LIBRO E MOSTRA Gli occhi della guerra 
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																						Gli occhi della guerra incrociati in tanti reportage in prima linea. Per questo gli occhi della guerra diventano il titolo di un libro fotografico. Un libro per raccontare, con immagini e sguardi fugaci, 25 anni di servizi dai fronti più caldi del mondo. 
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																						REPORTAGE Taiwan In attesa del peggio 
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																						| TAIPEI - Le urla strazianti sembrano vere. I corpi distesi a terra, sedie e tavoli ribaltati, sirene d’allarme e gente presa dal panico rendono l’idea di cosa potrebbe accadere se i missili di Pechino piombassero su Taiwan, l’isola libera dell’estremo Oriente che la Cina considera roba sua. L’esercitazione di primo soccorso è organizzata dall’Accademia Kuma, che usa come stemma l’Orso nero, simbolo nazionale, con un fucile a tracolla.  | 
																					 
																					
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																							I libri degli altri 
																								 
																								 Da Marrakech a Baghdad  Viaggio nel calcio di Allah 
																							 
																							
																								
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																									autore: Luigi Guelpa 
																											editore: Limina 
																											anno: 2007 
																											pagine: 204 
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																							Benvenuto nel calcio di Allah non è solo un libro sul gioco più famoso del mondo all’ombra dei minareti. Pagina dopo pagina il riuscito gioiellino di Luigi Guelpa si rivela come un incastro di storie così poco conosciute, sorprendenti e talvolta imbarazzanti, che si leggono tutte d’un fiato.  
Non si tratta del racconto classico sul mondo del pallone, seppure 
esotico, ma di uno spaccato della realtà islamica di molti paesi dove 
l’ultimo dei muezzin conta più dell’allenatore della nazionale.
Se a Kabul anche le ragazze possono sognare Beckham con una 
squadretta di calcio tutto pepe e poco burqa è anche vera l’altra 
faccia della medaglia. I soldati della Nato in Afghanistan avevano 
pensato bene di regalare palloni, per far dimenticare la guerra. Sul 
cuoio hanno inciso le bandiere di tante nazioni, compresa quella 
saudita, che contiene i versi del Corano. Apriti cielo: i mullah sono 
insorti accusando gli “infedeli” di costringere gli afghani a 
prendere a calci l’Islam. I palloni sono stati ritirati.
Nel libro di Guelpa non mancano storie del genere e anche più 
tragicomiche. Come la fatwa, l’editto islamico, che impone ai devoti 
musulmani il gioco del calcio in nome della guerra santa. Oppure la 
partita senza storia, fra la Francia ed il Kuwait, quando lo sceicco 
di turno voleva portare in campo un dromedario come mascotte.
Di calcio me ne intendo poco, ma girando il mondo per raccontare la 
parte malata dell’umanità, travolta dalle guerre, ho imparato che 
Paolo Rossi o Del Piero sono dei miti universali. Con i volontari 
jihadisti alla corte di mullah Omar, il capoccia guercio dei 
talebani, che arrivavano dal Pakistan a Kandahar ho rotto il ghiaccio 
grazie ai mondiali di Spagna. La prima cosa che ti chiedono gli 
orfani di guerra di mezzo mondo sono quaderni, penne biro e palloni 
per giocare a calcio. Una partitella fra un bombardamento ed 
un’imboscata è il modo per rilassarsi di tanti soldati in missione 
all’estero.
Dopo “Manicomio fra i pali” un altro gioiellino di Guelpa questo 
libro sull’Islam e il pallone, oltre alle curiosità, apre una 
finestra su un mondo inesplorato. I non addetti ai lavori resteranno 
affascinati da personaggi mai sentiti come Mido Hossam, centravanti e 
paladino del calcio egiziano, soprannominato nel libro l’Antonio 
Banderas delle piramidi. Per non parlare di Bernd Stange l’allenatore 
tedesco che ai tempi della dittatura di Saddam cercava di mettere in 
piedi la nazionale irachena sotto le bombe americane. Oppure Aziz 
Bouderbala, mito calcistico del Marocco, che nominato in un bazar ti 
permette di abbassare il prezzo di qualsiasi trattativa.
Benvenuti nel calcio di Allah è anche un racconto di viaggi, di odori 
e sensazioni nel deserto attorno a Dubai o nel disordine organizzato 
di Marrakech. Forse non manca la fantasia, ma la penna dell’autore 
tratteggia abilmente calciatori dimenticati all’aeroporto, goleador 
brasiliani che si improvvisano inviati di guerra, centravanti che 
giocano nella squadra di Osama Bin Laden e allenatori mercenari in 
Sudan.
Luigi Guelpa l’ho conosciuto quando dirigevo Notizia Oggi Vercelli, 
in mezzo alle risaie, in una delle mie tante vite giornalistiche. Dal 
primo momento avevo capito di avere di fronte un giovane con passione 
per un mestiere dove andare avanti con le proprie forze non è facile. 
Luigi non ha mai mollato e come per ogni allievo a cui ti affezioni 
vedevo nella sua baldanza professionale un po’ di me stesso. Per lui 
speravo in un futuro da inviato di guerra, ma invece ha scelto il 
giornalismo sportivo. Come dimostra questo libro ha fatto bene, anzi 
ha fatto gol.
 Fausto Biloslavo 
																							
																							
																							 
																								
																								 
																							 
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