più anziani han­no combattuto con l’Urss in Afghanistan negli anni Ottan­ta. Altri si sono fatti le ossa in
 Georgia durante la guer­ra contro la Russia del 2008 e qualcuno ha addirittu­ra combattuto al fianco dei ce­ceni nel conflitto degli anni Novanta. E non mancano ex poliziotti della Crimea fuggiti dalla penisola dopo l’annes­sione di Mosca.
Nella battaglia di Mariupol
 del 13 giugno, battesimo del fuoco degli «uomini neri» del battaglione accusati di simpa­tie naziste, c’era anche Oleh Lyashko, che alle elezioni pre­si­denziali di fine maggio è arri­vato terzo catalizzando i voti dei radicali ultra nazionalisti.
Dall’Italia sono partiti per il fronte dell’Est decine di ucrai­ni che vivevano con i genitori o lavoravano nel nostro Pae­se. « Alcuni sono simpatizzan­ti che frequentavano la nostra realtà o altri ambienti di de­stra - rivela Simone Di Stefano uno dei leader di Casa Pound - Poi hanno deciso di tornare nella loro patria d’origine per aderire a Pravi Sektor» o arruo­larsi nella guardia nazionale per combattere i separatisti.
Nel calderone della guerra civile in Ucraina c’è di tutto. Come scrive
 Panorama , dall’ «Italia arrivano anche i filo russi». E sventolano un trico­lore con la stella rossa in mez­zo, come la bandiera della brigata partigiana Garibal­di durante la seconda guerra mondiale. «A ini­zio giugno sono sbarcati a Donetsk sei giovani italiani, fra cui Orazio Maria Gnerre e Andrea Virga di Millennium - scrive il settimanale - Il «partito comunitarista», co­me si legge sul suo sito, fareb­be parte del filone fascio-co­munista in contatto con l’ideologo della Grande Rus­sia euro asiatica, Aleksandr Dugin » .
In piazza Maidan, prima del­la caduta del presidente Vik­tor Yanukovic, erano schiera­ti sulla barricate pure «gli el­metti blu» guidati da un vete­rano dell’esercito israeliano. Ex militari ebraici del fanto­mati­co battaglione Alya sareb­bero invece pronti a combatte­re
 dall’altra parte della barri­cata «contro il pericolo fasci­sta » di Kiev. I ribelli filo russi hanno attirato polacchi legati alle teorie geopolitiche euroa­siatiche, cosacchi del Don, os­seti fedeli a Mosca ed i ceceni di Ramzan Kadyrov, il mezzo despota, alleato del Cremli­no, che governa a Grozny. Ol­tre agli immancabili cetnici, i combattenti serbi che si mas­sacr­arono con croati e musul­mani nel carnaio dell’ex Yugo­slavia. 
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[continua]

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