02 dicembre 2015 | Radio uno Tra poco in edicola| intervento
Tensione fra Turchia e Russia
In collegamento con Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa. In studio conduce Stefano Mensurati.
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23 gennaio 2014 | Televisione Svizzera Italiana | reportage I cristiani combattono
I cristiani in Siria vivono fra due fuochi e iniziano a difendersi, armi in pugno. Queste sono le giovani reclute del Sutoro, una milizia cristiana nel nord del paese travolto dalla guerra civile. Le immagini sono state girate dagli stessi miliziani. I cristiani siriaci combattono al fianco dei curdi contro gli estremisti islamici di Al Qaida. Il nome Sutoro deriva da un’antica preghiera in aramaico, la lingua di Gesù Cristo. Dall’Europa non partono per la Siria solo volontari della guerra santa islamica. Ma pure giovani cristiani per proteggere le loro comunità minacciate di estinzione. Come raccontano i rappresentanti della diaspora cristiana nel vecchio continente. Da Locarno è partito per la Siria Johann Cosar, un ex sergente dell’esercito elvetico. Ufficialmente per documentare le sofferenze dei cristiani, ma in realtà ha dato una mano ad addestrare la milizia del Sutoro. Dei volontari cristiani in Siria, giunti dall'Europa, parla il rappresentante del Centro culturale mesopotamico di Locarno Sait il padre di Johan Cosar, il giovane di Locarno partito per la Siria, è un cittadino svizzero ed esponente di spicco del Partito che ha fondato la milizia cristiana. I servizi segreti di Damasco lo hanno arrestato lo scorso agosto. La famiglia non parla con la stampa ma a Berna il Dipartimento federale degli Esteri è informato del caso. Il governo siriano sostiene che Sait Cosar sia morto per infarto. Duecentomila cristiani sono già fuggiti dalla guerra civile. I loro rappresentanti, assieme ai curdi, avevano chiesto all’Onu di partecipare a Ginevra 2, senza ottenere risposta. Nel futuro della Siria, per i cristiani, è in gioco la sopravvivenza.
25 gennaio 2016 | Tg5 | reportage In Siria con i russi
La guerra dei russi in Siria dura da 4 mesi. I piloti di Mosca hanno già compiuto 5700 missioni bombardando diecimila obiettivi. In queste immagini si vedono le bombe da 500 o 1000 chili sganciate sui bersagli che colpiscono l’obiettivo.
Un carro armato della bandiere nere cerca di dileguarsi, ma viene centrato in pieno e prende fuoco.
In Siria sono impegnati circa 4mila militari russi. La base aerea a 30 chilometri dalla città siriana di Latakia è sorvolata dagli elicotteri per evitare sorprese.
Le bombe vengono agganciate sotto le ali a ritmo continuo. I piloti non parlano con i giornalisti, ma si fanno filmare con la visiera del casco abbassato per evitare rappresaglie dei terroristi. Il generale Igor Konashenkov parla chiaro: “Abbiamo strappato i denti ai terroristi infliggendo pesanti perdite - sostiene - Adesso dobbiamo compiere il prossimo passo: spezzare le reni alla bestia”.
Per la guerra in Siria i russi hanno mobilitato una dozzina di navi come il cacciatorpediniere “Vice ammiraglio Kulakov”. Una dimostrazione di forza in appoggio all’offensiva aerea, che serve a scoraggiare potenziali interferenze occidentali. La nave da guerra garantisce la sicurezza del porto di Tartus, base di appoggio fin dai tempi dell’Urss.
I soldati russi ci scortano nell’entroterra dilaniato dai combattimenti. Negli ultimi tre anni la cittadina era una roccaforte del Fronte al Nusra, la costola siriana di Al Qaida. Le bombe russe hanno permesso ai governativi, che stavano perdendo, di riguadagnare terreno.
Sul fronte siriano i militari di Mosca usano il blindato italiano Lince. Lo stesso dei nostri soldati in missione in Afghanistan.